Per chi viaggia verso la Grecia, fino al 28 luglio è visitabile l’Athens Photo Festival. Più di 100 artisti, provenienti da tutto il mondo, sono esposti nei 3mila metri quadrati del Museo Benaki / Pireos 138 e in varie altre sedi di Atene..
L’edizione del 2024, diretta da Manolis Moresopoulos, non si concentra su un tema specifico, ma vuole dare spazio alla diversità, all’inclusione e alla creatività. Il programma comprende attività educative, opportunità di networking e di sviluppo dei talenti e una serie di programmi pubblici che mettono in relazione i fotografi ateniesi con il contesto internazionale.
La mostra principale è un insieme di opere fotografiche, installazioni interattive, proiezioni, documenti d'archivio e pubblicazioni che unisce fotografi affermati e nuovi talenti per rendere un’immagine sfaccettata che possa rappresentare al meglio la fotografia contemporanea. I 72 artisti qui raccolti portano le loro visioni da 28 Paesi. Tra i temi più sentiti e ricorrenti troviamo il rapporto con il conflitto: l’Archive of Public Protests, porta all’attenzione i temi delle proteste contro le violazioni delle norme democratiche e dei diritti umani; Marcel Top, in «Reversed Surveillance», ragiona sul rapporto tra tecnologia e repressione; in «Pochva» Filipp Groubnov ricrea con un codice i paesaggi che non può ritrovare a causa della guerra. Tecnologia, rapporti di potere, ma anche intimità e lirismo, come nel lavoro di Ludovica De Santis, «Onironautica», che ricrea sogni lucidi attraverso un viaggio nell’inconscio, o come nel progetto «I saw a tree bearing stones in the place of apples and pears», di Emilia Martin, che ha raccolto le storie sussurrate dalle rocce.
Anche la famiglia e i suoi segreti trovano ampio spazio nell’esposizione del festival. Peter Pflügler in Now is not the right time si interroga sul trauma che proietta la sua ombra sulla sua famiglia, nascosto da una coltre di silenzio e amore; Cristóbal Ascencio Ramos in Las flores mueren dos vecesusa rilegge una giovinezza in cui era ignaro che la morte del padre fosse legata a un suicidio; Diego Moreno, con Malign Influences, interviene graficamente sulle fotografie di famiglia per mettere in risalto i mostri che popolano le sue ossessioni.
Una importante sezione del festival è dedicata ai giovani fotografi greci. Nell’edizione 2024 del «Young Greek Photographers»sono 15 i fotografi under 35 che raccontano nei loro scatti aspetti diversi della società ellenica, come «Molla» di Panagiotis Rontos, che si concentra sulla vita dei pescatori egiziani in Grecia. Altri ci portano nel loro mondo interiore, come Eftychia Vlachou con il suo «Springs of a hundred affections» o Danae Panagiotidi nel caso di «We Live Inside a Dream».
Il Book Program curato da Sylvia Sachini offre sostegno economico, riconoscimenti e la possibilità di esporre ai migliori lavori.
Non tutto, però, si svolge al Museo Benaki / Pireos 138: il festival è infatti animato da una serie di mostre satellite da scovare in alcuni dei luoghi più interessanti di Atene per quanto riguarda l’arte contemporanea. Queste gallerie sparse sul suolo cittadino non sono abitualmente legate in modo esclusivo alla fotografia, ma in pieno stile ateniese sperimentano con diverse forme di arte. Il Programma Satellite 2024 è curato anch’esso da Sylvia Sachini, ma le sedi invitate partecipano con una propria proposta curatoriale. Si tratta di un tentativo di riunire artisti di diversa estrazione per creare una piattaforma inclusiva che celebri la molteplicità di prospettive e pratiche all'interno delle comunità dell’arte contemporanea e della fotografia.
Tra queste vale la pena annotarsi «A Room of Their Own», di Susan Meiselas, all’EMST fino al 10 novembre 2024; «Once upon a photo…», con immagini di Nan Goldin, Nobuyosi Araki, Bill Owens, Tracey Moffat, Gabriel Orozco, Wolfgang Tillmans, Deanna Magganias, curata da Rebecca Camhi e visitabile alla Rebecca Camhi Gallery fino al 9 agosto.