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«Visione di Cristo in Passione» di Jan van Hemessen (particolare), partita da Nye & Co. lo scorso 14 marzo da una base d’asta di 5mila dollari e arrivata fino a 32.500

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«Visione di Cristo in Passione» di Jan van Hemessen (particolare), partita da Nye & Co. lo scorso 14 marzo da una base d’asta di 5mila dollari e arrivata fino a 32.500

Quadri fatti a pezzi: il misterioso fascino del frammento

Quattro casi selezionati dall’esperto Simone Facchinetti in quattro aste di marzo e aprile (Jan van Hemessen, «Scuola fiorentina», Frans Pourbus, «Scuola piemontese»)

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Simone Facchinetti

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Nelle aste degli ultimi tempi sono apparse numerose schegge preziose: porzioni di quadri che per qualche misterioso e inesplicabile motivo sono stati tagliati o ridotti, in modo più o meno significativo. In genere queste riduzioni erano determinate da motivi conservativi (magari perché una parte era compromessa) oppure per motivi di gusto (perché qualche elemento non piaceva più o, addirittura, irritava). La questione è interessante perché ci costringe a tentare di completare l’insieme e quindi coinvolge direttamente l’osservatore in una piccola sfida. 

Spesso ci troviamo di fronte a tagli meditati e intelligenti, come nella «Visione di Cristo in Passione» dipinto da Jan van Hemessen, taglio che ha spostato il baricentro del quadro verso quella mano che, drammaticamente, fende lo spazio, mostrando il foro nel palmo causato dall’inchiodamento sulla croce. Ma che cosa gli stava intorno? E che cosa cercava di afferrare? La tavola è passata da Nye & Co. (New Jersey) lo scorso 14 marzo con una base d’asta di 5mila dollari, fermandosi a 32.500. Di certo sulla sinistra c’era una seconda figura angelica intenta a sollevare la corona di spine e, sicuramente, la composizione si sviluppava anche nello spazio inferiore: sul resto siamo costretti a lavorare di fantasia. 

Il 27 marzo la casa d’aste Coronari a Nazareth, in Belgio, ha messo all’incanto il frammento di un compianto di scuola piemontese di primo Cinquecento (lotto 806, «Arcangelo» di scuola fiorentina). Qui è molto più semplice provare a immaginare il contesto che stava intorno alla figura di san Giovanni, data la ripetitività che ha contraddistinto il lavoro di molte botteghe di pittori in quest’area regionale. 

Sono rimaste invendute le fantastiche mani (sì proprio così, due mani penzolanti tagliate, una maschile e una femminile) attribuite a Frans Pourbus, passate lo scorso 21 marzo da Hampel (lotto 342); e infine l’episodio forse più divertente: la serva che taglia le unghie del piede a una persona (lotto 155, Farsetti, 19 aprile). Questo frammento, di nuovo di scuola piemontese del Cinquecento, risulta fondamentale per decifrare la scena. Chi possiede la donna nuda che si distendeva sulla sinistra (che forse sarà stata anche un po’ coperta, da buona piemontese) difficilmente riuscirà a capire il contesto biblico della scena poiché gli manca quell’uomo che si affaccia dal terrazzo del suo immenso palazzo (re Davide), intento a spiare la giovane mentre stava facendo il bagno, ovvero la bellissima Betsabea che diventerà sua sposa.

Da sinistra: «Arcangelo» di scuola fiorentina messo all’incanto il 27 marzo dalla casa d’aste Coronari; coppia di mani attribuite a Frans Pourbus passate lo scorso 21 marzo da Hampel; frammento di scuola piemontese del Cinquecento in asta da Farsetti il 19 aprile

Simone Facchinetti, 08 maggio 2024 | © Riproduzione riservata

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