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«Portrait de femme de profil» (1854) di scuola francese del XIX secolo

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«Portrait de femme de profil» (1854) di scuola francese del XIX secolo

Quel ritratto di donna potrebbe essere di Ingres?

La vista lunga del tiratore scelto • Perlustrazioni nelle aste e gallerie in compagnia del connaisseur Simone Facchinetti

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Simone Facchinetti

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Le immagini ci guardano, ormai ne siamo circondati. Solo alcune delle centinaia di foto di opere d’arte che vediamo quotidianamente ci incuriosiscono. In genere i «clic» scattano perché rientrano in percorsi mentali già sperimentati. Per esempio: quello sterminato spazio ottocentesco in cui la fotografia interagisce con la pittura, e viceversa. Corrisponde a un momento di grande tensione in cui la nuova arte calamitava l’interesse generale e in primis quella degli artisti medesimi. 

Ingres, ad esempio, era sedotto dalla fotografia, la userà persino per i suoi autoritratti più ufficiali. Perciò so esattamente come mai l’occhio sia rimasto intrappolato nella rete di questa immagine. Si tratta di un disegno oppure di una fotografia? O, più correttamente, di un disegno desunto da una foto? A dire la verità non lo so, non ho approfondito la questione, potrebbe essere anche, più semplicemente, un disegno tratto dal vero. Ma il punto non è questo. Una circostanza che mi provoca un certo piacere (penso abbia a che fare con quel ritornello di Paolo Conte che fa: «tra i francesi che si incazzano») è mettere nel sacco i francesi. 

Mentre ingrandivo il disegno sullo schermo del computer ho iniziato a pensare a Ingres, forse a causa dell’idealizzazione del volto sognante della ragazza. Il sito internet di Mirabaud Mercier schedava il foglio (lotto 10) in vista dell’imminente asta parigina del 24 giugno, presso l’Hotel Drouot, come «école française du XIXe siècle». C’erano le misure (15x10,5 cm), la stima (150-200 euro) ed erano riportate le iniziali siglate vicino alla data 1854: «JADJ». Uno dei giochi preferiti dagli storici dell’arte è riuscire a sciogliere sigle come questa: Jacques-Auguste-Dominique Ingres poteva funzionare perfettamente, tanto più che era stata letta male l’ultima iniziale che non era una «J» ma una «I». 

Ho buttato giù questo articolo il 7 giugno. L’ho scritto di getto poiché sapevo che non sarei mai riuscito a comprare il disegno e fermandolo sulla carta speravo almeno di liberarmi dalla sua ossessione. L’ho ripreso in mano il 24 giugno per aggiungere il finale. Ovviamente non avevo resistito alla tentazione e, nel frattempo, mi ero iscritto all’asta. Purtroppo il lotto è salito troppo in alto «e le balle ancora mi girano».

Simone Facchinetti, 11 luglio 2024 | © Riproduzione riservata

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