Una veduta dell’edizione dello scorso anno di The Armory Show

Cortesia di The Armory Show. Foto di Vincent Tullo

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Una veduta dell’edizione dello scorso anno di The Armory Show

Cortesia di The Armory Show. Foto di Vincent Tullo

L’Armory spegne 30 candeline

Oltre 235 gallerie, di cui oltre 55 che partecipano per la prima volta, alla storica fiera newyorkese che quest’anno esplora il tema dei riverberi nel presente di echi storico-artistici

In programma dal 6 all’8 settembre al Javits Center, l’Armory Show, la fiera d’arte newyorkese per eccellenza, celebra il suo trentesimo anniversario con un’edizione caratterizzata da un nuovo layout e che accoglie American Express come partner principale. L’evento di quest’anno, che dal 2023 fa parte della rete Frieze, riunisce oltre 235 gallerie provenienti da più di 30 Paesi. Un generale ripensamento degli spazi del centro fiere garantisce nuovi ambienti di incontro, un’arena per conferenze e dibattiti e una ristrutturazione delle sezioni.

Cuore dell’evento resta la sezione «Galleries» cui partecipano molte delle principali realtà internazionali con presentazioni che spaziano nella storia, nella geografia e nei media. Per celebrare l’importante ricorrenza e il rapporto storico con la città, quest’anno l’Armory affida le sezioni a curatori che lavorano in istituzioni newyorkesi. Eugenie Tsai, curatrice indipendente, si occuperà della sezione «Platform», dedicata a installazioni su larga scala e opere site specific che esplorano memoria, materia e spirito; Robyn Farrell, curatore senior dello storico The Kitchen, cura la sezione «Focus» incentrata su presentazioni monografiche o di due artisti, tra avanguardia e sperimentazione contemporanea; infine, Lauren Cornell, curatrice capo dell’Hessel Museum of Art e direttrice del Graduate Program presso il Center for Curatorial Studies, Bard College, presiede il settimo «Curatorial Leadership Summit» (Cls) annuale. Come negli anni precedenti, Platform, Focus e Cls sono collegati tramite un filo comune ed esplorano il tema generale dei riverberi nel presente di echi storico-artistici. Tornano anche le sezioni «Solo», che riunisce presentazioni di singoli artisti, e «Presents» che presenta le gallerie più giovani. Infine, la sezione «Not-For-Profit» ospita installazioni di musei e fondazioni non a scopo di lucro, rafforzando l’impegno della fiera a favore dell’accessibilità dell’arte.

Sono 145 gli espositori riconfermati dall’anno scorso, tra cui nomi di spicco come Kasmin (New York), Sean Kelly (New York, Los Angeles) e Victoria Miro (London, Venice); circa 25 gallerie riappaiono dopo qualche anno di assenza, tra cui Marianne Boesky Gallery (New York, Aspen), Jeffrey Deitch (New York, Los Angeles) e Sperone Westwater (New York). Infine, arrivano per la prima volta all’appuntamento newyorkese oltre 55 nuovi espositori, tra cui gallerie come Corbett vs Dempsey (Chicago), Commonwealth and Council (Los Angeles, Città del Messico) e Labor (Città del Messico). Tra gli italiani spiccano nuovamente Eduardo Secci (Milano, Pietrasanta), Galleria Lorcan O’Neill (Roma, Venezia), Luce Gallery (Torino), Vistamare (Milano, Pescara), Francesca Minini (Milano) e Galleria Massimo Minini (Brescia). Per la prima volta si affaccia nella sezione Solo la galleria Dep Art di Milano che partecipa con una presentazione dedicata all’artista tedesco Wolfram Ullrich.

Maurita Cardone, 04 settembre 2024 | © Riproduzione riservata

L’Armory spegne 30 candeline | Maurita Cardone

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