Federico Florian
Leggi i suoi articoliLa megagalleria Hauser & Wirth dedica una doppia antologica «transatlantica» al pittore Frank Bowling, recentemente insignito dalla regina Elisabetta del titolo di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico. Nato in Guyana 87 anni fa, Bowling si trasferisce a Londra nel ’53, ed è qui che darà avvio al proprio percorso pittorico. Ma è nel ’66, dopo il diploma al Royal College of Art, che l’artista si trasferirà a New York, attratto dalla sua vibrante atmosfera creativa. Da allora Bowling continuerà a lavorare in due studi separati da un oceano: quello londinese di Pimlico, a due passi dal Tamigi, e quello newyorkese, affacciato sull’East River.
In tributo alle due città e a una pratica costantemente alimentata dallo scambio culturale tra America ed Europa, Hauser & Wirth ospita due personali del pittore in ambo le metropoli (entrambe visitabili fino a fine luglio), nel tentativo di mappare i suoi cinquant’anni di carriera e di esplorazione della pittura, dai primi lavori più figurativi alle opere più recenti, che abbracciano completamente l’astrazione.
I dipinti di Bowling sono tele cariche di un impasto materico, dalle infinite sfumature cromatiche, in cui gel acrilici si fondono a pigmenti perlacei e ricchi di luminescenze, stesi su frammenti di tela spesso cuciti gli uni agli altri. Ed è forse l’uso di vernici traslucide a rappresentare uno dei marchi di fabbrica della sua arte, nella tradizione dei paesaggi di Constable, Turner e Gainsborough.
Anche se il paesaggio, nei lavori di Bowling, subisce un processo di trasfigurazione, traducendosi in superfici dalle molteplici velature, in cui colate di pittura e campiture variopinte evocano solo la traccia o la memoria interiore di un panorama naturale. In mostra nelle due sedi si possono ammirare opere vecchie e nuove, prodotte in un arco temporale che spazia dal 1967 al 2020. Tra i lavori imperdibili «May Shimmer» (2018), esposto a Londra, in cui toni di rosa, giallo e verde si illuminano grazie a pigmenti iridescenti e al ricorso a pagliuzze capaci di rifrangere la luce.
Altri articoli dell'autore
La prima edizione della Triennale di arte contemporanea della città francese è un prototipo per una rassegna alternativa: attenta a una dimensione locale più che globale, nasce dal desiderio di relazionarsi attivamente e genuinamente con il tessuto urbano e la comunità dei cittadini
All’Eye Museum di Amsterdam la personale della raffinata artista e filmmaker greca
La sua prima retrospettiva istituzionale negli Stati Uniti, al MoCA di Los Angeles, è una profonda riflessione del rapporto tra verità, spettacolo e rappresentazione
Sono oltre 100 le femministe britanniche che tra il 1970 e il 1990 hanno interrogato il ruolo della donna in società con ironia, denuncia e parodia