Luana De Micco
Leggi i suoi articoliFab Paris 2024 si svolge dal 22 al 27 novembre sotto la cupola di vetro del Grand Palais, luogo storico delle fiere parigine, riaperto l’estate scorsa in occasione delle Olimpiadi di Parigi dopo il lungo restauro. Nata nel 2022 dalla fusione di Fine Arts Paris e della storica Biennale des Antiquaires (all’epoca si svolse al Carrousel du Louvre, accogliendo 86 espositori), Fab Paris ospita quest’anno più di 100 gallerie internazionali d’arte, antiquariato, design, libri antichi compresi gioielli, dall’antichità ad oggi. Tra gli espositori più fedeli: Didier Aaron, Galerie de la Béraudière, De Jonckheere, Brun Fine Arts, Steinitz.
Partecipano per la prima volta tra gli altri: Adam Williams, Maison Rapin, Samuel Drylewicz. Per gli editori di libri rari e manoscritti, sono presenti Stéphane Clavreuil, Jean-Baptiste de Proyart o ancora Benoît Forgeot. Gli italiani a Parigi quest’anno sono tre: Laocoon Gallery/W. Apolloni (Roma) e, per la prima volta, Robertaebasta (Milano) e Miriam Di Penta Fine Arts (Roma). Laocoon Gallery/W. Apolloni espone «Le quattro stagioni di Santacroce» (1640-45 circa), quinto e ultimo ciclo di paesaggi di Francesco Albani, pittore del barocco bolognese (1578-1660), formatosi nella bottega del pittore fiammingo manierista Denjis Calvaert, come Guido Reni e il Domenichino (un’altra versione appartiene alle collezioni del Louvre). Da fonti di Fab Paris la richiesta per l’opera è 2 milioni di euro. Robertaebasta allestisce due sculture di ottone di Lucio Fontana «Concetto spaziale natura» (1967) e un mobile di Gio Ponti a tre cassetti in legno d’acero, gambe in ottone e maniglie irregolari (1955 circa), disegnato per le suites dell’hotel Royal di Napoli. Miriam Di Penta Fine Arts propone uno degli stand più diversificati, con quadri antichi, tra cui una «Santa Dorotea» (1640 circa) di Bernardo Cavallino, pittore del barocco napoletano, e un «Ritratto di Gentiluomo» (1600 circa) attribuito a Tintoretto; come arte moderna, invece, un grande disegno di Jannis Kounellis «Rosa Nera» (2003) e una scultura astratta di Fausto Melotti, «Cerchi» (1960), in ceramica policroma, ottone e nylon; e mobili di design, tra cui un tavolino d’acciaio firmato Vico Magistretti e una poltrona di Carlo Scarpa. «Ospite d’onore» è la Villa Ephrussi de Rothschild, costruita tra il 1905 ed il 1912 a Saint-Jean-Cap-Ferrat, in Costa Azzurra, per la baronessa Béatrice de Rothschild, della ricca famiglia di banchieri, che la donò alla sua morte, nel 1934, insieme alle sue collezioni d’arte, all’Académie des Beaux-Arts dell’Institut de France.
La mostra «Une Rothschild sur la rivière» comprende una cinquantina di oggetti della collezione, tra cui una teiera di porcellana Meissen a forma di scimmia e un’«Assunzione di Maria» di Bartolo di Fredi del 1382. Ma la collezione Rothschild è anche presente lungo il percorso della fiera, in particolare nello stand di Steinitz, che porta un raro insieme di tre vasi montati in porcellana cinese con smalto «clair de Lune» d’epoca Yongzheng (1723-35) appartenuti ai Rothschild. La galleria della rue Royale, a Parigi, espone tra l’altro anche due aiguières con montature in bronzo cesellato e dorato, opere di Giovanni Claudio Ciambellano (1695 circa-1774), orafo e bronzista torinese che lavorò per la casa Savoia e fu molto attivo a Parigi nella metà del ’700 francesizzando il suo nome in Jean-Claude Chambellan Duplessis. L’arte italiana antica spicca anche da Sismann, che espone un’«Annunciazione» in legno policromo e dorato (alta 163 cm), realizzata in Sicilia tra fine ’500-inizio ’600, «raro esempio sul mercato dell’arte della monumentale scultura siciliana, sottolineano gli organizzatori della fiera, che generalmente si può apprezzare solo sul posto, nelle chiese e nelle cappelle dell’isola, e che reinterpreta con grazia e sensibilità l’eredità artistica dei Gagini, la più influente dinastia di scultori del Rinascimento».
Gli organizzatori di Fab mettono proprio in evidenza la dimensione «museale» della fiera, che «presenta opere d’arte già esposte nelle istituzioni o che posseggono tutte le qualità per esserlo». David Lévy propone per esempio un «Ange de bronze» di Auguste Rodin (1875-76), mentre De Jonckheere allestisce un «Paesaggio invernale» di Pieter Brueghel il Giovane (1564-1638). Tra gli oggetti più significativi, ma che rappresentano anche delle curiosità, notiamo inoltre un’antica maschera funeraria egizia, a viso di donna, che conserva le policromie originali (55-100 d.C. circa), esposta alla Galerie Cybèle, un tempo appartenuta alla collezione di Gabrielle Chanel.
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