«Donne che sarchiano» (1891) di Laureano Barrau Buñol, Madrid, Museo Nacional del Prado

Image

«Donne che sarchiano» (1891) di Laureano Barrau Buñol, Madrid, Museo Nacional del Prado

Venticinque anni di trasformazioni sociali invadono il Prado

Oltre 300 opere (dipinti, sculture, fotografie, incisioni e filmati), in tutti gli spazi per le mostre temporanee del museo madrileno, illustrano come cambiò la Spagna tra il 1885 e il 1910

Tutti gli spazi del Museo del Prado destinati alle mostre temporanee ospitano fino al 22 settembre «Arte e trasformazioni sociali in Spagna (1885-1910)», un’occasione per conoscere, dal punto di vista degli artisti, i profondi cambiamenti sociali vissuti in Spagna tra il 1885 e il 1910. Negli ultimi anni dell’Ottocento, dopo un lungo predominio, la pittura storica lascia il posto alle opere di carattere sociale, che raffigurano le grandi trasformazioni della società attraverso tematiche fino ad allora poco trattate come il lavoro industriale e quello delle donne, l’istruzione, la malattia e la medicina, gli infortuni sul lavoro, la prostituzione, l’emigrazione, la povertà e l’emarginazione etnica e sociale, il colonialismo, gli scioperi, l’anarchismo e le rivendicazioni operaie. A questi temi si sommano altri più tradizionali, come il lavoro nei campi e in mare, la religione e la morte, affrontati però da una nuova prospettiva. La rassegna, che ha il patrocinio esclusivo della Fundación Bbva, analizza le molteplici interpretazioni di questi temi e l’interrelazione tra tecniche come la fotografia, l’illustrazione e la pittura, attraverso oltre 300 opere (comprese sei di Picasso), molte mai esposte prima, che attraverso una gran varietà di registri dimostrano le differenti risposte degli artisti a queste inedite problematiche. 

Curata da Javier Barón, responsabile del Dipartimento di Conservazione della Pittura del XIX secolo del Prado, la mostra rivendica l’importanza delle collezioni di pittura sociale del museo madrileno, riflesso della produzione legata alle diverse Esposizioni Nazionali di Belle Arti, che si completano con i prestiti di un centinaio di collezionisti pubblici e privati. La selezione, che comprende opere eccezionali di artisti come, tra gli altri, Darío de Regoyos, Joaquín Sorolla, Isidre Nonell, Santiago Rusiñol, Ramon Casas, Pablo Gargallo, Pablo Picasso, Juan Gris e José Gutiérrez Solana, si articola intorno al dipinto a olio «Una stanza d’ospedale durante la visita del primario» di Luis Jiménez Aranda, premiato con la Medaglia d’Onore alle Esposizioni Universali di Parigi nel 1889 e nel 1990, considerata una delle opere che hanno dato inizio a questo movimento. «Questa mostra propone uno sguardo su momenti e artisti che non hanno ricevuto il giusto riconoscimento. Si tratta di opere ampiamente rappresentate nelle collezioni, ma non nell’allestimento dell’esposizione permanente e, quindi, poco conosciute», spiega Miguel Falomir, direttore del Museo del Prado, sottolineando che insieme ai dipinti sono esposti anche sculture, opere grafiche, fotografie e frammenti di filmati, che ebbero un ruolo importante nel plasmare l’immagine dell’epoca. 

La mostra non segue un ordine cronologico, ma tematico, cosicché alcuni degli autori più significativi del periodo come Sorolla, Solana, Rusiñol, Casas, Ignacio Zuloaga, Nonell, Joaquim Mir, Hermen Anglada-Camarasa, Joaquim Sunyer o Picasso, appaiono in molte sezioni. L’accesso delle donne al mondo del lavoro, uno dei temi che meglio illustrano la trasformazione sociale di questo periodo, diede origine a una significativa produzione di litografie e acqueforti, come «Le sardiniere» di Darío de Regoyos, tratta dal suo «Album basco». Si tratta però sempre di opere realizzate da uomini, infatti, come ha spiegato Barón, «delle 300 opere esposte, solo due sono firmate da donne: “La lezione di pittura” di Elvira Santiso e “Madre e figlia” di María Luisa Puiggener». L’allestimento si chiude con un’intera sala dedicata alle proiezioni cinematografiche che dimostrano il potere nascente del documentario attraverso frammenti di più di 300 titoli tra cui «Uscita dalla Messa delle dodici del Pilar di Saragozza» realizzata da Eduardo Jimeno Correas nel 1897 e considerato uno dei primi film del cinema spagnolo.

Veduta della mostra «Arte e trasformazioni sociali in Spagna (1885-1910)» al Museo del Prado di Madrid

Roberta Bosco, 16 agosto 2024 | © Riproduzione riservata

Venticinque anni di trasformazioni sociali invadono il Prado | Roberta Bosco

Venticinque anni di trasformazioni sociali invadono il Prado | Roberta Bosco