Veduta della mostra «On achève bien les discos» (2022) di Tony Regazzoni, Cacc

© Alexis Leclercq - Cacc

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Veduta della mostra «On achève bien les discos» (2022) di Tony Regazzoni, Cacc

© Alexis Leclercq - Cacc

Utopie sfiorite e mondi in rovina al Nouveau Printemps

Per la seconda edizione del festival multidisciplinare di Tolosa, il direttore artistico Alain Guiraudie ha scelto 19 artisti che utilizzano le nuove tecnologie 

La seconda edizione del Nouveau Printemps, festival multidisciplinare dedicato alla scena artistica emergente, che spazia dalla scultura all’installazione, dal design alla moda al cinema, si svolge dal 30 maggio al 30 giugno. L’arte si dispiega in una decina di luoghi del centro storico di Tolosa, più esattamente nel quartier des Carmes, scelto quest’anno per accogliere la rassegna, tra la Fondation Bemberg e il Musée des Augustins, la cripta archeologica del Palazzo di Giustizia e il Jardin Royal, ma anche in luoghi più insoliti, come boutique e un parcheggio sotterraneo. La direzione artistica è stata affidata ad Alain Guiraudie, regista e scrittore francese, classe 1964 (il suo lungometraggio «Lo sconosciuto del lago» fu premiato nel 2013 al Festival del cinema di Cannes nella sezione «Un certain regard»), i cui lavori esprimono «al tempo stesso una forma di gravità e di umorismo. Alain Guiraudie, narratore fuori dall’ordinario, ha spiegato la direttrice del festival Anne-Laure Belloc, è una voce importante e singolare del cinema francese, che difende un vero rapporto con lo spazio, il territorio e l’immagine, e che cerca la poesia e la bellezza dove non ci si aspetta di vederne». 

Alain Guiraudie ha selezionato i lavori di 19 artisti, tra cui Jennifer Caubet, Mimosa Echard, Lucie Stahl, Mathis Altmann e Pablo Valbuena: «L’arte che mi interessa sfida i codici esistenti, rinnova l’idea di bellezza e sfuma i confini tra bello e brutto, ha spiegato Guiraudie. Ho invitato artisti, per lo più giovani, molti dei quali guardano al futuro utilizzando le nuove tecnologie, mescolando nelle installazioni materiali e oggetti, volgari o più nobili, per assemblarli in un progetto estetico. Alcuni sono alle frontiere dell’arte, attingendo alla scienza a alla spiritualità. Sono anche artisti che hanno creduto a utopie sfiorite, a mondi promettenti ma caduti in rovina, a universi idilliaci diventati inquietanti».

Sara Sadik, che lavora sulla realtà aumentata, presenta un film futurista e iniziatico, «Zehafology», realizzato integralmente con una telecamera termica, che racconta le peregrinazioni notturne di un giovane in un centro commerciale abbandonato. Tony Regazzoni realizza una scenografia immersiva ambientata nell’atmosfera ormai desueta delle gigantesche discoteche del nord Italia che andavano di moda tra gli anni ’70 e ’90. Neïl Beloufa propone un percorso interattivo, al tempo stesso ludico e politico, che riflette sul tema dell’intelligenza artificiale e fabbricazione delle teorie complottiste. Di Ursula Biemann è «Deep Wheater», un video sul riscaldamento climatico e la giustizia climatica, mentre June Balthazard e Pierre Pauze presentano «Mass», una grande installazione, tra scienza e fantascienza, composta da filmati e sculture, che indaga sull’abitabilità del mondo.

Still dal video «Mass» (2020) di June Balthazard e Pierre Pauze. © June Balthazard e Pierre Pauze

Luana De Micco, 28 maggio 2024 | © Riproduzione riservata

Utopie sfiorite e mondi in rovina al Nouveau Printemps | Luana De Micco

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