Inaugura l’11 aprile nella Galleria Alessandro Casciaro la personale di Domenico Grenci (sino all’11 maggio). Si tratta di una raccolta di dipinti intimi, intensi, dedicati a volti, oggetti, elementi naturali e tessili che poco paiono avere in comune ma che invece risultano compenetrati, l’uno nell’altro, come fossero affratellati da un’unica genesi. L’artista cerca di coinvolgere l’osservatore in un dialogo intimo, profondo, e lo fa riproponendo nelle sue opere tracce profonde del rapporto inscindibile tra uomo e l’ambiente. Si scoprono fiori concreti, intensi ed eterei, quasi tangibili pur essendo lievi e sfumati.
La natura, a portata di mano, sembra addomesticata, parte di un mondo incontaminato che qui può stare su un semplice comodino, a disposizione di chi lo guarda. Protagonisti sono anche i volti femminili, che hanno occhi che calamitano l’attenzione e trafiggono. Quelle donne misteriose potrebbero essere amanti o compagne di un tempo ormai andato, comunque conoscenze intime. La realtà è invece che le poetiche figure sono mutuate da semplici immagini di rotocalchi patinati.
Grenci (Ardore, 1981. Vive e lavora a Bologna) offre inoltre ampio spazio alla materia tessile: coperte e lenzuola, superfici che abitano la nostra intimità e che nelle opere vengono messe in primo piano, ben visibili, regalando un’immagine davvero poetica di qualcosa che attira per le sue caratteristiche tattili. L’artista calabrese trascina lo spettatore in un mondo distante e al tempo stesso presente e onirico. Contemplando i quadri, infatti, si ha la sensazione di osservare una realtà offuscata da un vetro appannato che galleggia nella nebbia dei ricordi.