Dal dialogo tra le sculture dell’artista tedesco Nicolas Pelzer (Dinslaken, 1982) da un lato e, dall’altro, i dipinti di Tal Regev (nata a Londra, dove vive e lavora) scaturisce la mostra «Within Our Shapes», curata da Domenico de Chirico per Tempesta Gallery a Milano, dove sarà visibile fino al 6 dicembre. Pur servendosi di media diversi, entrambi gli artisti si muovono in un territorio sfuggente e liminale, abitato da forme mutanti, metamorfiche, ancora riconoscibili ma pronte a penetrare negli spazi inconoscibili dell’astrazione. Le installazioni di Pelzer ci invitano a riflettere su come la tecnologia stia trasformando il concetto stesso di corpo, messo in crisi dalla pervasività sempre più penetrante (e, per molti, disorientante) della tecnologia stessa, che mette in discussione i nostri confini fisici e percettivi. L’artista delinea questo processo con una serie di sculture pensili illuminate da lampadine: ritagliate nel metallo, esibiscono forme che evocano le mani, intrecciate però ad altre forme che sembrano alludere a componenti di hardware, evocando così la ridefinizione della nostra realtà fisica e della nostra percezione.
Nella mostra le sculture di Pelzer entrano in risonanza con i dipinti di Tal Regev: immagini incorporee e fluide, le sue, luminose e trasparenti, in cui prendono forma figure e oggetti impermanenti, come sospesi in un liquido, che paiono galleggiare in un mondo di confine tra interiorità e apparenza esteriore. Come suggerisce il curatore nel suo testo, Regev «pone al centro della sua pratica l’analisi della tensione tra ciò che arde continuamente dentro di noi e ciò che emerge solo apparentemente nel rapporto con gli altri». Con questa mostra, Tempesta Gallery (fondata nel 2020 da Elisa Bonzano ed Enrico Angelino) prosegue nella linea dell’esplorazione dei vicendevoli attraversamenti di forma, materia e percezione: «entrambi gli artisti, spiegano i galleristi,operano infatti all’intersezione tra fisicità e immaterialità, traducendo in arte il dialogo tra tecnologia e corporeità, tra il visibile e l’invisibile. Attraverso le loro opere, desideriamo offrire una riflessione profonda sulle dinamiche spazio-temporali che plasmano la nostra esperienza del mondo contemporaneo. La mostra rappresenta un’indagine sulla capacità dell’arte di trascendere il dato sensibile per avvicinarsi a una comprensione più elevata della realtà, invitando lo spettatore a interrogarsi su ciò che definisce la forma e sul significato che essa assume nella nostra epoca»