«Simposio#07» di Eugenio Tibaldi

Cortesia dell'artista e della Galleria Umberto di Marino Napoli. Foto: B. Sales

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«Simposio#07» di Eugenio Tibaldi

Cortesia dell'artista e della Galleria Umberto di Marino Napoli. Foto: B. Sales

Il nomadismo continuo di Eugenio Tibaldi

Un doppio appuntamento nella Fondazione La Rocca di Pescara e nel Tempietto di Santa Maria del Tricalle di Chieti

Dal 5 luglio la Fondazione La Rocca di Pescara presenta «ET 2020/24», una mostra personale dedicata a Eugenio Tibaldi, artista originario di Alba (Cuneo, 1977) che vive e lavora a Torino. Da sempre polarizzato dalle estetiche periferiche e dal rapporto sfuggente tra l’economia e la cultura contemporanea, quest’anno ha rappresentato l’Italia alla prima Biennale di Malta e ha esposto nel corso del tempo in mezzo pianeta. 

Il progetto, a cura di Francesca Guerisoli, si biforca in due contesti distinti: da un lato un’installazione immersiva site specific a Chieti, «Informal Inclusion. Tempietto di Santa Maria del Tricalle» (fino al 5 agosto), dall’altro l’allestimento nello spazio della Fondazione La Rocca una selezione di opere rappresentative degli ultimi cinque anni di ricerca di Tibaldi (fino al 12 ottobre). Il tempietto teatino è chiuso al pubblico per vivere un’avventura immersiva con «luce e suono parte dello spazio aulico», mentre la Fondazione La Rocca ospita un’antologia dei lavori che l’artista ha realizzato tra il 2020 e il 2024, tracciando una panoramica sui suoi punti cardinali post Covid. Il periodo pandemico l’ha infatti portato a trasformare il suo sguardo nei confronti della società: in particolare verso il concetto, per lui fondante, di margine, spostatosi da un punto di vista geografico e antropologico a un’analisi di taglio più intimo e personale

L’ultimo tassello e la summa di queste sue riflessioni, concatenate idealmente, è «Informal Inclusion» (2024), prodotto per il Padiglione Italia alla prima Biennale di Malta. Le tavole progettuali «Informal Inclusion Project V.P» e «Informal Inclusion Project T.T.», più quattro opere reinstallate dall’artista. L’opera esplora le dinamiche neglette attraverso cui passano i processi di inclusione, assicurando contestualmente una benefica visione sul tema dell’immigrazione, lui che è un cultore di fatto dello spaesamento, del nomadismo continuo. Eugenio Tibaldi accende le luci su tutte quelle storie scartate o sottaciute, misconosciute perché associate a un immaginario che registra (e tollera) l’altro solo quando può essere consumato (e sfruttato).

«Archiettura dell'isolamento 01» di Eugenio Morandi (particolare). Cortesia dell’artista e della Tenuta dello scompiglio. Foto: L.Morandi

Maurizio Di Fazio, 05 luglio 2024 | © Riproduzione riservata

Il nomadismo continuo di Eugenio Tibaldi | Maurizio Di Fazio

Il nomadismo continuo di Eugenio Tibaldi | Maurizio Di Fazio