LUNEDÌ 5 GIUGNO 2023
NOTIZIE IN BREVE | 16 NOTIZIE
- 01 Una Madonna dell’Orbetto razziata dai nazisti è stata restituita dal Giappone alla Polonia
- 02 Restituzioni d’arte: il caso Cina-Taiwan
- 03 Il British Museum taglia i ponti con la BP: fine dei rapporti entro l’anno
- 04 Per il Reina Sofía di Madrid 5 candidate e 4 candidati: c’è anche Cristiana Collu
- 05 Scoperti nella Svezia occidentale 40 petroglifi di 2.700 anni fa. Le prime immagini dei vichinghi?
- 06 Il Mann di Napoli diventerà un museo di prima fascia
- 07 Una lettera dell’Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli
- 08 L’ultimo concerto di Ryuichi Sakamoto (scomparso due mesi fa) è un’«installazione di realtà mista» allo Shed di New York e a Manchester
- 09 Fedeli in fila a Mosca per la Santissima Trinità, l’icona simbolo che Putin ha fatto spostare d’imperio dalla Galleria Tretyakov
- 10 A Firenze restaurate le lunette di Andrea della Robbia sotto il loggiato d’ingresso dell’Accademia di Belle Arti di Firenze
- 11 Vermeer il più visto nella storia del Rijksmuseum
- 12 Stefano Cagol nuovo direttore artistico di Castel Belasi
- 13 A Brescia il Corridoio Unesco e un percorso immersivo di Fabrizio Plessi
- 14 Un capolavoro della scultura barocca francese in vendita da Osenat
- 15 Claudia Lucchese nuova direttrice regionale dei Musei di Puglia
- 16 La Palazzina di Caccia di Stupinigi «occupata» pacificamente dagli studenti
Una Madonna dell’Orbetto razziata dai nazisti è stata restituita dal Giappone alla Polonia
Una «Madonna con il Bambino» attribuita ad Alessandro Turchi, l’Orbetto, razziata dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, è stata restituita dal Giappone alla Polonia. Avvistata da funzionari polacchi in un’asta a Tokyo lo scorso anno, è stata ritirata dalla vendita prima dell’incanto. Il proprietario dell’opera, rimasto anonimo, ha accettato di restituirla a titolo gratuito. Il dipinto è stato restituito il primo giugno durante una cerimonia presso l’Ambasciata polacca nella capitale giapponese. È l’ultima di un nucleo di circa 600 opere d’arte rubate dai nazisti recuperate grazie alle ricerche in corso da parte della Polonia, e la prima a provenire dal Giappone. In una conferenza stampa del 31 maggio, Piotr Gliński, vice primo ministro polacco, ha elogiato i dipendenti del dipartimento per la restituzione dei beni culturali del suo governo. «Grazie al loro lavoro, ogni settimana siamo in grado di informare su nuove opere d'arte recuperate che tornano nel nostro Paese», ha dichiarato. [Redazione]
Restituzioni d’arte: il caso Cina-Taiwan
Quasi 75 anni fa, la più grande collezione al mondo di manufatti e opere d'arte cinesi fu trasferita dalla Città Proibita di Pechino a Taipei, la capitale di Taiwan. Il trasferimento dei manufatti, che sono più di 600mila, fu orchestrato da Chiang Kai-Shek, l’ex leader del partito nazionalista cinese Kuomintang, che nel 1949 sfuggì all’Armata Rossa comunista di Mao Ze Dong fuggendo a Taiwan durante la guerra civile cinese. Oggi la Cina rivuole la collezione. I manufatti sono conservati al National Palace Museum di Taipei dal 1965, ma sono sempre più alla base di una fomentata disputa tra Cina e Taiwan. [Louise Benson]
Il British Museum taglia i ponti con la BP: fine dei rapporti entro l’anno
Si tratterebbe di una capitolazione nei confronti degli attivisti per l’ambiente e il cambiamento climatico: il British Museum avrebbe posto fine alla sua collaborazione di 27 anni con la BP, precedentemente nota come British Petroleum, che durerebbe solo fino alla fine di quest’anno. Il museo non ha confermato ufficialmente la fine dell’accordo con l’azienda di combustibili fossili, ma l’ultimo contratto della BP con il museo è terminato a febbraio dopo cinque anni. Le informazioni ottenute dagli avvocati del gruppo di attivisti «Culture Unstained» dimostrano il museo sta lasciando alla BP i suoi «benefici di sostenitore» fino a dicembre. [Benjamin Sutton]
Per il Reina Sofía di Madrid 5 candidate e 4 candidati: c’è anche Cristiana Collu
Oggi 5 giugno o al massimo domani sapremo chi prenderà le redini del Museo d’Arte Contemporanea Reina Sofía di Madrid per i prossimi cinque anni. Il ministro della Cultura, Miquel Iceta, dovrà scegliere il successore di Manuel Borja-Villel tra la rosa proposta dal comitato di esperti che ha consigliato il consiglio di amministrazione del museo. Tutto sembra indicare che il museo avrà una nuova direttrice (si sono presentate cinque donne e quattro uomini). Martedì il Consiglio dei Ministri potrebbe approvare la sua nomina. Tre delle possibili vincitrici sono messicane: Sofía Hernández Chong Cuy (48 anni), ex direttrice del Museo Tamayo e la più quotata secondo alcune scommesse; Magali Arriola (53 anni), attuale direttrice del Tamayo, e Viviana Kuri (53 anni) alla guida del Museo de Arte de Zapopan (Maz). Le altre due candidate sono Rosana Carrete (54 anni), direttrice del Museo Cabildo di Montevideo, e l’italiana Cristiana Collu (57 anni), direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Tra gli uomini, tre spagnoli e un argentino: Manuel Segade (46 anni), alla guida del Centro de Arte 2 de Mayo (CA2M) di Móstoles dal 2015; Gabriel Pérez-Barreiro (53 anni), ex direttore e curatore capo della Colección Patricia Phelps de Cisneros e consigliere della collezionista; Bartomeu Marí (57 anni), filosofo ed ex direttore del Macba, e Ferrán Barenblit (56 anni), ex direttore del CA2M di Móstoles e del Macba di Barcellona. [Redazione]
Scoperti nella Svezia occidentale 40 petroglifi di 2.700 anni fa. Le prime immagini dei vichinghi?
Nella Svezia occidentale, non lontano dal sito di Bohuslän, area molto nota agli archeologi perché aveva già restituito anni fa altre incisioni rupestri (come quelle dell’età del bronzo di Tanum) e che è stata riconosciuta come patrimonio culturale mondiale Unesco, un team di archeologi ha riportato alla luce circa 40 «petroglifi», ossia disegni su pietra, raffiguranti navi, persone e figure di animali, risalenti a circa 2.700 anni fa. La scoperta è avvenuta per puro caso, come spesso accade in archeologia. L’équipe di studiosi stava perlustrando l’area quando si è trovata di fronte a un’immensa parete di roccia completamente ricoperta di strati secolari di muschio compatto. Vi era una linea biancastra, che sembrava fatta dall’uomo. È bastato rimuovere la superficie muschiosa per rivelare i petroglifi sottostanti. [ilmessaggero.it]
Il Mann di Napoli diventerà un museo di prima fascia
Il Mann (Museo Archeologico Nazionale di Napoli) diventerà un museo di prima fascia, afferma il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che aggiunge: «Mi meraviglio che qualcuno non ci avesse pensato prima». Il ministro, durante la conferenza stampa al Mann per l’inaugurazione dell’imponente restauro del mosaico «La Battaglia di Isso», del I secolo a.C., lungo 5 metri e pesante 7 tonnellate, restaurato per un anno in un cantiere aperto al pubblico, ha anche parlato delle condizioni di degrado della Galleria Umberto I, che potrebbe diventare un luogo di incontro e di cultura. [Tina Lepri]
Una lettera dell’Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli
A proposito del concorso pubblico per 518 unità di personale (bando GU. n. 88 dell’8.11.2022) non dirigenziale, a tempo pieno e indeterminato, da inquadrare nell’area III, nei ruoli tecnico-scientifici del Ministero della Cultura (per le figure di Funzionario Archivista di Stato, Funzionario Bibliotecario, Funzionario Restauratore Conservatore, Funzionario Architetto, Funzionario Storico dell’Arte, Funzionario Archeologo, Funzionario Paleontologo, Funzionario Demoetnoantropologo), l’Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli ha indirizzato il 24 maggio scorso una lettera al MiC. Vi si legge: «Pur considerando con soddisfazione la scelta di colmare le carenze di organico del personale tecnico mediante una selezione che porti all’assunzione di figure professionali con contratto a tempo indeterminato, l’Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli non può esimersi dall’osservare che la procedura congegnata per la selezione riveli non poche criticità:
• il titolo di studio richiesto ai membri della commissione è di livello inferiore a quelli richiesti ai candidati al concorso, per i quali (con l’eccezione dei restauratori) il bando prevede il possesso di un titolo universitario di terzo livello (laurea e specializzazione, dottorato o master di secondo livello); ciò configura una seria anomalia rispetto alla tradizionale alta qualificazione delle commissioni di concorso dei funzionari del Ministero della cultura;
• non è chiaro quali siano stati i criteri in base ai quali sia stata effettuata la selezione dei membri della commissione;
• nelle commissioni relative alla selezione dei funzionari, per alcune tipologie di esaminandi, non risultano presenti le figure specialistiche dei diversi ambiti di competenza: si segnala a questo proposito il caso della commissione per la selezione di ben tre diverse figure professionali: architetti (32), storici dell’arte (35) e demoetnoantropologi (10);
• nella quale non si è ritenuto di prevedere né uno storico dell’arte né un antropologo. Le due figure tecniche appartengono alla categoria degli architetti;
• appare improprio l’accorpamento previsto per più profili professionali, considerato che per archivisti (260) e bibliotecari (130) si tratta di un numero elevato di posti destinati a colmare una grave carenza di organico;
• suscitano molta perplessità i requisiti richiesti per i restauratori: non sono considerati i diversi settori di competenza tecnica che, per queste delicatissime figure, sono invece previsti da sempre nei percorsi di formazione degli istituti centrali del Ministero della Cultura. Manca inoltre, e non si comprende perché, una qualunque verifìca delle competenze tecnico-pratiche.
Questa Associazione si rivolge al Ministero affinché si adoperi alla verifica della adeguatezza della procedura, al fine di garantire il migliore svolgimento delle selezioni per l’individuazione dei professionisti che avranno il compito di tutelare, gestire e valorizzare il patrimonio culturale del paese, nell’interesse pubblico». [Redazione]
L’ultimo concerto di Ryuichi Sakamoto (scomparso due mesi fa) è un’«installazione di realtà mista» allo Shed di New York e a Manchester
Intitolata Kagami (o «specchio» in giapponese), l’opera, concepita dallo studio Tin Drum, che ha già realizzato mostre per Marina Abramovic, sarà presentata in anteprima al centro culturale newyorkese «The Shed» dal 10 giugno al 2 luglio come installazione site-specific di realtà mista. Il pubblico dal vivo, indossando appositi occhiali, potrà vedere il musicista giapponese, scomparso lo scorso 28 marzo, impegnato in una performance pianistica solista che abbraccia tutta la sua carriera, con il suo volto e la sua fisicità resi in tre dimensioni virtuali. L’opera verrà realizzata contemporaneamente al 2023 Manchester International Festival, per poi viaggiare in Australia, alla Sydney Opera House e tornare negli Usa al Big Ears Festival di Knoxville nel 2024. [Redazione]
Fedeli in fila a Mosca per la Santissima Trinità, l’icona simbolo che Putin ha fatto spostare d’imperio dalla Galleria Tretyakov
Mentre la guerra è ormai entrata anche in territorio russo, con gli attacchi quotidiani sulla regione di confine di Belgorod, il presidente Vladimir Putin spinge sul sentimento religioso per rafforzare il patriottismo russo. Il patriarca Kirill, sostenitore dell’invasione dell’Ucraina, ha officiato vicino alla delicatissima opera d’arte. Gli esperti si erano opposti al trasferimento, parlando dell’estrema vulnerabilità del dipinto. [repubblica.it]
A Firenze restaurate le lunette di Andrea della Robbia sotto il loggiato d’ingresso dell’Accademia di Belle Arti di Firenze
Grazie al sostegno dei «Friends of Florence» sono state restaurate da Filippo Tattini sotto la direzione di Jennifer Celani della Soprintendenza le lunette di Andrea della Robbia, che si trovano sotto il loggiato d’ingresso dell’Accademia di Belle arti di Firenze dall’epoca delle requisizioni napoleoniche. «La Madonna con il Bambino tra san Francesco e sant’Orsola» proveniente dall’omonimo monastero di sant’Orsola, fondato nel 1309 ma di ordine francescano dal 1435, collocata in posizione più esposta rispetto alla piazza, mostrava segni di degrado più importanti, poiché, oltre agli ingenti strati di deposito atmosferico presenti in entrambi le lunette, che qui si era concretizzato, vi era materiale di natura grassa che, creando nuovi chiaroscuri, alterava la leggibilità dell’opera. Lo smalto era lacunoso e alcune zone erano interessate da fratture che è stato necessario consolidare con inflitrazioni di resine acriliche fluororate. In corrispondenza dei vari tagli di cottura erano presenti numerose stuccature, ormai notevolmente sporche, superficialmente abrase e alterate. Meglio conservata era invece «La Resurrezione» dalla chiesa di Santa Chiara, pur con alcuni strati di vernice ingiallite, alterazioni cromatiche e integrazioni abrase poste lungo i tagli di cottura. Oltre alla spolveratura e alla pulitura con acqua e carbonato d’ammonio al 10%, combinato all’azione di solventi, in alcune parti si è resa necessaria la pulitura meccanica con bisturi e pennelli. [Laura Lombardi]
Vermeer il più visto nella storia del Rijksmuseum
Ad Amsterdam sono stati 650mila i visitatori in quattro mesi per l’eccezionale mostra sul pittore di Delft. Nel frattempo le ricerche proseguono, in vista del 350mo anniversario della morte dell’artista, nel 2025. [Il Giornale dell’Arte]
Stefano Cagol nuovo direttore artistico di Castel Belasi
L’artista trentino Stefano Cagol, impegnato da anni in una ricerca sull’antropocene, dall’anno scorso collabora con il Polo Museale Trentino, che porta opere d’arte contemporanea in un castello medievale: quello di Castel Belasi, sito a Segonzone, frazione di Campodenno (Tn), un edificio fortificato duecentesco che d’ora in avanti sarà centro permanente per lo sviluppo della piattaforma «We Are the Flood/Noi siamo il diluvio», e già dall’11 giugno (fino al 29 ottobre) ospiterà la sua prima mostra, «Come pioggia», a cura dello stesso Cagol. [Redazione]
A Brescia il Corridoio Unesco e un percorso immersivo di Fabrizio Plessi
L’8 giugno a Brescia si svela nella sua interezza il Corridoio Unesco, una passeggiata di quasi un chilometro che collega in un unico percorso pedonale, aperto gratuitamente e liberamente al pubblico, l’area del Capitolium al complesso monumentale di Santa Giulia. Nell’occasione verrà anche presentato il percorso immersivo di «Plessi sposa Brixia», in programma dal 9 giugno al 7 gennaio 2024, composto da installazioni, videoproiezioni e ambienti digitali, che l’artista italiano ha appositamente pensato per il Parco Archeologico di Brescia romana e per il Museo di Santa Giulia. [Redazione]
Un capolavoro della scultura barocca francese in vendita da Osenat
Un modello preparatorio in terracotta per il monumento funerario del comandante Jacques de Souvré di François Anguier (1604-69) sarà venduto il 18 giugno a Versailles, nell’ambito della vendita «Les Grands Siècles à Versailles» di Osenat, organizzata con il Cabinet Lacroix-Jeannest (stime 2-3 milioni di euro). Il modello, raro esempio di maquette per un monumento funerario in terracotta, datato prima del 1667, illustra la tecnica sopraffina dello scultore francese. [Redazione]
Claudia Lucchese nuova direttrice regionale dei Musei di Puglia
Nuovo avvicendamento alla guida del MArTA (il Museo Archeologico Nazionale di Taranto): Claudia Lucchese, funzionario archeologo del Segretariato Regionale del Ministero in Puglia, prende il posto di Luca Mercuri, direttore regionale dei Musei di Puglia. Mercuri, che lascia l’incarico perché vincitore di un concorso come dirigente al Ministero della Cultura, era stato delegato a seguire il MArTA alla fine del mandato di Eva degl’Innocenti. L’ex direttrice aveva comunque dichiarato di aver già «creato tutta la programmazione scientifico-culturale ed economico-finanziaria dell’anno 2023 con l’approvazione del bilancio previsionale da parte del Consiglio di amministrazione». Tra i vari passaggi di direzione il MArTA rimane in attesa della selezione pubblica internazionale per l’individuazione dei nuovi direttori dei musei nazionali a cui sta lavorando il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. [Graziella Melania Geraci]
La Palazzina di Caccia di Stupinigi «occupata» pacificamente dagli studenti
In questi giorni un progetto scolastico ha fatto pulsare di vita la Palazzina di Caccia di Stupinigi (To), patrimonio dell’Umanità Unesco dal 1997. Il progetto, ideato per far conoscere i beni culturali del territorio, potenziare l’educazione civica e attuare percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto), è nato dall’incontro tra la docente del Primo Liceo Artistico, Maria Grazia Del Negro, e Serena Fumero, museologa e performer, referente dei Servizi Educativi della Palazzina. Grazie alla disponibilità della Direzione della Fondazione dell’Ordine Mauriziano e all’adesione di tutte le classi della sezione coreutica del Liceo, di numerosi docenti e studenti di alcune classi del biennio e del corso di grafica, l’idea si è trasformata in realtà: per alcuni giorni le sale juvarriane del Museo dell’Ammobiliamento di Stupinigi hanno ospitato i ragazzi che provavano alcune coreografie. Gli studenti si sono cimentati in varie performance di danza classica e moderna e in qualità di «ciceroni» come guide della Palazzina, preparati dalla docente di Storia dell’Arte Adriana Storti. [Redazione]