RESTITUZIONI

L’eccidio e saccheggio di Debre Libanos in Etiopia fu «il più grave crimine dell’Italia». Oggi con difficoltà si cerca di rimediare all’«amnesia collettiva» che ha cancellato la memoria dell’ordine di sterminio illimitato per il quale il colonialismo italiano si macchiò dell’infamia più vergognosa. Ora si impone la complicatissima ricerca di opere e oggetti razziati o ricevuti in dono, andati dispersi. Dove sono?

Un convegno alla Bibliotheca Hertziana-Istituto Max Planck indaga l’utilizzo delle fonti archivistiche (dalle biblioteche specialistiche agli archivi storici e politici) per lo studio di opere sottratte in ambito coloniale o durante le persecuzioni nazifasciste. Con gravi lacune nel mondo accademico, nei musei e nelle case d’asta

La Stiftung Bührle si accorda con gli eredi dei legittimi proprietari ebrei per capolavori di Courbet, Monet, Van Gogh, Toulouse-Lautrec e Gauguin. Non saranno più esposti nel museo di Zurigo, a cui la fondazione elevetica li aveva prestati a lungo termine

In un momento in cui si moltiplicano le rivendicazioni, i consigli di tre esperti a musei e collezioni pubbliche e private per verificare la provenienza delle opere in loro possesso

È quanto emerge dal nuovo, atteso rapporto sulla possibile provenienza da spoliazione in periodo nazista di opere della collezione creata tra il 1936 e il 1956 da Emil G. Bührle, oggi in parte in comodato alla Kunsthaus di Zurigo

Sono stati riconosciuti dipinti attribuiti a Tiziano, Tintoretto, Spinello Aretino, Giovanni Fei, alla bottega di Vittore Carpaccio e Paolo Veneziano, sottratte alla collezione fiorentina Contini Bonacossi. Nuove ricerche ne hanno identificate altre di Francesco Guardi, Michele Marieschi, Giuseppe Gambarini, Canaletto, Alessandro Turchi detto l’Orbetto

Sculture, mosaici, vasi, gioielli e monete trafugati clandestinamente dal nostro Paese sono esposti dal 29 maggio presso l’Istituto centrale per il restauro a Roma in attesa di tornare nel loro territorio d’origine

Il museo, che aveva acquistato la statua nel 1955, non ha fornito dettagli su come il manufatto avesse lasciato l’Iraq o su quali informazioni specifiche abbiano portato alla sua restituzione

Articoli precedenti

Accordo storico tra Ministero, Stati federali e autorità locali: i beni saccheggiati dai nazisti potranno essere pretesi senza prescrizione di tempo e anche senza il consenso dei musei

La Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo ha respinto il ricorso del Getty

L’oggi 68enne storico dell’arte, direttore dell’Albertina, auspica una prescrizione per i reati di razzia risalenti alla seconda guerra mondiale

Obiettivo: contestualizzare la controversa collezione del fabbricante d’armi tedesco, pesantemente coinvolto col nazismo, anche con un nuovo sito ad hoc

L’opera in questione è considerata un «bene di profugo» in un paese terzo (la Svizzera), non un «bene razziato» dal regime nazista. Ma occorre pensare a soluzioni «giuste ed eque»

Venduta al Führer nel 1938 dal principe Lancellotti, riportata in Italia da Rodolfo Siviero nel dopoguerra, la statua romana in marmo è di nuovo al centro di una querelle tra Italia e Germania. E nessuno chiarisce il mistero che ha permesso di trasformare un bene privato in un bene pubblico

La Commissione austriaca per la restituzione di opere d’arte razziate durante il nazismo giudica «legalmente nulli» i passaggi di proprietà avvenuti in seguito all’annessione del 1938 al Terzo Reich perché avvenuti evidentemente «per costrizione»

Gli eredi e i loro avvocati concordano con la tesi secondo cui la collezione del cabarettista austriaco è da considerare razziata, anche se mancano documenti che provino le confische

Mostra altri