Carolina Trupiano Kowalczyk
Leggi i suoi articoliQuando, nel 1762, venne pubblicato il «Compendio delle vite de’ pittori veneziani istorici più rinomati del presente secolo con i suoi ritratti tratti dal naturale» delineati ed incisi da Alessandro Longhi veneziano, la novità dell’iniziativa rispondeva alla volontà di raccontare intimamente la realtà artistica veneziana del secondo Settecento.
La fonte delle notizie è diretta, visto che Alessandro Longhi (1733-1813), figlio del celebre Pietro, «avendo uno spirito brillante e bizzarro posesi a dipinger in certe piccole misure», è cresciuto nel prolifico ambiente veneziano, con una «innata inclinazione», che presto gli fa acquisire «buon concetto e fama»: il giovane peintre-graveur non pecca certo di modestia.
Dal concepimento del progetto di onorare i pittori viventi, purché nati in territorio veneziano, con uno stringato profilo biografico dai toni elogiativi e un bel ritratto ovale incorniciato da volute barocche con elementi fitomorfi, zampe leonine e tavolozza dell’artista, Alessandro vuole donare ai lettori, contemporanei e posteri, uno specchio dell’attualità lagunare, con informazioni autentiche e fresche, valutazioni sulle abilità tecniche, forza e vaghezza, estro e indole; tutti caratteri che riflettono il sentire critico dell’epoca. La puntualità di certi aneddoti si mescola al brio della narrazione biografica e diverte il lettore, anche di oggi.
Paolo Delorenzi ha il merito di aver ripreso in mano quest’opera, fino ad oggi priva di apparato critico: ha revisionato i testi originali, compiuto confronti e annotazioni, pubblicato entrambe le edizioni con tutte le tavole, corredate dell’indispensabile indice e appendice documentaria.
Troviamo Tiepolo, che «nacque pittore»; Piazzetta «con lume solivo contrapposto da tinta scura»; Ricci che con «sublime fantasia rendevasi particolare»; Diziani di «naturale affabilità»; Fontebasso «oggidì a Peterburgo»; Novelli, uomo virtuoso.
Come dice il titolo, sono pittori d’istorie, ma anche i membri dell’Accademia di Pittura e Scultura, di recente fondazione: mancano i vedutisti come Canaletto e Joli; i ritrattisti come Rosalba. Eppure figurano Antonio Zucchi, noto come pittore d’architettura e rovine; e lui, Alessandro, che nonostante sia «professore ritrattista» è soggetto dell’ultima vita: «Dilettasi ancora d’incider in rame alla pittoresca, come vedrassi in breve i ritratti d’alcuni pittori veneziani uscir alla luce. Vive in patria amato da’ professori». Una velata ma elegante pubblicità. Gli studiosi del Settecento ringraziano perché, dopo oltre due secoli, si è rinnovata la voglia di leggere Longhi.
Compendio delle vite de’ pittori veneziani istorici più rinomati del presente secolo con i suoi ritratti tratti dal naturale e incisi da Alessandro Longhi veneziano, a cura di Paolo Delorenzi, 300 pp., ill., Scripta, Verona 2023, 30 €
Altri articoli dell'autore
Fra critiche velenose dell’invidioso Vasari e opere di straordinaria qualità
Per il pittore veneziano, questo genere non è solo un mezzo per possedere il mondo sensibile, ma un metodo per coglierne il ritmo e dar forma all’ornamento, secondo il suo personale senso di rococò
In occasione della recente mostra alla Biblioteca Marciana è stato pubblicato un compendio scientifico sulla tecnica che permise allo scozzese di far rivivere alcuni dipinti dei maestri del Cinquecento
Il carteggio tra i due studiosi settecenteschi si rivela una fonte inesauribile di notizie e scoperte