«Testa d’uomo maschile» (1500-05 ca), di Giovanni Agostino da Lodi (particolare). Dresda, Staatliche Kunstsammlungen, Kupferstichkabinett. Foto: Herbert Boswank

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«Testa d’uomo maschile» (1500-05 ca), di Giovanni Agostino da Lodi (particolare). Dresda, Staatliche Kunstsammlungen, Kupferstichkabinett. Foto: Herbert Boswank

Dal Quattro al Novecento i mille volti della caricatura

All’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti opere di Leonardo da Vinci (18 disegni), Parmigianino, i Carracci, Donato Creti, i Tiepolo, Anton Maria Zanetti, ma anche Francis Bacon

Pietro C. Marani, tra i più autorevoli studiosi di Leonardo, è il curatore della mostra «De Visi Mostruosi e caricature. Da Leonardo da Vinci a Bacon», all’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti dal 28 gennaio al 27 aprile (catalogo Marsilio). Lo spunto è offerto da una «Testa di vecchia» di Leonardo, di proprietà della Fondazione Giancarlo Ligabue, attualmente presieduta dal figlio Inti, il quale precisa che dopo le mostre di taglio archeologico dedicate a civiltà lontane, ora il focus si apre sulla comprensione della società, dei suoi valori e delle sue espressioni culturali con epicentro Venezia, che da sempre è il punto di partenza e di ritorno delle spedizioni della Fondazione. Inti Ligabue ha rivelato che il padre era un collezionista di caricature e si dilettava a farne, con soggetto prevalentemente femminile. Per tornare a Leonardo, l’artista respingeva la dizione di caricature preferendo la definizione di «teste caricate» o «grottesche» non senza una buona dose di ironia e non senza la convinzione che i volti deformi, le figure distorte possono facilmente tenersi a mente. Per questo evento sono ben 18 i disegni autografi esposti, grazie ai prestiti dal Louvre, da Dresda, dagli Uffizi, dalla Pinacoteca di Brera, dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana e dal Castello Sforzesco di Milano, e, per la prima volta, dalle Devonshire Collections di Chatsworth.

Professor Marani, cominciamo dall’autenticità della «Testa di vecchia» della collezione Ligabue.

C’è una nutrita bibliografia a riguardo. È stata decisiva, nel 2006, la perizia di Paolo Spezzani che ha esaminato il disegno con la tecnica digitale dell’infrarosso, poi confermata da altri autorevoli critici.

Nel titolo della mostra sembra esserci una contrapposizione tra i «visi mostruosi» e le «caricature».

La caricatura accentua certi aspetti fisionomici, con risvolti anche morali ed etici, specie per quanto riguarda la critica di chierichetti e preti (numerosi nel ’500), nell’imperante anticlericalismo. Nel ’700, con i Tiepolo e Anton Maria Zanetti (sue 12 caricature esposte), il tono si fa più leggero e soprattutto compaiono come elementi essenziali la musica e il teatro. Di qui le caricature dei cantanti, che in realtà rappresentano un omaggio. Un po’ tutta l’aristocrazia dell’epoca era coinvolta: in prima linea il conte Sagredo, uno dei maggiori collezionisti dal secondo decennio del ’700, con molti legami europei per cui si può parlare di circolarità.

La mostra include anche disegni di Parmigianino, dei Carracci, di Donato Creti e persino del boemo Wenceslaus Hollar.

È la linea settentrionale che ha come centri Milano, Bologna e Venezia. Agostino e soprattutto Annibale Carracci, nella Bologna papalina, vollero rappresentare realisticamente la società dell’epoca. È certo che Zanetti, e non solo lui, ha studiato i bolognesi.

Un aspetto tutt’altro che secondario di questa mostra riguarda la bibliografia.

In due vetrine viene esposta una selezione della biblioteca dello Zanetti.

E il coup de théâtre finale: i «Tre studi per un ritratto di Isabel Rawsthorne» di Francis Bacon.

Me ne assumo la piena responsabilità. Bacon non era solo scandaloso, era anche molto colto. Sicuramente aveva avuto modo di conoscere il dipinto di Giovan Paolo Lomazzo, una donna «grottesca» derivante da un disegno di Leonardo a Chatsworth. La deformazione del volto rimanda a passioni, inconfessabili istinti animaleschi, incubi psichici, pulsioni inconsce. Tutti temi che hanno coinvolto artisti dell’età moderna e contemporanea e che continueranno a coinvolgerli anche nel futuro. Per questo la mostra rappresenta non la conclusione di un percorso ma un punto di partenza.

«Testa d’uomo maschile» (1500-05 ca), di Giovanni Agostino da Lodi (particolare). Dresda, Staatliche Kunstsammlungen, Kupferstichkabinett. Foto: Herbert Boswank

Lidia Panzeri, 25 gennaio 2023 | © Riproduzione riservata

Dal Quattro al Novecento i mille volti della caricatura | Lidia Panzeri

Dal Quattro al Novecento i mille volti della caricatura | Lidia Panzeri