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Una veduta dell’installazione dell’Antiquarium con in primo piano «Eros trainato da cinghiali». © Fondazione Torlonia. Foto: Agostino Osio

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Una veduta dell’installazione dell’Antiquarium con in primo piano «Eros trainato da cinghiali». © Fondazione Torlonia. Foto: Agostino Osio

Risplendono i marmi restaurati nell’Antiquarium di Villa Albani Torlonia

Per festeggiare i dieci anni di attività, la Fondazione ha riportato all’antica brillantezza una selezione di capolavori assai significativi della raccolta

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Arianna Antoniutti

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Come anticipato al Giornale dell’Arte da Alessandro Poma Murialdo, presidente della Fondazione Torlonia, aprirà al pubblico giovedì 28 marzo l’inedito spazio espositivo dell’Antiquarium di Villa Albani Torlonia. Le antiche scuderie della Villa ospiteranno, fino al 28 giugno, alcuni marmi recentemente restaurati, parte della collezione Torlonia, la maggiore raccolta privata di scultura antica esistente al mondo.
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La mostra temporanea negli spazi della Villa di Via Salaria, anticipa l’apertura della grande esposizione dei marmi al Louvre (26 giugno-11 novembre) ed è l’occasione per celebrare i dieci anni di attività della Fondazione, istituita nel 2014 da Alessandro Torlonia senior. Le opere in mostra, la cui selezione è stata affidata a Carlo Gasparri (curatore con Salvatore Settis della mostra romana sui marmi, ai Musei Capitolini, e della seguente esposizione milanese), presentano alcuni capolavori assai significativi della raccolta.

Restaurati nei laboratori della Fondazione, che hanno sede presso il Palazzo di Via della Lungara, con il supporto di Bulgari e l’affiancamento della Soprintendenza Speciale di Roma, fra di essi è il magnifico gruppo con Eros su biga trainato dai cinghiali, il  busto ritratto cosiddetto di Balbino, l’erma con testa del gruppo di Philoumenos, e l’Erma di Alcibiade. Si tratta di «alcune tra le più significative opere conservate nel Museo Torlonia e provenienti da Villa Albani che tornano ora temporaneamente nella villa, per essere presentate al pubblico nella loro sede d’origine: opere che erano inserite nell’ambiente naturale del giardino, dice Carlo Gasparri, questi esemplari selezionati permettono di percepire soluzioni decorative e filoni del gusto oggi non più rappresentati nella villa, e che, in alcuni casi, mostrano come siano state oggetto di importanti interventi integrativi, al loro arrivo nel Museo Torlonia».
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«Le opere della Collezione Torlonia e di Villa Albani Torlonia, aggiunge Alessandro Poma Murialdo, sono state da sempre conservate con cura sotto l’egida della famiglia prima e della Fondazione successivamente, avvalendosi di un selezionato gruppo di restauratori e tecnici di fiducia e sotto l’alta sorveglianza del Ministero della Cultura, con cui sono stati condivisi i criteri di conduzione dei progetti». Nel mese di giugno, la visione della mostra sarà accompagnata da incontri con Anna Maria Carruba, conservatrice delle Collezioni, e il gruppo di restauratori e tecnici che ha condiviso i vari progetti di restauro, per illustrare il tema della pratica della conservazione contemporanea dei marmi antichi.

Arianna Antoniutti, 27 marzo 2024 | © Riproduzione riservata

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