Se si pensa alla produzione arazziera vengono senz’altro in mente le grandi manifatture antiche, legate in particolare alle Fiandre e alla Francia, da Arras, Aubusson, Tournai a Audenarde, Grammont, Enghien, Beauvais fino alla manifattura reale Gobelins di Parigi, ancora attiva. Senza dimenticare, in Italia, le opere decorative tessili concepite su disegno di artisti come Mantegna, Battista Dossi, Raffaello, Bronzino, Pontorno, Salviati. In realtà, seppure dopo un paio di secoli di oblio, l’arazzo ha di nuovo grande successo grazie al movimento inglese Arts and Crafts e poi lungo il XX secolo, soprattutto grazie alle avanguardie storiche, Futurismo in testa, cui si aggiungono le attenzioni dedicate al tema dalla Biennale di Venezia e dalla Biennale di Monza-Triennale di Milano che ha portato l’arazzo anche nel «pianeta» del design. Da lì alle commissioni importanti in Italia il passo è brevissimo, tanto che si ha notizia di attenzione per l’arazzo contemporaneo, per le proprie abitazioni, da parte dell’architetto Renzo Piano e degli imprenditori Agnelli e Olivetti.
A raccontare questa appassionante storia, a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso ad oggi, è la mostra «Trame esplorative: un viaggio attraverso l’arazzo», allestita dal 26 ottobre al 16 marzo 2025 nella Fondazione Dino Zoli: la curatrice Nadia Stefanel ha riunito numerosi artisti con il fine di fare un passo avanti rispetto alla dimensione anche decorativa dell’arazzo, mettendone in risalto soprattutto il lato espressivo, più propriamente artistico. In questo modo, infatti, vengono calati nella realtà artistica i termini tecnici legati al settore come filo, trama, ordito, intrecci, mostrando come questa tecnica antica sia stata pratica in Italia negli ultimi decenni. Il percorso infatti accosta nomi storici con figure recenti, designer e stilisti. Tra i primi ci sono Sonia Delaunay (1885-1979), Gino Severini (1883-1966), Alexander Calder (1898-1976), Afro Basaldella (1912-76), Mauro Reggiani (1897-1980), Luigi Veronesi (1908-98) e Piero Dorazio (1927-2005), cui si aggiungono per le ultime generazioni Omar Galliani (Montecchio Emilia, 1954), Maurizio Donzelli (Brescia, 1958), Stefano Arienti (Asola, 1961), Loredana Longo (Catania, 1967) e Sissi (Bologna, 1977); insieme a loro sono presenti le designer Nathalie du Pasquier e Francesca Muller e lo stilista sardo Antonio Marras.