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Le Procuratie Vecchie in Piazza San Marco a Venezia

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Le Procuratie Vecchie in Piazza San Marco a Venezia

La nuova vita delle Procuratie Vecchie

Lo splendido edificio ristrutturato ospiterà presto la mostra di Louise Nevelson

Veronica Rodenigo

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Termina oggi, 8 aprile, il countdown per l’apertura, la prima in 500 anni, delle Procuratie Vecchie, dal 1832 storica sede di Generali in Piazza San Marco.
La rinascita porta la firma di David Chipperfield Architects Milan, vincitori nel 2017 di un concorso internazionale ad inviti.
Lo splendido edificio, con la sua cinquecentesca facciata ritmata dalle arcate su tre ordini e gli spazi interni suddivisi in stanze, che hanno conosciuto stratificazioni e adeguamenti funzionali, è stato oggetto di un approfondito studio di progettazione al fine di conservarne, rivelarne e integrarne (dove possibile) l'architettura.

Il team di progettazione ha agito, più che imponendo un segno distintivo, nel ricomporre o svelare le tracce del passato, riordinando spazi e circolazione interna anche con nuovi gruppi di scale per il collegamento tra i piani. Il tutto è avvenuto attraverso un serrato dialogo con la Soprintendenza con la quale è stato anche trovato l’accordo per la realizzazione delle due terrazze, ricavate all’interno della falda del tetto sul versante opposto a Piazza San Marco, interamente rivestite in cocciopesto. Lo scalone monumentale d’inizio Novecento, raggiungibile dall’ingresso principale di Corte Maruzzi (poco distante dal Negozio Olivetti), ora è abitato, a tutta altezza, dall’installazione di Edoardo Tresoldi. Pastellone e marmorino bianchi connotano invece i volumi dei nuovi corpi verticali sui quali la luce si riverbera dotando le superfici di un’avvolgente uniformità.

Sulle pareti e i soffitti del primo piano si concentra l’apparato decorativo ottocentesco che si fa meno ricco al secondo: il restauro conservativo ha esaltato e liberato questi spazi integrandolo, dove necessario, grazie al contributo di maestranze locali.
Entrambi i livelli torneranno ad essere uffici del Gruppo Generali e in locazione a terzi. Non saranno quindi visitabili fatta però eccezione per le nove stanze al secondo piano che dal 23 aprile fino all’11 settembre accoglieranno l’evento collaterale «Louise Nevelson. Persistence» e che, in base alla domanda futura, potrebbero rimanere in affitto ad uso espositivo.

È al terzo piano che si concretizza la fruizione pubblica dell’intera operazione. Qui ha trovato casa The Human Safety Net, la Fondazione del gruppo Generali che si dedica al sostegno delle famiglie vulnerabili e all’inclusione di rifugiati attraverso un percorso occupazionale realizzato in collaborazione con oltre sessanta ONG in ventitrè Paesi del mondo. Nei quasi tremila metri quadrati in cui si è scelto di rivelare la cinquecentesca travatura lignea e le superfici murarie in mattone, la luce penetra da ampi lucernari e dagli oculi che ritmano lo spazio incorniciando brani di piazza San Marco e delle antistanti Procuratie Nuove.

Un’enfilade di archi funge da spina di distribuzione per le molteplici funzioni che qui si alternano. La parte espositiva-interattiva attraverso il percorso permanente «A word of Potential», curato da Orna Cohen, s’interroga sul potenziale umano invitando il visitatore ad esplorare i propri punti di forza nonché a documentarsi sulle attività della Fondazione. Un open space è interamente riservato a mostre temporanee site-specific in cui ogni anno verranno chiamati artisti ad interpretare i temi cari alla Fondazione. Ad inauguralo è l’Atelier dell'Errore (AdE) BIG di Reggio Emilia che affronta il tema del coraggio con installazioni (come la grande tenda autoportante) e disegni. Procedendo, s’incontrano spazi per il coworkig, un caffè e infine l’ampio auditorium da duecentotrenta posti dove lo scorso 21 marzo si è già tenuta una tappa del ciclo d’incontri «Italia Domani - Dialoghi sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza» promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Lo spazio polivalente è pensato anche per eventi e concerti rivolti alla comunità veneziana.
Rivolgiamo qualche domanda a Emma Ursich, Segretario Generale di The Human Safety Net.

Quale tipologia di pubblico vi attendete? 
«Ci siamo immaginati innanzitutto persone interessate a scoprire uno spazio mai aperto prima, quindi gli amanti dell’architettura. Immaginiamo poi persone curiose di esperienze, che cercano un’interazione con quello che vanno a visitare: gran parte dei visitatori verranno qui perché sanno che c’è uno spazio con cui si può interagire, scoprire qualcosa ed essere anche un po’ protagonisti. Infine ci aspettiamo un pubblico molto legato ai nostri temi, all’inclusività e alla coesione sociale e gruppi interessati all’educazione, come scuole e famiglie».

Chi seleziona gli artisti che si alterneranno nell’Art Studio? 
«La prima scelta è il frutto del gruppo di lavoro costituito con Davide Rampello (Direttore artistico della nuova sede della Fondazione n.d.a.), Ico Migliore e Mara Servetto (cui è stato affidato il design degli interni, grafica e multimedialità degli spazi n.d.a.). Questa è caduta su qualcosa che fosse molto rappresentativo di quello che stiamo facendo come fondazione e come esperienza espositiva. Valuteremo le prossime decisioni anche in funzione di come reagirà il pubblico e di come si evolverà questo spazio. Certamente questo è solo l’inizio».

Da chi saranno abitati gli spazi del coworking?
«Lo spazio di lavoro è destinato sia alle persone di Human Safety Net sia ai nostri partner e alle onlus che con noi collaborano. L’idea è che non sia uno spazio permanente e quotidiano di lavoro bensì un luogo dove tu vieni appositamente per creare qualcosa insieme. Uno spazio flessibile adatto per il lavoro e la co-creazione dei nostri contenuti magari a corollario di appuntamenti svoltisi all’interno dell’auditorium.
Lo scopo è incrementare l’agenda sui temi della sostenibilità e dell’inclusione sociale. Siamo molto aperti al dialogo con altre organizzazioni. Ad esempio a Venezia è stata da poco costituita la fondazione “Venezia capitale mondiale della sostenibilità” che avrà peraltro sede al piano inferiore alle Procuratie. Immaginiamo quindi che da lì scaturiranno progetti e idee di lavoro dalle quali potranno nascere future collaborazioni.

In seguito alla cerimonia ufficiale, dal 9 all’11 aprile, l’accesso alla nuova casa di The Human Safety Net sarà riservato per tre giorni a veneziani e i residenti nei comuni della Città Metropolitana che potranno liberamente visitarle previa prenotazione su thehumansafetynet.org/it/visitaworldofpotential.
A partire dal 13 aprile, l’apertura al resto del pubblico. Metà del costo del biglietto, 12 euro intero, sarà devoluta ad una delle associazioni operanti con la Fondazione secondo la preferenza indicata dal visitatore.
 

Veduta dello spazio interno delle Procuratie Vecchie

Le Procuratie Vecchie in Piazza San Marco a Venezia

Veronica Rodenigo, 08 aprile 2022 | © Riproduzione riservata

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