«Paese natio» (1911) di Giovanni Napoleone Pellis, Fondazione Musei Civici di Venezia, Galleria internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro (particolare)

© Archivio Fotografico - Fondazione Musei Civici di Venezia

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«Paese natio» (1911) di Giovanni Napoleone Pellis, Fondazione Musei Civici di Venezia, Galleria internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro (particolare)

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Quando Ungaretti era sul Carso, la pittura delle Venezie era all’avanguardia

Nella Galleria comunale d’arte contemporanea di Monfalcone una cinquantina di disegni e sculture in una ricognizione sul panorama artistico nel secondo decennio del ’900

Nasce intorno alla figura di Giuseppe Ungaretti, prendendo spunto dalla sua drammatica esperienza sul Carso, dove il poeta combatté durante la Prima guerra mondiale, il nuovo progetto di Marco Goldin, un percorso di ampio respiro articolato in due diverse mostre, ideato e curato nell’ambito del programma di «Go! 2025. Nova Gorica / Gorizia capitale europea della cultura». Mentre nella mostra immersiva «Ungaretti poeta e soldato. Il Carso e l’anima del mondo. Poesia pittura storia», allestita nel Museo di Santa Chiara di Gorizia dal 26 ottobre al 4 maggio 2025, il focus verte soprattutto sugli aspetti storici e letterari, avvalendosi anche dell’interpretazione di artisti e intellettuali viventi, l’altra ampia collettiva proposta contemporaneamente nella Galleria comunale d’arte contemporanea di Monfalcone, intitolata «Da Boccioni a Martini. Arte nelle Venezie al tempo di Ungaretti sul Carso», si concentra sull’ambiente artistico dell’epoca, con una ricognizione sulle personalità attive nelle Venezie nel secondo decennio del ’900. 

«Ho scelto di raccontare lì la pittura che nelle Venezie si faceva al tempo di Ungaretti sul Carso. Il momento preciso sarebbe dalla fine del 1915 all’autunno del 1917, ma per più precisa comprensione storica del fenomeno ho deciso di lavorare appunto sull’intero decennio», ha precisato Goldin, che ha selezionato una cinquantina di opere, tra dipinti e sculture dei più importanti rappresentanti dell’avanguardia novecentesca presenti in laguna come Boccioni, Casorati, Gino Rossi, Arturo Martini, Mario Cavaglieri, Ubaldo Oppi e Umberto Moggioli, portando però l’attenzione anche sull’opera di altri autori di ambito regionale, tra i quali Gino Parin, Edgardo Sambo Cappelletti, i cugini Guido e Piero Marussig, Giovanni Napoleone Pellis, Aldo Voltolin e Nino Springolo. Una mostra in cui, come ha sottolineato il curatore, «la Venezia di Ca’ Pesaro, con le sue esposizioni, è il centro di tutto», ma che, oltre a documentare eventi e presenze che si muovevano intorno a quel fondamentale centro propulsore, allarga lo sguardo su un panorama tanto ampio e vivace da restituire pienamente l’immagine della pittura nelle Venezie come una delle più avanzate d’Italia. Un’innovazione appassionata, che nemmeno il dramma della guerra seppe oscurare, soprattutto nella ricerca cromatica e luministica e nell’approccio con il paesaggio, genere al quale è dedicata un’ampia sezione impreziosita dalle vedute di Rossi e Moggioli.

«Ritratto femminile» (1911) di Umberto Boccioni, collezione della Fondazione Cariverona

Valeria Tassinari, 23 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

Quando Ungaretti era sul Carso, la pittura delle Venezie era all’avanguardia | Valeria Tassinari

Quando Ungaretti era sul Carso, la pittura delle Venezie era all’avanguardia | Valeria Tassinari