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La statua di Sant’Eufemia

© Sapab Basilicata

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La statua di Sant’Eufemia

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Un’app e un documentario per divulgare il restauro di Sant’Eufemia

È stato presentato a Firenze l’intervento di ripristino della statua conservata nella cattedrale di Irsina 

Fiorella Fiore

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È stato presentato al recente «Salone dell’Arte e del Restauro» tenuto a Firenze il restauro della statua di Sant’Eufemia conservata nella cattedrale di Irsina (Mt), curato dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata (ne è Soprintendente Luigina Tomay) e realizzato con fondi straordinari del Ministero della Cultura. 

L’opera, realizzata in un blocco unico di pietra di Nanto, dipinta e in parte dorata, ha subìto diversi ritocchi nel corso del XVIII secolo. Il restauro, diretto dalla funzionaria storica dell’arte Barbara Improta e affidato a Martin Pittertschascher dopo le indagini diagnostiche effettuate da Davide Melica, ha provveduto a rimuovere le ridipinture meno aderenti allo strato pittorico attraverso solventi, laser e bisturi, consolidando la pellicola pittorica sollevata con una dispersione acquosa di micro particelle di silice, e stuccando le lacune con gesso di Bologna e colla; su queste sono stati posti ritocchi a velatura attraverso colori ad acquerello ad alta resistenza alla luce. 

Dal 1996 la scultura è al centro di una nuova fortuna critica; attribuita prima ad Andrea Mantegna da Clara Gelao, successivamente è stata conferita a Pietro Lombardo da Matteo Ceriana. La pulitura selettiva, effettuata tramite laser, ha svelato inoltre l’iscrizione posta sul fronte del basamento che conferma (grazie anche alla collaborazione del Dipartimento di studi storici dell’Università di Padova) la commissione dell’opera da parte di Roberto de Mabilia, rettore della Chiesa di San Daniele da Padova, che donò alla Cattedrale della sua città d’origine, Montepeloso (antico nome della città di Irsina), feudo della famiglia Del Balzo e sede vescovile dal 1452, la statua di Sant’Eufemia, ma anche il braccio reliquiario della stessa Santa, un dipinto che la raffigura (firmato da Andrea Mantegna e datato 1454, oggi conservato nel Museo di Capodimonte di Napoli) e altri arredi ecclesiastici. 

La valorizzazione e la fruizione non solo della scultura, ma anche dell’intera operazione di restauro sono affidati a un documentario dedicato alle varie fasi dell’intervento e a un’app (entrambi a cura di Effenove s.r.l.) che permette di approfondire non solo la storia dell’opera e della Cattedrale di Irsina, ma anche le diverse indagini diagnostiche condotte; tecnologie che integrano la visione dal vero della statua di Sant’Eufemia, esposta oggi nella teca in vetro ultrachiaro, realizzata dal designer Lorenzo Lo Sasso, che ne permette la visibilità a tuttotondo. 

Da sinistra: particolari della statua di Sant’Eufemia durante la pulitura e dopo il restauro. © Sapab Basilicata

Fiorella Fiore, 22 maggio 2024 | © Riproduzione riservata

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