Installation view della mostra di Ezio Gribaudo allestita da Sans titre ad Art Basel

© Mattia Mognetti

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Installation view della mostra di Ezio Gribaudo allestita da Sans titre ad Art Basel

© Mattia Mognetti

La ricerca di Gribaudo ad Art Basel

All'artista ed editore torinese scomparso due anni fa è dedicata una mostra in cui è ricostruito fedelmente il suo famoso studio

«Logogrifo» (1966) di Ezio Gribaudo. Cortesia di Sans titre, Parigi

Ad Ezio Gribaudo (Torino, 1929 – 2022), figura centrale della scena culturale torinese, artista poliedrico che ha saputo spaziare dalla pittura alla grafica alla scultura, editore illuminato che si è dedicato alle avanguardie del XX secolo e fervente sostenitore dei talenti del suo tempo, la galleria Sans titre dedica nella sezione Feature di Art Basel 2024 una mostra personale, visibile al pubblico dal 13 al 16 giugno. Dopo gli esordi con la pittura figurativa, Gribaudo amplia i suoi interessi sperimentando con materiali e tecniche diversi, complice anche la fascinazione per i nuovi processi di stampa industriale, i caratteri tipografici e le matrici in rilievo. Nascono così negli anni Sessanta i «logogrifi» (il nome gioca sull’idea di un logos che passa attraverso un grifo, una «rete da pesca» che genera rebus verbali e immaginali), che caratterizzano gran parte della sua produzione, premiati nella sezione «Arti grafiche» della Biennale di Venezia nel 1966 e alla Biennale di San Paolo nel 1967. Opere realizzate con impronte tipografiche su carta buvard, prive di inchiostro e impresse a secco (embossing), che l’autore definiva «immagini ritrovate in tipografia, vecchi clichés, flani, dai quali ricavo collage costruiti con una tecnica particolare».

«Metallogrifo» (1971) di Ezio Gribaudo. Cortesia di Sans titre, Parigi

Il progetto ricostruisce fedelmente il suo studio, ideato dall’architetto Andrea Bruno nel 1974 e divenuto presto luogo di incontro di intellettuali e artisti dell’epoca. L’effetto che sortisce è quello di una capsula sospesa nel tempo e nello spazio della fiera, dentro la quale si possono ammirare una serie di logogrifi colorati, appesi uno dopo l’altro alle pareti come erano nel suo atelier, compreso uno in polistirolo tratto dalla stessa serie esposta in due importanti retrospettive, al Grazer Kunstverein (dicembre 2023 - marzo 2024) e al Museion Bolzano (fino a settembre 2024). Fondamentale nel suo percorso di formazione l’aver incrociato alcune delle personalità artistiche più rilevanti dell’epoca, tra cui Chagall, Miró, Picasso, Moore e de Chirico. Quest’ultimo in particolare, a cui era legato da amicizia, sollecitò il carattere sperimentale della sua ricerca con esiti di rilettura in chiave pop della pittura metafisica. Un dipinto che rende omaggio al grande maestro, simile a uno di quelli che era esposto in Via Palladio, è presente anche in questa occasione. «Negli ultimi quattro anni abbiamo lavorato a stretto contatto con Gribaudo e l’archivio - spiega Marie Madec, direttrice di Sans titre. A lui abbiamo dedicato due personali in galleria, una quando era ancora in vita e l’altra recentemente. Crediamo sia un momento cruciale per questo artista, che segna un punto di svolta in termini di visibilità e riconoscibilità della sua opera. Pur essendo molto noto in Italia, specialmente nella zona di Torino e dintorni, solo adesso il suo lavoro sta acquisendo rilevanza anche in contesto internazionale. Perciò abbiamo ritenuto fosse il momento ideale per proporre questo progetto ad Art Basel». 

Francesca Interlenghi, 13 giugno 2024 | © Riproduzione riservata

La ricerca di Gribaudo ad Art Basel | Francesca Interlenghi

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