Dopo il preopening dello scorso inverno (per Bergamo Brescia 2023), il nuovo polo culturale Gres art 671 inizia ora l’attività nella sua forma definitiva presentando dal 14 settembre al prossimo febbraio la personale di Marina Abramovic «between Breath and Fire», a cura di Karol Winiarczyk. Il percorso ruota intorno all’installazione cinematografica «Seven Deaths», dedicata a Maria Callas (figura da cui Abramovic è stata sedotta sin dall’adolescenza, a Belgrado), e si sviluppa con 30 lavori recenti e storici tanto all’interno di Gres art 671 quanto nel giardino, che ospita il paesaggio sonoro «Tree», presentato per la prima volta nel 1972 al Skc Cultural Centre di Belgrado. Ben più recente invece, «Seven Deaths» (2020), dove Abramovic evoca sette morti premature, presentate sullo schermo con la colonna sonora di sette assoli di Maria Callas in una struggente riflessione sulla caducità e la solitudine del mito.
La personale è ordinata in una delle due campate (radicalmente rinnovate, pur conservandone le caratteristiche originarie) del magazzino del complesso industriale dismesso del gruppo Italmobiliare (della famiglia Pesenti), dove si producevano tubi di gres per le strutture. Ceduta l’azienda, rimaneva il sedime abbandonato, di cui Italmobiliare, con Fondazione Pesenti, ha promosso il recupero per farne uno spazio di produzione culturale attuale nell’architettura (affidata a De8 Architetti-Mauro Piantelli di Bergamo) e giovane nello spirito, in linea con l’età (trent’anni) del suo presidente, Roberto Pesenti. Che a «Il Giornale dell’Arte» spiega: «Gres art 671 è il primo step di un progetto di rigenerazione urbana ben più ampio, che ricucirà quest’area al centro della città. Nella nostra programmazione non saremo troppo tradizionali: le mostre (due all’anno) proporranno installazioni, videoarte, performance, e porranno sempre al centro il visitatore, che vorremmo uscisse arricchito dall’esperienza. Ci saranno anche incontri, concerti, attività formative e laboratoriali: tutte attività partecipative tese a promuovere il benessere della comunità, che è uno degli obiettivi primari di Fondazione Pesenti. L’arte occuperà una campata degli ex magazzini, mentre l’altra è stata pensata come uno spazio che possa essere vissuto dalle persone, con una zona bar e un bistrot, un’area di coworking, un bookshop e un giardino interno di 600 metri quadrati: uno spazio libero, openspace, dove anche gli studenti della vicina università possano venire a studiare; una sorta di library aperta a chiunque voglia usufruirne».