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Un fotogramma del film «Tour de Force» di Louis de Belle e Giacomo Traldi, 2018

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Un fotogramma del film «Tour de Force» di Louis de Belle e Giacomo Traldi, 2018

Slow Tour contro i Tour de Force

Un documentario profetico sul turismo di massa

Alessandro Morandotti

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«Tour de Force» è un video profetico del 2018 che, in 15 intensi minuti, ci restituisce un passato recente che faticherà a tornare (regia di Louis de Belle e Giacomo Traldi). Con lo sguardo freddo di un’analisi sociologica, ma con una grande attenzione ai dettagli, passa in rassegna i riti del turismo di massa evidenziandone il carattere alienante.

La ripetitiva catena di montaggio dei percorsi obbligati, dei luoghi da visitare, senza mai una sorpresa, senza mai un’avventura. La Torre di Pisa, il Colosseo, il Duomo di Firenze, la Basilica di San Marco, tra i must, resi luoghi infernali e contaminati da troppi sguardi, da troppi corpi. E il cerimoniale dei pullman che partono e ritornano sempre dagli stessi luoghi di raccolta, posteggi faraonici che diventano luoghi di incontro e di socializzazione, con la gente che scende e sale dal predellino nello spazio di poche ore.

Lo sguardo degli autori si sofferma poi sul mondo degli autisti, attenti alla pulizia maniacale dei loro mezzi, descritti con la dignità dei nobili chauffeur di macchine di lusso nelle commedie americane degli anni Cinquanta. Un mondo serio, non sbracato, ma attraversato da un grande senso di desolazione, come se le esperienze fossero subite passivamente.

È chiaro da tempo che esisterebbero valide alternative ai Tour de Force del turismo culturale, se solo si provasse a scommettere sull’eremo sperduto, sul museo che nessuno visita ma merita la riscoperta, sulle antiche pievi e sui borghi della Penisola. Un patrimonio diffuso, unico, da recuperare e rafforzare in un sistema di rete territoriale, con l’obiettivo di mettere in moto forze politiche, economiche e sociali che prendano coscienza in modo permanente della potenzialità delle risorse del Paese, con ricadute sugli investimenti e sull’innovazione sociale.

Ora che la pandemia ha, in modo traumatico, determinato le condizioni per nuove forme del turismo culturale, si tratta di promuovere questa svolta, con incentivi economici, con strategie non casuali.

Finanziamo cooperative di giovani utili alla conoscenza del nostro patrimonio artistico meno noto, promuoviamo con ingressi gratuiti musei e siti normalmente poco affollati, investiamo sulla comunicazione per rendere consapevole il pubblico di quante cose meravigliose si possono godere e imparare visitando luoghi che pure non offrono feticci cari al pubblico. Riposanti e uniche esperienze di Slow Tour, che sostituiscano i ripetitivi Tour de Force raccontati in modo impeccabile, senza condanna morale, nel bellissimo video: mi raccomando, non perdete l’avvio.
 

Alessandro Morandotti, 22 agosto 2020 | © Riproduzione riservata

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Slow Tour contro i Tour de Force | Alessandro Morandotti

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