Il siciliano Giuseppe Vassallo è il protagonista di una personale nella galleria Ceravento di Loris Maccarone (dal 15 giugno al 9 agosto). La collaborazione fra l’artista e lo spazio indipendente pescarese si rinnova all’insegna dell’evoluzione del rapporto tra uomo e natura, fragile e precario. Il suo lavoro, presentato alla scorsa edizione di Arte in Nuvola a Roma, trova oggi un nuovo taglio curatoriale.
Classe 1990, diplomato in Progettazione dei sistemi espositivi e museali e specializzato in Grafica d’Arte all’Accademia di Belle Arti di Palermo, Vassallo elabora un linguaggio mediato dall’uso della fotografia: il giovane artista crea immagini dove la figura umana, sempre centrale nelle sue opere e spesso dalla resa iperrealista, si staglia su fondi non sempre definiti, dalle atmosfere astratte, con evidenti rimandi alla natura. I lavori sono animati da contrasti, forti e delicati. I corpi raffigurati trattengono, per definizione e precisione, i valori attinenti al mondo classico, dove armonia ed equilibrio evocano la ricerca di una stabilità perduta. I corpi di Vassallo sono in apparente stato di quiete, ma in realtà tormentati, in tensione tra il desiderio di armonia con la natura e il timore di alienazione. Le immagini delle figure umane sono perlopiù caratterizzate da cromie dai toni delicati, ocra e pastello, che sottolineano il contrasto fra uomo e natura, l’uso della scala di grigi trasmette a uno stato di sospensione, un’atmosfera onirica, il pensiero di un mondo trasognato.
C’è l’idea di un’Arcadia contemporanea nelle opere di Vassallo, paradigma estetico e filosofico di un’intima connessione perduta. Nella serie presentata a Ceravento dipinti a olio su tela e tavola di medio e piccolo formato e fotografie scattate dall’artista, lungo un allestimento pensato come «un’esplorazione interspaziale tra mondi ed epoche differenti, tra familiarità e disorientamento, e collocate come sospese in assenza di gravità». La mostra è accompagnata da un testo critico di Miriam Di Francesco.