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«Martirio di santa Caterina» (1355 ca) di Giovanni da Milano (particolare), Prato, Museo Civico

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«Martirio di santa Caterina» (1355 ca) di Giovanni da Milano (particolare), Prato, Museo Civico

Piccole storie dal Medioevo | Uomini e bionde

Tanto Marilyn Monroe che la bambola Barbie nacquero more ma raggiunsero il successo da bionde. L’iconografia medievale riservò analogo destino (pur con le debite distanze che il diverso rango richiede) a molte sante, per provenienza probabilmente brune

Virtus Zallot

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«Piccole storie dal Medioevo» è un ciclo di brevi saggi dedicati a temi di un Medioevo «minore» indagato attraverso fonti agiografiche, letterarie e iconografiche. Ne emerge un mondo in cui realtà e immaginario, sacro e profano, consueto e straordinario, dramma e leggerezza si integrano non senza ironia e con ingenuità solo apparente, a veicolare contenuti e insegnamenti mai superficiali: un Medioevo inaspettato e affascinante.


Tanto Marilyn Monroe che la bambola Barbie nacquero more ma raggiunsero il successo da bionde. L’iconografia medievale riservò analogo destino (pur con le debite distanze che il diverso rango richiede) a molte sante, per provenienza probabilmente brune: tra queste Caterina d’Alessandria, Margherita d’Antiochia, Margherita d’Alessandria e Giulia da Cartagine. Nel polittico alla Galleria Comunale di Prato (1355 ca), per esempio, Giovanni da Milano immaginò bionda l’elegantissima Caterina d’Alessandria, che nella scena del martirio scosta i bei capelli per offrire il collo al carnefice. Altrettanto Duxaymo in Santa Maria di Missione a Villafranca Piemonte, dove negli anni quaranta del Quattrocento imbiondì non solo Caterina d’Alessandria ma anche la dolce Margherita d’Antiochia.

Oltre alle sante vergini, è raffigurata frequentemente bionda la Vergine: persino in alcune Madonne nere, come in quella del XII secolo venerata nel santuario di Oropa. Nell’«Annunciazione» agli Uffizi (1333), Simone Martini ne esaltò il biondo dei capelli quasi fosse luce incarnata, terminale corporeo di tutti gli ori che le risplendono intorno: della coroncina, del bordo della veste, dell’aureola, dei tessuti e dello sfondo.

Sono spesso vistosamente biondi i capelli di Maria Maddalena, svelati e sciolti anche dopo la conversione e fin dentro il paradiso, a ricordare il suo passato di peccatrice. In molte opere spiccano sfacciatamente allargati, come nella «Crocifissione» di Masaccio (1426) al Museo Nazionale di Capodimonte a Napoli.
Nella traduzione e tradizione iconografica il biondo dei capelli era dunque carattere etico e non etnico, immagine di splendore spirituale e di eccezionalità morale in considerazione della sua rarità.

Per questo, quando a Roma san Gregorio Magno vide messi in vendita alcuni giovani schiavi biondi, rimase stupito: gli fu allora spiegato che provenivano dalla Bretagna, dove «tutti gli abitanti risplendono per l’oro dei capelli». Attributo di elevatezza sociale e morale erano le chiome bionde delle dame protagoniste dei racconti cavallereschi. Il loro splendore rivaleggiava con quello degli accessori aurei che le decoravano. I capelli della regina Ginevra, scrive Chrétien de Troyes, facevano sfigurare persino l’oro più puro; quelli di Biancofiore «d’oro si sarebbero detti tanto erano biondi e lucenti».

Erano naturalmente bionde le donne cantate dai poeti: non solo la Laura di Petrarca ma anche, tra le molte, l’amata da Cino da Pistoia, le cui trecce facevano brillare «d’aureo color li poggi d’ogni intorno». Il biondo era amato anche dalle donne reali, tanto che molte castane o brune lo perseguivano sottoponendosi a diversi trattamenti. Nell’ironica Canzone contro a la portatura de le donne fiorentine, Franco Sacchetti descrisse le concittadine che, per fare il capo biondo, «al sole stanno, quando egli arde il mondo». Lo documentò Cesare Vecellio in una delle illustrazioni del suo Abiti e costumi a Venezia, doveuna donna mostra i lunghi capelli sparsi sull’ampia tesa di un cappello privo di calotta, espediente per esporli al sole proteggendo la bianchezza del viso.

Vi erano poi numerose tinture. Tra le ricette di Trotula de’ Ruggero, grande medico vissuto nell’XI secolo, la seguente potrà essere sperimentata soltanto nel weekend: «Prendi la corteccia verde di una noce e una scheggia di scorza dello stesso albero e cuocila in acqua; stempera nell’acqua calda dell’allume e polvere di galle della quercia, e lavati bene i capelli e ungili con questo preparato, coprili con foglie di noce e ferma il tutto con delle bende, e non le rimuovere per due giorni: quando scoprirai la testa, avrai i capelli biondi». Auguri, allora, a tutti coloro che decideranno di non rimanere bruni!

Piccole Storie dal Medioevo
di Virtus Zallot
1. Donne che allattano
2. Le gambe della regina di Saba
3. Madri distratte
4. Piedi di cui diffidare
5. Un marsupio per Maria
6. Messi in piega
7. Pidocchi
8. Rasta
9. Uomini e bionde
 

«Crocifissione» (1426) di Masaccio (particolare), Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte

«Annunciazione» (1333) di Simone Martini (particolare), Firenze, Uffizi

«Santa Margherita d’Antiochia» (1445 ca) di Duxaymo (particolare), Villafranca Piemonte, Santa Maria di Missione

Virtus Zallot, 15 marzo 2023 | © Riproduzione riservata

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