«Italia Sessanta. Arte, moda e design. Dal Boom al Pop», allestita a Palazzo Attems-Petzenstein dal 29 giugno al 27 ottobre, è un viaggio nel cuore frastagliato di quell’irripetibile decennio, con la guerra mondiale alle spalle e il vento di un’economia strutturalmente favorevole a gonfiare le vele del benessere di massa. Una mostra divertente e rigorosa curata da Carla Cerutti per il design, Enrico Minio Capucci e Raffaella Sgubin per la moda e Lorenzo Michelli per le arti visive, che raccontano quegli anni effervescenti sulla scorta delle assonanze di generi. I mutamenti radicali nella società, le idee di rivoluzione, la spinta diffusa a una creatività visionaria e ancorata al futuro. La nascita, a Milano, del Salone del Mobile e la proliferazione di oggetti iconici destinati a riplasmare il nostro «way of life»: uno per tutti il mangiadischi, che rese la musica portatile. Lo chiamavano Made in Italy. Ad accogliere programmaticamente i visitatori una scintillante Ferrari 275 gtb del 1965.
Nel 1964 la Biennale di Venezia ufficializza la Pop art, che con il Radical Design prescrive il primato dell’invenzione poetica sulla funzionalità: nuovi materiali, tecnologie e sensibilità si irraggiano, e il meticciato tra arte, moda, design, spettacolo e comunicazione fa decollare sul mercato e nell’immaginario prodotti come il telefono Grillo e la radio TS 502 (entrambi di Zanuso), i televisori Brionvega (oggi totem per ogni collezionista), la macchina da scrivere Valentine di Ettore Sottsass per Olivetti. In mostra anche abiti ammantati di leggenda come il Pigiama Palazzo della principessa Irene Galitzine, accanto agli evergreen di Valentino e Missoni, alle borse e alle scarpe di Ferragamo, Gucci e Roberta di Camerino. Ecco l’influenza di Pop e Op con le creazioni di Getulio Alviani e Germana Marucelli. Nuove case e arredi, griffati Joe Colombo, De Pas e D’Urbino, Giancarlo Piretti, Archizoom, Studio 65, Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Vico Magistretti, Elio Martinelli, Umberto Riva, Gae Aulenti, Gino Sarfatti, Gio Ponti, Tobia Scarpa. E tra le new entry a loro modo epocali, come non ricordare il celeberrimo Sacco di Gatti, Paolini e Teodoro, eternato da Paolo Villaggio-Fracchia? E la chitarra della Eko, Rocket, concepita da Oliviero Pigini per i The Rokes di Sal Shapiro; la British Invasion, minigonna inclusa. La nostalgia è assicurata, o meglio, la voglia di guardare avanti guardandoci indietro.