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Una veduta dell'allestimento della mostra « L’arca di vetro. La collezione di animali di Pierre Rosenberg», Fondazione Cini, Venezia, 2021

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Una veduta dell'allestimento della mostra « L’arca di vetro. La collezione di animali di Pierre Rosenberg», Fondazione Cini, Venezia, 2021

Lo zoo privato di Rosenberg

La schedatura dei pezzi selezionati dell’eclettica collezione di animali in vetro dell'ex direttore e presidente del Louvre, in anni di appassionata ricerca dettata solo dal piacere

Carla Cerutti

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Tra le mostre più divertenti organizzate negli ultimi anni, quella sulla collezione di animali di Pierre Rosenberg, aperta sino al primo novembre nelle «Stanze del Vetro» sull’isola di San Giorgio a Venezia, corredata di un catalogo di studio curato, come la mostra, da Cristina Beltrami e Giordana Naccari.

Il volume propone la schedatura dei 745 pezzi selezionati tra gli oltre mille che costituiscono l’eclettica collezione di animali in vetro del noto storico dell’arte, già direttore e presidente del Louvre, in anni di appassionata ricerca, dettata esclusivamente dal piacere, non dal sapere, come sottolinea lui stesso nell'intervista che apre il libro. La Naccari racconta il rapporto trentennale che l’ha legata a Rosenberg, da quando lo studioso si accingeva all’acquisto dei suoi primi animali fino ad oggi, rapporto che ha portato alla realizzazione della mostra odierna.

Cristina Beltrami, che insieme a Giordana Naccari, al Centro Studi Vetro della Fondazione Giorgio Cini e a studiosi e maestri vetrai, ha lavorato sull’iconografia e l’identificazione dei pezzi aggiungendo un altro tassello alla storia del vetro di Murano, si occupa sia dell’evoluzione del bestiario muranese dagli anni ’40 ai ’60, rintracciandola nelle Biennali e nelle mostre più significative di quei decenni, sia degli artisti contemporanei come Toni Zuccheri, Mario Ticcò, Massimo Nordio, Cristiano Bianchin, Maria Grazia Rosin, Frank Ehrler e Bruno Amadi.

Rosa Barovier Mentasti illustra genesi e sviluppo dei vetri zoomorfi dal Rinascimento al Novecento, mentre il saggio di Jean-Luc Olivié, conservatore capo del Musée des Arts Décoratifs di Parigi, ha l’obiettivo di «presentare alcuni esemplari straordinari e individuare le diverse tipologie di vetri zoomorfi, identificabili come gli antenati della moderna arca di vetro». Il repertorio di circa 800 immagini, tra elefanti, ippopotami, cani e gatti, giraffe, orsi, pappagalli, pesci, tartarughe, volpi e persino minuscoli insetti realizzati a lume in scala reale, segue l’ordine degli habitat creati per l’allestimento.

L’Arca di vetro. La collezione di animali di Pierre Rosenberg,
a cura di Cristina Beltrami e Giordana Naccari, 304 pp., 800 ill. col. e b/n., Skira, Milano 2021, € 55, € 29 in mostra

Una veduta dell'allestimento della mostra « L’arca di vetro. La collezione di animali di Pierre Rosenberg», Fondazione Cini, Venezia, 2021

Carla Cerutti, 26 settembre 2021 | © Riproduzione riservata

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