Scettro ruyi, del regno Wanli, datato 1601, arricchito di giada, rubini e zaffiri

© Collezione Peter Viem Kwok’s Dong Bo Zhai (conservata nel Xi’an Qujiang Museo di Belle Arti)

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Scettro ruyi, del regno Wanli, datato 1601, arricchito di giada, rubini e zaffiri

© Collezione Peter Viem Kwok’s Dong Bo Zhai (conservata nel Xi’an Qujiang Museo di Belle Arti)

L’oro dei Ming al Musée Guimet

Il museo parigino delle arti asiatiche si concentra sulla lavorazione di questo materiale ed espone una selezione di oggetti e ornamenti prestati dallo Qujiang Museum of Fine Arts, a Sian

La dinastia cinese Ming durò quasi tre secoli, dal 1368 al 1644: un periodo caratterizzato dalla fioritura delle arti e dell’artigianato in Cina che ha portato alla produzione di una grande ricchezza e diversità dei manufatti artistici, in modo particolare le sete e ovviamente le porcellane, vasi e ciotole, prodotte nella città di Jingdezhen (Cina meridionale). Ma non solo. Con la mostra «L’oro dei Ming. Fasti e bellezze della Cina imperiale», dal 18 settembre al 13 gennaio 2025, il Musée Guimet, il museo parigino delle arti asiatiche, si concentra sulla lavorazione dell’oro, incoraggiata dagli imperatori Ming, ed espone una selezione di oggetti e ornamenti d’oro, spille, orecchini, collane, anelli, ma anche piatti e brocche, prestati dallo Qujiang Museum of Fine Arts, a Sian, capoluogo della provincia cinese dello Shaanxi. «La mostra invita a comprendere l’importanza dell’oro al tempo dei Ming e decifra le tecniche e la simbologia dei colori, nonché il significato dei diversi temi e motivi animali, floreali o buddisti, ha spiegato il museo parigino. L’estetismo è esplorato in tutto il suo splendore attraverso la rappresentazione molto codificata delle donne della nobiltà e della corte imperiale». 

Siamo nel Rinascimento cinese. Il grande impero dei Ming (in cui si succedettero più di cento imperatori) fu fondato dalla famiglia di etnia Han, dopo il crollo della dinastia Yuan di origine mongola. Mentre a Firenze fioriva il Rinascimento, la Cina divenne una potenza economica e commerciale. La capitale fu spostata a Pechino e furono costruite la Grande Muraglia e la Città Proibita. Da Sian arrivano a Parigi gioielli finemente lavorati in filigrana d’oro e arricchiti di pietre preziose e giade che erano riservati alle dame della famiglia imperiale e della corte, come testimoniano anche dipinti dell’epoca. Gli artigiani lasciavano libero corso alla propria immaginazione: sono esposte spille per capelli decorate con motivi di fenice, draghi, granchi o ancora di fiori e farfalle, preziosi ornamenti di cui uno a forma di pipistrello, impreziosito da rubini e zaffiri con motivi di caratteri shou, e un altro a forma di pesca lavorato a motivi di crisantemi, brocche, vasi, piatti e scatole d’oro decorate di daini, draghi, fiori di loto e altri motivi floreali e uno scettro ruyi, del regno Wanli, datato 1601, arricchito di giada, rubini e zaffiri.

Luana De Micco, 16 settembre 2024 | © Riproduzione riservata

L’oro dei Ming al Musée Guimet | Luana De Micco

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