Philippe Régnier
Leggi i suoi articoliQuali cambiamenti ha portato questa seconda edizione?
Diamo il benvenuto a 15 nuove gallerie. Sono lieto di vedere l’ingresso di nomi internazionali di alto livello, tra cui Blum & Poe, Jan Mot, P-P-O-W-, Bortolami e Richard Nagy. Alcuni ritornano a Parigi, mentre altri stanno testando il mercato parigino in piena espansione. Per la prima volta è presente una galleria messicana, Kurimanzutto. C’è un altro grande cambiamento: 4 società che nel 2022 partecipavano al settore delle Gallerie Emergenti entrano a far parte delle Galeries, il settore principale, che per sua natura è altamente competitivo... Questo dimostra la determinazione della Fiera a sostenere queste strutture in via di sviluppo in termini di posizionamento sul mercato. Tra queste, due gallerie francesi: anne barrault e Edouard Montassut, oltre a Carlos/Ishikawa di Londra e Antenna Space di Shanghai.
Quante gallerie sono francesi?
In totale 60 gallerie hanno uno spazio in Francia, ossia circa il 40%. Di queste, 47 possono essere considerate franco-francesi, ovvero poco più del 30%, quasi un terzo degli espositori.
Cosa pensa dell’arrivo di Design Miami/Paris?
A Basilea e a Miami esistono sinergie tra le fiere di design e di arte contemporanea. Senza dubbio sarà così anche qui. Inoltre, si tratta di fiere collegate, dato che il gruppo MCH ha una partecipazione in Design Miami. Alcune gallerie di design hanno partecipato alla FIAC, ma il design non è più rappresentato a Paris+ da Art Basel. Per i principali marchi parigini, da Patrick Seguin a kreo, è naturale avere una fiera dedicata nella capitale. Quindi, accolgo con favore questo arrivo!
Quali sono le altre novità?
C’è un ampliamento del programma e uno potenziamento dell’offerta pubblica, con progetti gratuiti per tutti gestiti dalle gallerie. L’itinerario dei siti viene ampliato rafforzando il dialogo con le istituzioni, ad esempio con il Museo del Louvre, in modo che il giardino delle Tuileries possa essere lo scenario dell’arte narrativa. Verranno inoltre visitate Place Vendôme e, per la prima volta, il Palais d'Iéna e il piazzale dell’Institut de France, luoghi che offrono contesti molto specifici per le opere. Senza dimenticare i dibattiti e le conversazioni che si terranno nel forum del Centre Pompidou.
Cosa pensa dell’arrivo a Parigi di Hauser & Wirth e Mendes Wood DM?
È un nuovo passo per Parigi, soprattutto perché queste gallerie aprono in grande stile e con un programma ambizioso: La prima, in rue François Ier, presenta Henry Taylor (dal 14 ottobre al 7 gennaio 2024); la seconda, in uno spazio molto bello in place des Vosges gestito da Nicolas Nahab, che in precedenza ricopriva questo incarico presso Marian Goodman, ha invitato Fernanda Brenner, curatrice del Premio della Fondazione Pernod Ricard 2023, a progettare la prima mostra, una collettiva, «I see no difference between a handshake and a poem» (dal 14 ottobre al 25 novembre 2023). Si tratta di grandi inaugurazioni, non di semplici «caselle postali». Si tratta di impegni per Parigi che non sono necessariamente legati alla Brexit: il mercato francese è in piena espansione. Oggi il 50% delle transazioni d’arte in Europa avviene a Parigi. La capitale francese è diventata la principale porta d’ingresso per l’arte nella comunità europea. Dobbiamo anche sottolineare il lavoro delle gallerie che da anni rafforzano e consolidano questa posizione.
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