Particolare della copertina del «Codex Seraphinianus». Ristampa del 1992 del Codex di Luigi Serafini

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Particolare della copertina del «Codex Seraphinianus». Ristampa del 1992 del Codex di Luigi Serafini

I destini incrociati di Italo Calvino e Franco Maria Ricci

Nel centenario della nascita dello scrittore, il Labirinto della Masone celebra la ventennale amicizia con l’editore parmense

«Se Italo Calvino fosse stato longevo, scrive Laura Casalis, editrice della rivista «Fmr», proprio quest’autunno avrebbe compiuto cent’anni. Negandomi il Fato quella fortuna, mi limito a dedicargli “Fmr”, con la speranza che vi troverebbe qualche traccia dei “valori o qualità o specificità” che gli stavano a cuore nella sua ultima stagione e che raccomandava al nuovo millennio: la Leggerezza, la Rapidità, l’Esattezza, la Visibilità, la Molteplicità». Queste parole della moglie di Franco Maria Ricci, l’editore di Parma scomparso il 10 settembre 2020, introducono la rassegna «Destini incrociati. Italo Calvino e Franco Maria Ricci», al Labirinto della Masone di Fontanellato (Pr) dal 15 ottobre al 7 gennaio 2024, dedicata al rapporto di amicizia che per decenni unì l’editore e lo scrittore nato nel 1923 a L’Avana (Cuba) e scomparso il 19 settembre 1985 a Siena.

La collaborazione tra i due iniziò nel 1969, quando Franco Maria Ricci pubblicò lo scritto «Il castello dei destini incrociati» di Calvino nel volume «Tarocchi. Il mazzo visconteo di Bergamo e New York». In mostra è esposta la prima edizione del testo sui Tarocchi viscontei del XV secolo composti dal mazzo Colleoni-Baglioni e di Francesco Sforza risalente al 1451 circa con 74 carte suddivise tra la Pierpont Morgan Library di New York, l’Accademia Carrara e la raccolta Colleoni di Bergamo.
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Nel suo breve romanzo Calvino fa riferimenti al «quadrato magico» delle carte a partire dal poema dell’«Orlando Furioso» di Ludovico Ariosto, poi ampliati nell’omonimo volume Einaudi (la casa editrice torinese di cui era editor) del 1973 con l’aggiunta del secondo breve romanzo La taverna dei destini incrociati, anch’esso esposto in prima edizione. Nelle sale espositive sono riuniti molti altri materiali: una coppia di ritratti dei protagonisti firmati Tullio Pericoli, copertine di libri e riviste, dattiloscritti originali, scambi di corrispondenza con Ricci e Giovanni Mariotti, video, fotografie e documenti che testimoniano il profondo legame personale e intellettuale tra le due figure.

Come premessa al percorso, inoltre, c’è la sala con tavole del «Codex Seraphinianus» di Luigi Serafini, l’opera di riferimento dell’editore alla quale Calvino dedicò un testo nel primo numero di «Fmr» del marzo 1982, che si apre con le parole «In principio fu il linguaggio». Da questi episodi nacque una comunione di intenti profonda, evidenziata anche dalla pubblicazione di molti scritti, dedicati, ad esempio, a Giorgio de Chirico, al pittore ottocentesco fiorentino Fabio Borbottoni, e a Domenico Gnoli.

Copertina del volume Tarocchi. Il mazzo visconteo di Bergamo e New York

Stefano Luppi, 13 ottobre 2023 | © Riproduzione riservata

I destini incrociati di Italo Calvino e Franco Maria Ricci | Stefano Luppi

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