La nuova mostra «Bertozzi & Casoni. Non è quel che sembra» apre il 14 settembre la stagione espositiva autunnale del Labirinto della Masone, realizzato a Fontanellato nel 2015 da un’idea di Franco Maria Ricci e da una promessa fatta nel 1977 allo scrittore argentino Jorge Luis Borges. Negli edifici che circondano il grande Labirinto in bambù, e che ospitano anche la collezione dell’editore, designer, collezionista d’arte e bibliofilo scomparso nel 2020, si dipana l’esposizione di una quarantina di opere di Giampaolo Bertozzi e Stefano Dal Monte Casoni, sodalizio nato ufficialmente come Bertozzi & Casoni a Imola nel 1980 e durato fino alla recente scomparsa di Casoni nel 2023.
Formatosi artisticamente a Faenza, centro ceramico per eccellenza, il duo imbocca da subito una strada che unisce sapientemente qualità e manualità artigianale con uno spirito critico e anticonformista che nei decenni evolverà in opere iperrealiste sempre più incentrate sul tema della corruzione e del disfacimento dell’ambiente naturale dovuto all’incuria umana. Nel percorso museale, a contatto con le opere di varie epoche collezionate da Franco Maria Ricci, sono sapientemente collocate creazioni come «Flamingo», scultura composta da due fenicotteri di cui uno con il collo reciso popolato di farfalle, «Nelle tue scarpe (un’epifania)», in cui le scarpe di un noto brand sono rappresentate logore e usurate; «Sedia elettrica con farfalle» si staglia nella saletta dedicata alle vanitas e, nelle gallerie dedicate ai volumi della casa editrice, sono collocate due opere in cui i libri costituiscono oggetti di uso comune, accompagnati da cibo e tazzine sporche di caffè. Entrando nel vero e proprio spazio espositivo, il visitatore si trova davanti a opere fortemente rappresentative del lavoro capillare, ricco di sapienza artigianale, di tradizione nonché di ardite sperimentazioni tecniche prestato a tematiche contemporanee urgenti, quali il consumismo e i problemi ambientali sempre più pressanti: forte è il messaggio, in tal senso, dell’enorme «Caretta caretta», realizzata appositamente per questa mostra, in cui una tartaruga marina giace su un tavolo veterinario, impigliata nelle reti da pesca gettate dall’uomo, e che forse, proprio grazie all’intervento dell’uomo, potrà salvarsi.
Tavole coperte di avanzi di cibo e stoviglie sporche, sacchetti di plastica e cestini stracolmi d’immondizia, resi con un iperrealismo impressionante, si alternano a messaggi di speranza, come «Disgrazia con tulipani rossi», dove i fiori ricrescono su zolle piene di sigarette e cartacce. In occasione della mostra, curata dalla Fondazione Franco Maria Ricci insieme a Bertozzi e aperta fino al 7 gennaio 2025, viene pubblicato un omonimo volume edito da Franco Maria Ricci che raccoglie, oltre alle opere esposte, una serie di racconti di Tiziano Scarpa (scrittore vincitore del Premio Strega nel 2009).