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Un’immagine della prima edizione di Wonderful! Art Research Program

Foto: Claudia Artese. @cla_art

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Un’immagine della prima edizione di Wonderful! Art Research Program

Foto: Claudia Artese. @cla_art

Residenze d’artista 2

Parte seconda • Quali sono, dove si trovano e che cosa prevedono i principali progetti attivi in località grandi e piccole del nostro Paese. Una guida ragionata ai luoghi predisposti per artiste e artisti che vogliono entrare in contatto con idee, persone, modi di vivere, ma anche cibi, paesaggi e climi capaci di stimolarne la ricerca, le relazioni e la creatività

Matteo Mottin

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Non è semplice fornire una definizione univoca di «residenza d’artista», tante sono le modalità di partecipazione, gli obiettivi e i contesti. Ma il minimo comune denominatore dei molti progetti attivi nel territorio italiano può condensarsi nel dare la possibilità a chi crea arte di vivere per qualche tempo in un luogo diverso da quello in cui risiede, per entrare in contatto con idee, persone, modi di vivere, ma anche cibi, paesaggi e climi che possano stimolarne la ricerca verso nuove forme e prospettive

Wonderful! Art Research Program, Museo Novecento, Firenze

Il progetto è un’evoluzione del Premio Wonderful!, ideato dal Museo Novecento a fine 2020 a sostegno di artisti e collettivi under 40. La prima edizione della residenza Wonderful! Art Research Program è sostenuta dalla filantropa fiorentina Maria Manetti Shrem e ospita a Firenze per sei mesi, da aprile a ottobre 2024, una curatrice e quattro giovani artisti residenti in Italia, nati dall’1 gennaio 1990. I residenti hanno a disposizione cinque appartamenti all’interno del Museo Novecento e cinque atelier nel complesso di Manifattura Tabacchi. L’obiettivo è far nascere una «cittadella dell’arte» che dia spazio e tempo alla ricerca e allo sviluppo della pratica artistica contemporanea. In sinergia con la programmazione del Museo Novecento, i residenti incontrano artisti, galleristi e curatori, ma anche restauratori, designer e storici dell’arte attraverso studio visit, workshop e conferenze. Visitano inoltre musei, aziende e studi professionali per immaginare e sviluppare nuove produzioni. A ogni partecipante viene assegnata una borsa di studio a sostegno della ricerca e, al termine della residenza, verrà organizzata una mostra per illustrare quanto elaborato durante il periodo di studio, ricerca e produzione in città. La curatrice della prima edizione è stata Stefania Rispoli, e i vincitori, selezionati tramite bando pubblico, sono gli artisti Friedrich Andreoni, Lucia Cantò, Benedetta Fioravanti, Giovanna Repetto e la curatrice Benedetta Casini.

«Sinopia Sinopsia Sinapsi» (2022) di Alex Dorici e Yari Miele in confronto con Gottifredi Maffioli, Casa degli Artisti, Milano. © Niccolò Quaresima

Casa degli Artisti, Milano

Gestita da un’associazione temporanea di scopo (Ats) formata dalle realtà non profit Zona K, That’s Contemporary, Atelier Spazio Xpo, Nic Nuove Imprese Culturali e Centro Itard Lombardia, Casa degli Artisti offre un programma di residenze su invito o tramite open call, senza vincoli di età, nazionalità o disciplina, per favorire il dialogo tra artisti, curatori e critici emergenti e attori con un percorso già consolidato. La Casa si trova nel centro di Milano, su corso Garibaldi a pochi passi da via della Moscova, e mette a disposizione 11 studi, con grandi vetrate esposte a nord, per un periodo che va da 1 a 12 mesi. Ai partecipanti viene inoltre offerto supporto tecnico, produttivo e organizzativo per la realizzazione dei progetti, e per ogni residenza è previsto almeno un momento di restituzione aperto al pubblico tramite mostra o performance. Dall’apertura del programma nel 2019, a 110 anni dalla fondazione della Casa su iniziativa dei mecenati fratelli Bogani, il progetto ha ospitato, tra gli altri, i musicisti Caterina Barbieri, Lorenzo Senni, Jim C. Nedd e La Rappresentante di Lista, le curatrici Chiara Spagnol, Irene Sofia Comi e Deborah Maggiolo, gli artisti Luca Pozzi, Gianni Caravaggio e Irene Fenara.

Giuseppe De Mattia al Nuovo Forno del Pane, MAMbo, 2020. Foto: Valentina Cafarotti e Federico Landi

Nuovo Forno del Pane, Bologna

A maggio 2020 Lorenzo Balbi, direttore del MAMbo di Bologna, decide di dare una nuova funzione all’istituzione, chiusa a causa dell’emergenza Coronavirus, trasformando la Sala delle Ciminiere del museo da luogo di esposizione a spazio di produzione condiviso. Tramite una open call rivolta ad artisti residenti o domiciliati a Bologna e privi di uno studio/laboratorio, il museo ha messo a disposizione i propri spazi, dando a 13 artiste e artisti la possibilità concreta di portare avanti la loro ricerca. Dal 2023 il progetto è diventato permanente: assumendo il nome «Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition», apre le candidature ad artiste e artisti provenienti da tutta Italia, ed espande la residenza ai sei distretti della Città Metropolitana di Bologna: sei partecipanti, selezionati tramite bando pubblico, hanno l’opportunità di sviluppare progetti individuali o collettivi in dialogo con il territorio per un periodo di tre mesi, con momenti di approfondimento, studio visit, conversazioni e open studio a cura di Lorenzo Balbi, Caterina Molteni e Sabrina Samorì. Tra le artiste e gli artisti coinvolti, Ruth Beraha, Rachele Maistrello, Eleonora Luccarini, Giuseppe De Mattia, Paolo Bufalini, Bekhbaatar Enkhtur, Francis Offman, Mattia Pajè, Davide Sgambaro, Valentina Furian, Beatrice Favaretto, Lorena Bucur.

Bevilacqua La Masa, Atelier Giudecca. © Giorgio Bombieri

Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia

Istituito dalla duchessa Felicita Bevilacqua La Masa nel 1898, è uno dei programmi di residenze per artisti più antichi e longevi in Europa, mantenendo inalterata l’originaria missione di promozione dei giovani artisti basata sull’assegnazione di studi e atelier. A oggi è l’unico ente del Comune di Venezia dedicato all’arte contemporanea, e mette a disposizione tramite un bando di concorso 15 atelier e 2 foresterie ad artisti di età compresa tra i 18 e i 30 anni residenti in Veneto, o domiciliati nella Città Metropolitana di Venezia, o che abbiano intrapreso un percorso formativo in Triveneto. Gli atelier sono divisi su due sedi, a Palazzo Carminati e nel Complesso dei Santi Cosma e Damiano nell’isola della Giudecca. La Fondazione coordina studio visit con critici, curatori, galleristi e docenti, e ogni anno organizza una mostra di fine residenza, tradizionale evento espositivo a conclusione del periodo di lavoro in atelier. Tra coloro che hanno partecipato alla residenza negli ultimi 15 anni ci sono Giorgio Andreotta Calò, Alberto Tadiello, Andrea Kvas, Diego Marcon, Thomas Braida, Rachele Maistrello, Elena Mazzi, Valentina Furian, Davide Sgambaro, Marta Naturale e Beatrice Favaretto.

«Wet Zones» di Eliza Collin. © Roberto Boccaccino

Fondazione Studio Rizoma, Palermo

Studio Rizoma è un istituto culturale con sede a Palermo, interessato a questioni quali il superamento dei confini, postcolonialità, transnazionalità, migrazione e integrazione. Oltre a sostenere la ricerca e lo sviluppo di progetti e idee a lungo termine di artisti, attivisti e imprenditori sociali tramite borse e fondi di avviamento, Studio Rizoma offre un programma di residenze strutturato in due fasi: le «residenze generative» si svolgono nell’arco di 2-4 settimane e permettono ad artisti, collettivi, attivisti e pensatori di sviluppare un’idea preesistente, o di lasciare che siano la città e la regione a ispirarli verso altri sviluppi progettuali e nuove collaborazioni; se ritenuto di comune interesse, il progetto può evolvere in una «residenza produttiva», in cui il residente ritorna a Palermo per produrre l’idea e metterla in pratica. Nella prima fase, ai residenti viene pagato viaggio e alloggio, e ricevono uno stipendio settimanale di 300 euro; la seconda fase viene pianificata su base individuale, con un budget di produzione dedicato. La selezione dei residenti non avviene tramite open call: chi è interessato a partecipare può esporre la propria idea a Studio Rizoma via email. L’artista Jonas Staal, la sound artist Marta De Pascalis e il curatore Patrick Mudekereza sono alcuni dei residenti che hanno collaborato con la Fondazione.

«Le stelle cadenti diventano cardi e i desideri si svegliano tardi» (2021), lavoro collettivo di Jacopo Belloni, Stefania Carlotti, Gabriele Zagaglia, Sara Ravelli

Unpae, Roccacaramanico, Abruzzo

Il nome della residenza nasce da una contrazione di «Un paese tutto per lei», titolo di un articolo dedicato alla signora Angiolina, ultima abitante rimasta a Roccacaramanico, un paesino in provincia di Pescara, nel cuore del Parco Nazionale della Maiella, durante i massicci spopolamenti della zona negli anni Ottanta. Unpae è una piattaforma curatoriale fondata da Andrea Croce che dal 2018 propone un programma di residenze a Roccacaramanico rivolto ad artisti, curatori e designer. Ogni edizione ha come punto di partenza un nucleo tematico, che evolve durante il soggiorno adattandosi alle esigenze e sensibilità dei partecipanti attraverso discussioni e tavole rotonde. La produzione di un’opera non è lo scopo principale del progetto, e attività quali workshop, happening ed eventi nascono in maniera spontanea. La selezione dei partecipanti avviene tramite open call, e la durata del soggiorno può variare tra i 5 e i 10 giorni. Tra gli artisti ospitati nelle sue 7 edizioni, Francesco De Bernardi, Jacopo Belloni, Stefania Carlotti, Sara Ravelli, Lorenzo Kamerlengo, Giorgia Garzilli.

Palazzo Monti. © Omar Monti

Palazzo Monti, Brescia

Nel 2017 il collezionista e curatore Edoardo Monti fonda Palazzo Monti, residenza rivolta ad artisti italiani e internazionali negli spazi riconvertiti in atelier di un edificio storico nel cuore di Brescia. Gli artisti possono candidarsi attraverso un modulo sul sito del centro culturale, e vengono selezionati in maniera anonima da un comitato di esperti internazionali tra cui figurano la designer Sabine Marcellis, l’imprenditrice e collezionista Umberta Gnutti Beretta, il gallerista Massimo Minini e il direttore di Palazzo Strozzi Arturo Galansino. Il progetto è indipendente, interamente finanziato dal suo fondatore. Ad oggi ha accolto più di 250 artisti provenienti da 50 Paesi, che hanno prodotto dipinti e stampe, ma anche sculture in bronzo, legno, marmo e ceramica, in un proficuo e dinamico dialogo con la comunità artigiana locale e italiana. Nei primi 7 anni di attività, Palazzo Monti ha organizzato oltre 40 mostre nei suoi locali, con la maggior parte delle opere prodotte durante il periodo di residenza. Tra gli artisti ospitati, Flora Yukhnovich, Curtis Talwst Santiago, Diego Gualandris, Ludovica Anversa, Thomas Braida, Mar Figueroa.

Gli artisti in residenza nel 2022 con gli archeologi della Villa Romana Palazzi di Casignana. Cortesia di Nicola Guastamacchia

In-ruins, Calabria

Il progetto, fondato dall’artista Maria Luigia Gioffre nel 2018, è codiretto da Nicola Guastamacchia con la curatela di Nicola Nitido. L’obiettivo di In-ruins è ripensare il patrimonio archeologico del Mediterraneo, che unisce oggi culture apparentemente lontanissime, attraverso i più disparati linguaggi dell’arte contemporanea. Le residenze ricercano nuovi sensi e stratificazioni per rovine millenarie e moderne, reinterpretando il loro portato storico alla luce di questioni impellenti del nostro presente. Tra i siti partner delle passate residenze: il Parco Archeologico di Sibari (Cs), il Castello Normanno di Squillace (Cz), il Parco Archeologico di Scolacium (Cz), il Polo Museale di Soriano Calabro (Vv) e Villa Romana Palazzi di Casignana (Rc). I residenti vengono selezionati tramite open call, e viene loro offerto vitto, alloggio, supporto curatoriale e un budget di produzione. Tra gli artisti che hanno precedentemente partecipato al progetto Matilde Sambo, Akshay Mahajan, Gianmarco Porru e Anna Ill Alba.

«Loose voice toolkit» (2022) di Adele Dipasquale. © Cripta747. Foto: Sebastiano Pellion di Persona

Cripta747, Torino

Dal 2017 lo spazio indipendente torinese offre un programma di residenze rivolte ad artisti, curatori e ricercatori, operanti in ogni ambito della cultura contemporanea. Cripta747 offre borse di studio che danno ai residenti l’opportunità di vivere e lavorare per tre mesi a Torino, sviluppando i loro progetti di ricerca in dialogo con il tessuto culturale della città. Le candidature avvengono tramite open call, e le domande vengono valutate da un board curatoriale che ne orienta la selezione. Il progetto, oltre alla qualità e alla lungimiranza nella selezione dei residenti, ha il grande pregio di aver rinvigorito il panorama culturale torinese: dopo il periodo di residenza, molti degli artisti e dei curatori hanno deciso di prolungare la loro permanenza in città, e alcuni si sono direttamente trasferiti a Torino in maniera permanente, arricchendone la scena artistica. Tra gli artisti ospitati nel programma, Caterina De Nicola, Federico Pozuelo, MRZB, Lee Fraser, Adele Dipasquale, Alan Stefanato, Sara Ravelli.

«È ora di alzarsi» (2023) di Hilary Lloyd. Foto: Luca Bianco

Csav-Artists’ Research Laboratory, Fondazione Antonio Ratti, Como

Attivo dal 1995, l’Artists’ Research Laboratory è un laboratorio dedicato alla ricerca teorica e pratica nelle arti visive. Ogni anno, tramite open call, vengono selezionati 20 giovani artisti internazionali che, nel mese di luglio, per 3/4 settimane, sono ospitati a Como per seguire un programma ideato da un artista di chiara fama. Il corso, che include seminari, workshop, conferenze e incontri con curatori ed esperti provenienti da diversi ambiti culturali, segue un approccio di tipo sperimentale, caratterizzato da improvvisazioni e dibattiti volti ad agevolare il dialogo tra i partecipanti e favorirne la crescita personale. Negli anni il programma è stato guidato, tra gli altri, da Joseph Kosuth (1995), Ilya Kabakov (2000), Marina Abramovic (2001), Jimmie Durham (2004), Liliana Moro (2012), Tacita Dean (2014), Ei Arakawa e Nora Schultz (2019). I laboratori sono stati organizzati da importanti figure della curatela, tra cui Angela Vettese, Luca Cerizza, Anna Daneri, Andrea Lissoni, Simone Menegoi e Kasper König. Quest’anno il programma sarà guidato dall’artista spagnolo Ibon Aranberri.

«Blooming in embers» di Joe Habben

Fabrica, Treviso

Fabrica è una residenza fondata nel 1994 da Luciano Benetton e Oliviero Toscani, e ospitata in un complesso di edifici del XVII secolo restaurato e ampliato da Tadao Ando. Offre un programma di formazione avanzata rivolto a talenti under 25 provenienti da ogni parte del mondo che vogliano intraprendere un percorso di ricerca e formazione in discipline quali fotografia, comunicazione visiva, interaction design, video, arti visive, musica e scrittura, con un approccio orientato all’imparare facendo e alla contaminazione tra discipline. Ogni anno Fabrica propone 2 periodi di residenza della durata di 6 mesi, divisi nelle sessioni primavera/estate e autunno/inverno, a cui i candidati possono applicare tramite open call dal sito del progetto. Oltre a offrire alloggio nel centro di Treviso, pranzi nella mensa del Gruppo Benetton e un’assicurazione sanitaria, la residenza organizza una serie di workshop e conferenze con personalità di fama mondiale e la possibilità di essere supportati nella creazione di un progetto da presentare al termine del percorso formativo. Dal 2022 il programma è diretto dall’artista Carlos Casas, e tra le altre cose ha ospitato workshop e lecture (tutte disponibili sul canale YouTube di Fabrica) di Andrea Lissoni, Timothy Morton e Dora Budor.

Cortile interno di Vir. Foto: Emanuele Sosio Galante

Vir Viafarini-in-residence, Milano

Viafarini, fondato nel 1991, è uno dei primi spazi indipendenti del panorama italiano, nonché uno dei più importanti. Nella sua project room di via Carlo Farini 35 hanno presentato i primi progetti giovani artisti ad oggi storicizzati, tra cui Maurizio Cattelan, Lara Favaretto, Eva Marisaldi e Alessandro Pessoli. Dal 2008, i 240 metri quadrati dell’originario spazio espositivo sono dedicati a un programma di residenze con studi condivisi per artisti e curatori, articolato in 3 cicli di 4 mesi ciascuno (gennaio-aprile; maggio-agosto; settembre-dicembre). Gli artisti vengono selezionati tramite open call periodiche, ma l’associazione accetta anche candidature spontanee durante l’anno. Il costo per i 4 mesi di residenza è di 1000 €, e oltre allo studio in condivisione comprende l’accesso all’Archivio Viafarini alla Fabbrica del Vapore, supporto curatoriale e organizzazione di studio visit con curatori, giornalisti e galleristi. L’associazione organizza anche degli Open Studio, momenti di presentazione aperti al pubblico e molto frequentati dagli addetti ai lavori. Tra gli artisti che nel tempo hanno frequentato la residenza, Iva Lulashi, Elena Mazzi, Valerio Nicolai, Roberto Fassone, Nairy Baghramian, Sara Enrico, Marinella Senatore.

Per approfondire

Molte residenze pubblicano cataloghi dedicati ai progetti che hanno ospitato durante l’anno, ma non esistono libri sulla storia generale delle residenze artistiche in Italia, sulla loro evoluzione, sui cambi di esigenze e di obiettivi o sulla loro distribuzione geografica. Fa eccezione il volume Endless Residency. Osservatorio sulla mobilità artistica, a cura di Caterina Angelucci e Giulio Verago (144 pp., postmedia books, Milano 2023, € 14,90). Il volume presenta una ricognizione storica del fenomeno della mobilità nelle arti visive, con un focus dedicato a che cosa le residenze hanno significato per la scena italiana dalla fine degli anni Novanta a oggi. Parte della ricerca è anche consultabile sul sito del progetto «Endless Residency», a cura di Giulio Verago e Silvia Conta, che raccoglie un archivio di talk e public program dedicati all’argomento. Segnaliamo anche la piattaforma Air-artinresidence. Il sito non è più aggiornato dal 2021, ma conserva un ampio database delle residenze che operano in Italia e all’estero, consultabile tramite una mappa interattiva.

Matteo Mottin, 22 giugno 2024 | © Riproduzione riservata

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