Il Padiglione israeliano alla Biennale di Venezia, la cui apertura in anteprima per i media era prevista per oggi, resterà chiuso al pubblico, fino a quando non sarà raggiunto un accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi nella guerra tra Israele e Hamas. A dirlo è Ruth Patir l'artista selezionata per rappresentare il Paese: «Odio farlo, ha dichiarato l’artista al “New York Times”, ma penso che sia importante». Patir non avrebbe informato il Governo israeliano della sua decisione.
I visitatori che si si aspettavano di accedere al Padiglione durante l'anteprima di oggi (16 aprile) hanno invece incontrato dei soldati italiani a guardia dell'ingresso. Una nota affissa alla finestra del padiglione informa: «L'artista e i curatori del Padiglione israeliano apriranno la mostra quando sarà raggiunto un accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi». Il progetto di Patir, intitolato «(M)otherland,» è incentrato sulla maternità contemporanea; le curatrici del Padiglione sono Mira Lapidot e Tamar Margalit.
Esattamente un mese dopo che il comitato di selezione aveva scelto Patir per il padiglione israeliano, il 7 ottobre 2023 Hamas compiva e sue atrocità in Israele, uccidendo 1.200 persone e prendendone 240 in ostaggio. Secondo il ministero della Sanità gestito da Hamas, a Gaza sono state uccise oltre 33mila persone.
All'inizio di quest'anno migliaia di artisti e operatori culturali hanno firmato una lettera aperta per chiedere l'esclusione di Israele dalla più prestigiosa esposizione d'arte del mondo. In quell'occasione un portavoce della Biennale aveva dichiarato: «Per quanto riguarda la partecipazione all'Esposizione Internazionale d'Arte dei Paesi rappresentati nei padiglioni dei Giardini, dell'Arsenale e della città di Venezia, La Biennale di Venezia desidera precisare che tutti i Paesi riconosciuti dalla Repubblica Italiana possono autonomamente richiedere di partecipare ufficialmente. [...] Di conseguenza, La Biennale non potrà prendere in considerazione alcuna petizione o appello per escludere la partecipazione di Israele o dell'Iran alla prossima 60. Esposizione Internazionale d'Arte».
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