Enrico Tantucci
Leggi i suoi articoliSono passati diciotto anni dal via alla capillare campagna di restauro lanciata dal comitato di salvaguardia statunitense per Venezia Save Venice per restaurare, letteralmente pezzo per pezzo, la stupenda chiesa rinascimentale di San Sebastiano, considerata il «tempio» di Paolo Veronese che decorò il soffitto della sacrestia, la navata centrale, il fregio, la parte orientale del coro, l’altare maggiore, le porte dei pannelli dell’organo e il presbiterio. L’artista stesso è sepolto nella chiesa, vicino all’organo.
San Sebastiano fu progettata dall’architetto Antonio Abbondi detto lo Scarpagnino e fu costruita tra il 1506 e il 1548. Oltre al ciclo decorativo di Paolo Veronese, la chiesa conserva anche opere di Tiziano, Andrea Schiavone, Palma il Giovane, Jacopo Sansovino e Alessandro Vittoria. Partendo dal 1555, quando aveva ventisette anni, e nel corso del decennio successivo, Veronese trasformò progressivamente la chiesa in un’apoteosi della sua arte. Dipingendo con una varietà di tecniche e superfici, a olio su tela e legno, e su intonaco, affresco e tempera, il suo pennello riempì lo spazio con narrazioni storiche, scene religiose e motivi decorativi di fantasia.
Prima del restauro, che ha visto coinvolti 100 donatori, la chiesa versava in gravi condizioni di degrado, tanto da essere rimasta a lungo chiusa. L’impegno di Save Venice, che per San Sebastiano ha speso 3,5 milioni di euro, è iniziato nel 2007 con approfonditi studi pre-restauro. Piccoli problemi strutturali furono poi ovviati nel sottotetto, sopra la navata, garantendo la stabilità strutturale del soffitto dipinto da Veronese. Dal 2009 al 2011 Save Venice ha quindi finanziato il restauro del soffitto ligneo dipinto e dorato e delle tre grandi tele del soffitto in cui Veronese raffigurò scene della vita dell’eroina Ester dell’Antico Testamento.
Per fornire una degna cornice alle sue tele l’artista dipinse personificazioni di virtù, figure di vittorie alate, putti, grottesche e ghirlande sui vasti elementi lignei del soffitto che le circondano. I conservatori hanno rimosso la vernice alterata e le pesanti ridipinture per recuperare ciò che restava dei colori originali. Dal 2012 al 2015 la campagna di conservazione è proseguita con il ciclo di affreschi di Veronese con sibille, profeti, santi, angeli e scene della vita di San Sebastiano, il tutto incorniciato da coppie di colonne tortili e ghirlande floreali.
Nel corso del 2015 e del 2016 è stato restaurato l’imponente organo: le canne e le ante progettate e dipinte dal Veronese. Dall’autunno del 2016 e per tutto il 2017, i restauratori si sono poi dedicati al presbiterio, in cui si trovano altri tre monumentali dipinti su tela di Paolo Veronese, e all’altare maggiore in marmo e pietra d’Istria. Nel 2018 Save Venice ha completato il trattamento delle facciate anteriore e laterale. La conservazione delle facciate esterne, progettate da Scarpagnino e completate nel 1548, è stata fondamentale per garantire la protezione della decorazione interna poiché l’umidità, la risalita capillare e i depositi salini nelle pareti in mattoni rappresentano la minaccia maggiore per gli affreschi.
I lavori di conservazione delle sei cappelle laterali della navata centrale sono stati completati nel 2019. Gli stalli lignei del soppalco dei monaci sono stati restaurati dal 2020 al 2022. Attualmente sono in corso i lavori sulle Cappelle che fiancheggiano il presbiterio di San Girolamo e dell’Annunciazione o, come è definita più comunemente, Capella Lando, con un magnifico pavimento rinascimentale in maiolica sul quale verranno presto reinstallate 384 maioliche del XVI secolo appartenenti alla famiglia Lando, che per quasi trent’anni erano rimaste in deposito alla Ca’ d’Oro. Verranno posizionate su pannelli in acciaio inox per garantire una corretta conservazione e la cappella verrà protetta da un vetro per preservare il pavimento così delicato e fragile.
Save Venice ha anche finanziato tempestivi interventi dopo le eccezionali alte maree di novembre e dicembre 2019, quando l’acqua è entrata nelle aree più basse della chiesa, in particolare nel campanile e nelle stanze adiacenti. Sono state installate barriere antiallagamento, pompe e un nuovo sottofondo per rendere ompermeabile il pavimento impermeabili del campanile. Save Venice ha letteralmente «adottato» la chiesa di San Sebastiano per arrivare nel tempo al suo pieno recupero: si tratta di un esempio in qualche modo unico nel programma di restauri dei Comitati privati internazionali di salvaguardia per Venezia, generalmente concentrati, di volta in volta, su singoli interventi.
Altri articoli dell'autore
Durante il restauro di Palazzo Diedo per la Berggruen Arts & Culture è stato recuperato un importante ciclo di affreschi di Francesco Fontebasso
Dopo due anni di lavori diretti da Paolo Pejrone, per gli aspetti botanici, e Alessandra Raso, per quelli archiettonici, torna visitabile l’Orto Giardino della Chiesa del Santissimo Redentore, affidato alla Venice Gardens Foundation, presieduta da Adele Re Rebaudengo
Nella Basilica dei Frari Save Venice ha restaurato il San Giovanni Battista, capolavoro ligneo policromo firmato e datato, forse dono ai veneziani di Cosimo de’ Medici
Tanti e scottanti i temi affrontati durante il convegno «Il valore della bellezza» organizzato dalla Procuratoria di San Marco e dall’Associazione di istituti che risalgono al Medioevo