Beatrice Cumino
Leggi i suoi articoliPer il loro Veronese Renzo e Giovanni Federico Villa, hanno scelto di partire dalle opere, esemplari della sua rivoluzione estetica, che Paolo Caliari (Verona, 1528-Venezia,1588) eseguì nella Chiesa di San Sebastiano a Venezia, dove il pittore fu impegnato in più occasioni tra il 1555 e il 1560 (e dove riposano le sue spoglie): pitture e affreschi dal cromatismo luminosoo, in cui l'uso nello sfondo di grandi architetture simili a impianti scenografici teatrali anticipa le celebri «Cene».
Gli autori si addentrano quindi in un percorso più cronologico che esplora la giovinezza del Veronese nella sua città natale e la sua formazione sottolineando le influenze dei grandi centri come Venezia, Mantova e Brescia, ma anche la capacità dell’artista di assorbire e reinterpretare i linguaggi del suo tempo. Una capacità evidente sin nelle prime opera pubbliche come «La Resurrezione della figlia di Giairo» (1546 circa), realizzata nella cappella della famiglia Avanzi a Verona.
I capitoli centrali della carriera del pittore, ed eccezionale disegnatore, sono ripercorsi con una narrazione approfondita delle committenze più importanti. Il trasferimento a Venezia nel 1553 segna una svolta cruciale per il Veronese, chiamato a lavorare al Palazzo Ducale per la decorazione della Sala dei Dieci da cui scaturirono ulteriori prestigiose commissioni che lo portarono a stabilirsi in città, facendone il «regista e scenografo» della grande stagione artistica del Cinquecento veneziano, protagonista insieme a Tiziano, Tintoretto e Bassano.
Gli autori mettono in evidenza l’eclettismo di Veronese, capace di soddisfare le esigenze più disparate della società del suo tempo. Se da un lato la Repubblica di Venezia richiedeva imponenti tele dai temi storici, e gli ordini religiosi commissionavano scene del Nuovo Testamento, Veronese fu anche in grado di realizzare opere per una platea privata e raffinata, quali la decorazione della villa palladiana dei Barbaro a Maser.
Rivolto a un vasto pubblico, il volume è corredato da un vasto apparato iconografico con didascalie in italiano e inglese.
Veronese, di Renzo Villa e Giovanni C.F. Villa, 272 pp., 151 ill., Silvana, Cinisello Balsamo 2024, € 25,50
Altri articoli dell'autore
Si devono al Fai il restauro e l’apertura al pubblico della settecentesca Cappella del Simonino di Trento trasformata in Aula
Alessandro Metlica fissa il vocabolario e l’immaginario del Seicento studiando i concetti chiave del rapporto tra potere e cultura
Secondo Lucia T. Tomasi, che ha identificato e schedato 40 specie di piante, si tratta del dono per un matrimonio della famiglia Medici, poi «riciclato» per le nozze di altri componenti della stessa
Una placca in pietra dura probabilmente appartenuta a Luigi XIV, un raro specchio d’ambra e un armadietto orientale per gioielli sono solo alcuni degli oggetti in asta il 2 luglio da Christie’s