Dal 27 giugno al 6 gennaio 2025 le Gallerie d’Italia di Torino presentano «Antonio Biasiucci. Arca», una delle più importanti e complete mostre dedicate al fotografo campano. Roberto Koch, curatore della mostra, invita a viaggiare attraverso le diverse tappe artistiche del lavoro di Biasiucci (Dragoni, 1961), per scoprire come l’artista abbia creato un nuovo e unico linguaggio espressivo, rendendo la fotografia un’espressione di puro pensiero.
Le oltre 250 fotografie esposte, le quali, oltre a immagini singole, includono anche polittici e sequenze, portano in mostra per la prima volta i vari capitoli «poema utopico» di Biasiucci, una raccolta poetica che parte dalle esperienze individuali per raccontare esperienze collettive. All’apparenza semplici ed essenziali, le sue fotografie sono frutto di un complesso e lungo lavoro di ricerca. L’utilizzo del bianco e nero e lo sfondo scuro che accoglie e incornicia i soggetti contribuiscono a decontestualizzare gli oggetti e le scene del quotidiano che Biasiucci ritrae, creando rappresentazioni archetipe della realtà. Le sue opere sono così un racconto dei temi ancestrali, rimandi a miti e simboli assoluti, che trascendono tempo e cultura.
Nella serie «The dream», ad esempio, i ritratti degli immigrati «aiutano a cancellare i dati che contestualizzano e diventano simbolicamente rappresentativi di tutti i migranti di ogni tempo», afferma l’artista. O ancora, nella serie «Corpo Ligneo», tronchi divelti e elementi naturali si trasformano nelle sagome di città e elementi architettonici metafisici. In «Vapori», invece, scene come l’uccisione di un maiale invitano a riflettere su concetti astratti come la vita e la morte. È quindi naturale il rimando all’Arca, che ha ispirato il titolo della mostra: così come il vascello mitologico, che contiene in sé la moltitudine della vita, Biasiucci mira a raffigurare e immortalare l’essenza e l’origine dell’energia vitale, in cui l’individuo si perde nell’universale.
«Antonio Biasiucci. Arca» prosegue la serie di esposizioni dedicate ai grandi della fotografia italiana (precedentemente, ci furono Lisetta Carmi e Mimmo Jodice). Inoltre, in quest’occasione, il pubblico potrà immergersi ancora di più nella ricerca poetica dell’artista, di cui potrà ascoltare racconti e spiegazioni attraverso l’app di Gallerie d’Italia.