È un lungo excursus visivo attraverso i secoli, quasi un catalogo avente per oggetto la «psiche», ossia il tema della concomitante XXIV edizione del Festival Filosofia (13-15 settembre), la mostra «Psiche allo specchio. Omnia vincit amor», che La Galleria di Bper Banca presenta dal 13 settembre al 9 febbraio 2025. Per la cura di Daniela Ferrari, sono ordinati in mostra dipinti di Francesco Albani (1578-1660) e bottega, Sisto Badalocchio (1585-1647), Jean Boulanger (1606-60), Lorenzo De Ferrari (1680 ca-1744), Hendrik Frans van Lint (1684-1763), Lorenzo Pasinelli (1629-1700), Giovanni Battista Paggi (1554-1627) e Guido Reni (1575-1642) sino alle acqueforti e acquetinte di Max Klinger (1857-1920) e ulteriori lavori di François Gérard (1770-1837) e Federico Zandomeneghi (1841-1917), cui si aggiungono opere di Andrea Facco (Verona, 1973), Omar Galliani (Montecchio Emilia, Re, 1954) e Andrea Mastrovito (Bergamo, 1978).
Il racconto polisemico che ne scaturisce si apre con uno psyché, uno specchio ottocentesco in legno dorato proveniente dalla Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo (Pr), oggetto che permette di inquadrare, letteralmente, la donna e l’uomo e che in termini metaforici la curatrice Ferrari lega all’arrivo tra i soggetti della pittura della vita quotidiana: l’essere umano, così, si specchia e la sua anima si riflette nel mondo come mostra, ad esempio, il dipinto «Fémme devant une psyché» (La vestaglia nuova o La vestaglia gialla) di inizio ’900 di Zandomeneghi, collocato a fianco.
Un altro nucleo tematico riguarda le opere legate al mito di Amore e Psiche narrato da Lucio Apuleio (125 ca-post 170) ne Le Metamorfosi: al centro di questa sezione c’è «Amore dormiente», che Reni dipinse intorno al 1620 al ritorno a Bologna dopo il primo soggiorno romano: secondo gli studiosi Daniele Benati e Lucia Peruzzi, si tratta dell’opera che nel 1627 il conte Rinaldo Ariosti, agente degli Este a Bologna, propose per l’acquisto al duca di Modena Cesare I d’Este che, però, non la comprò (oggi è uno dei pezzi principali della raccolta d’arte di Bper Banca). Esposti al suo fianco ci sono l’intero ciclo (25 fogli realizzato all’acquaforte e all’acquatinta nel 1880) che Klinger dedicò ad Amore e Psiche, nonché altri lavori dell’artista di Lipsia e l’importante «Amore e Psiche» (o «Allegoria di Eros e Psiche», 1798) di Gérard, secondo gli esperti coeva del dipinto dello stesso autore conservato al Louvre, ispirato alla statua di medesimo soggetto di Antonio Canova ed esposto al Salon di Parigi nell’anno della sua realizzazione.
Anche la parte contemporanea è nutrita: si spazia, ad esempio, da «Le farfalle di Zeus», realizzato da Facco per l’esposizione modenese, che si compone di una semplice cartolina raffigurante l’olio su tela «Giove che dipinge le farfalle, Mercurio e le virtù» di Dosso Dossi, sulla quale l’artista veronese ha riprodotto un francobollo con l’immagine di una farfalla, prima di spedire la missiva a casa della curatrice Daniela Ferrari. A chiudere la mostra sono Galliani con il dittico «Un mantra per Amore e Psiche» e Mastrovito con una lightbox dal titolo «Psyche Revived by Cupid’s Kiss».