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«Santa Rosalia» (1624-1625), di Antoon van Dyck (particolare). Museo del Prado, Madrid

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«Santa Rosalia» (1624-1625), di Antoon van Dyck (particolare). Museo del Prado, Madrid

Santa Rosalia estasiò anche Van Dyck

Nella Pinacoteca di Villa Zito una mostra in occasione dei 400 anni dal ritrovamento delle spoglie della patrona di Palermo

Giusi Diana

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In occasione della ricorrenza giubilare dei 400 anni dal ritrovamento delle spoglie della patrona di Palermo, fino al 19 maggio la Pinacoteca di Villa Zito a Palermo, una delle sedi della Fondazione Sicilia, ospita la mostra «Le estasi di Santa Rosalia. Antoon van Dyck, Pietro Novelli, Mattia Preti, Luca Giordano», a cura della storica dell’arte Maria Concetta Di Natale.

La protettrice del capoluogo siciliano, che secondo la leggenda liberò la città dalla peste del 1624, è tradizionalmente raffigurata come una fanciulla bionda coronata di rose in una serie di celebri dipinti che si trovano in importanti musei europei e americani. Alla nascita dell’iconografia di Santa Rosalia contribuì il fiammingo Antoon Van Dyck, che nell’anno in cui infuriava l’epidemia si trovava a Palermo. In mostra è possibile ammirare la sua «Santa Rosalia» proveniente dal Museo del Prado di Madrid e che la raffigura in veste di eremita sul Monte Pellegrino, insieme alla «Santa Rosalia» (1625) attribuita a Van Dyck e aiuti, solitamente conservata nel Palazzo Reale di Palermo-Fondazione Federico II.

Mentre dell’ambito del pittore fiammingo è la «Santa Rosalia incoronata dagli angeli intercede per la città di Palermo» del Museo Diocesano di Palermo, opera che si rifà ad alcuni dipinti di Van Dyck in collezioni straniere come la «Santa Rosalia incoronata da angeli» di Apsley House a Londra, «la Santa Rosalia intercede per Palermo» di Houston e la «Santa Rosalia in gloria» del Metropolitan Museum di New York.

In mostra è incluso anche il dipinto di Pietro Novelli «Santa Rosalia di Palermo in gloria», proveniente dalla Real Academia des Bellas Artes de San Fernando di Madrid, che si ispira all’iconografia diffusa da Van Dyck. Dalla chiesa dell’Immacolata Concezione di Sarria a Malta proviene il dipinto del 1677-78, di medesimo soggetto, del calabrese Mattia Preti e la «Santa Rosalia» dipinta nel 1697 dal napoletano Luca Giordano, anch’essa in prestito dal Prado.

Infine, è esposto per la prima volta anche un raro esemplare della raccolta di incisioni realizzate da Cornelius Galle di Anversa nel 1629 (editore Philips de Mallery) su disegno di Van Dyck, «Vita S. Rosaliae Virginis Panormitanae Pestis Patronae iconibus expressa», individuato da Maria Concetta Di Natale e Sergio Intorre nel corso delle ricerche per la realizzazione della mostra e che si aggiunge ai due esemplari finora conosciuti della Bodleian Library di Oxford e della Landesbibliothek di Oldenburg. La mostra ha la direzione artistica di Laura Barreca che avvia così una collaborazione con la Fondazione Sicilia.

«Santa Rosalia» (1624-1625), di Antoon van Dyck (particolare). Museo del Prado, Madrid

Giusi Diana, 26 febbraio 2024 | © Riproduzione riservata

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Santa Rosalia estasiò anche Van Dyck | Giusi Diana

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