«Sii innamorato e sarai felice» (1898) di Paul Gaugin (particolare)

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«Sii innamorato e sarai felice» (1898) di Paul Gaugin (particolare)

Da Boccioni a Wildt, un’enciclopedia della grafica moderna

La stagione culturale di Bagnacavallo riparte con due mostre: la prima ripercorre la rivoluzione del segno nella grafica delle avanguardie, la seconda l’opera di Ettore Frani in oltre 120 lavori

La stagione culturale di Bagnacavallo riparte con due mostre: «La rivoluzione del segno. La grafica delle avanguardie da Manet a Picasso», al Museo Civico delle Cappuccine dal 21 settembre al 12 gennaio 2025 e che prosegue nel solco triennale dell’esplorazione della grafica lungo i secoli, e la personale di Ettore Frani (Termoli, Cb, 1978) «Verso la gioia», nell’ex Convento di San Francesco dal 14 settembre al 10 novembre

Frani, come si evince dalle oltre 120 opere esposte, tra cui alcune inedite (un’ottantina i lavori su carta, 40 i dipinti più cinque installazioni), selezionate dai curatori Paola Feraiorni e Massimo Pulini, è interessato in particolare al dialogo tra il visibile e l’invisibile, fornendo i presupposti per creare una dimensione dove è protagonista un tempo dilatato all’infinito e arricchito spesso dalla dimensione monumentale e ancor di più da una «sacralità» evidente, sottolineate dalla luce. Il percorso, lungo il quale si nota anche l’utilizzo di materiali «primari» per Frani quali sassi, polvere, cenere, vetro e stracci, si svolge in otto sale con opere che vedono al centro la figura umana, il paesaggio e la natura morta. 

Nel vicino Museo Civico delle Cappuccine lo scenario cambia completamente con la mostra a cura di Davide Caroli e Martina Elisa Piacente con Marco Fagioli. Dopo gli appuntamenti sulle incisioni di Goya, Klinger, Dürer, l’Ukiyo-e, Hokusai e Hiroshige, ora l’attenzione è focalizzata sui mutamenti avvenuti tra XIX e XX secolo, partendo dal momento in cui, a Parigi, si diffuse tra gli artisti il Japonisme che tanto ha influito non solo visivamente, ma emotivamente, nella ricerca di un nuovo senso dell’io umano e di una nuova concezione del mondo. Il percorso si sviluppa attraverso lavori di Goya, Doré (è esposta una sua rara matrice xilografica), Daumier, le grafiche impressioniste di Manet, Renoir e Degas, fino a Toulouse-Lautrec, Matisse, Wlaminck, Gauguin, Cézanne e Bonnard. Si passa poi al nuovo secolo, che dalla speranza presto si scioglierà nella tragedia della prima guerra mondiale, con lavori dell’Espressionismo tedesco di Ensor, Grosz, Kirchner, Kokoschka, Kollwitz, Masereel, Nolde, Pechstein e Schiele, del Simbolismo di Redon e Alberto Martini, dell’Astrattismo con Kandinskij e Paul Klee, del Surrealismo di Ernst, Man Ray, Magritte, Dalí e Picabia. Tra il centinaio di lavori esposti un ampio spazio è inoltre dedicato alle esperienze italiane con de Chirico, Morandi, Wildt, Boccioni, Marini, Manzù, Carrà e Campigli, ma ci sono anche lavori coevi di Chagall, Rouault, Giacometti, Léger e una sezione apposita per Picasso.

«Colloquium I
» (2021) di Ettore Frani

Stefano Luppi, 13 settembre 2024 | © Riproduzione riservata

Da Boccioni a Wildt, un’enciclopedia della grafica moderna | Stefano Luppi

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