«Libro dei giuramenti dei vescovi e dei canonici della Cattedrale di Notre-Dame di Parigi», Parigi, Archives Nationales (particolare)

© Jonathan LLense/Espace Jörg Brockmann

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«Libro dei giuramenti dei vescovi e dei canonici della Cattedrale di Notre-Dame di Parigi», Parigi, Archives Nationales (particolare)

© Jonathan LLense/Espace Jörg Brockmann

Parlano le pietre di Notre-Dame

In attesa della riapertura prevista per l’8 dicembre, già esposte alcune sculture medievali rinvenute durante gli scavi della Cattedrale parigina

A meno di un mese dalla riapertura al pubblico di Notre-Dame, l’8 dicembre, dopo cinque anni di restauri, il Musée de Cluny presenta per la prima volta al pubblico alcune vestigia rinvenute sul sito della Cattedrale parigina durante gli scavi portati avanti dall’Inrap, l’Istituto nazionale di archeologia preventiva. In particolare alcuni elementi scolpiti policromi del jubé duecentesco della cattedrale, il pontile di pietra tra coro e navata che fu demolito nel Settecento. 

Due sono le mostre che il museo nazionale del Medioevo dedica a Notre-Dame, a margine della sua attesa riapertura, dal 19 novembre al 16 marzo 2025. L’una, dal titolo «Far parlare le pietre. Sculture medievali di Notre-Dame», nasce da un lavoro di ricerca e di restauro che gli esperti del museo hanno portato avanti a partire dal 2022 sulle opere della collezione, mentre era già in corso il colossale cantiere sull’Île de la Cité, in collaborazione con il C2rmf, il Centro di studi e restauri dei musei di Francia. L’intervento, il primo dagli anni Ottanta, ha riguardato anche le opere più emblematiche della collezione del Musée de Cluny, come le celebri «teste dei re», che appartenevano alle colossali statue della «galleria dei re» della facciata di Notre-Dame, i cui corpi sono andati persi. Altri frammenti scultorei, tra cui una statua di Adamo della facciata sud del transetto e i frammenti del bassorilievo sulla Resurrezione dei morti dell’architrave, sono stati restaurati. Alcuni sono esposti ora per la prima volta. Oltre alle vestigia raccolte sul cantiere di Notre-Dame, tra cui due mani di pietra e un volto di Cristo, sono allestiti anche altri frammenti scultorei che erano stati rinvenuti già nell’Ottocento dall’architetto Eugène Viollet-le-Duc durante i suoi lavori di restauro della cattedrale e che sono conservati al Louvre. 

La seconda mostra, «Sfogliare Notre-Dame. Capolavori della Biblioteca medievale», accoglie una quarantina di volumi e manoscritti antichi su Notre-Dame prestati dalla Bibliothèque nationale de France (Bnf), selezionati in un fondo di circa 300 opere di questo tipo, il più ricco in Francia. Per la prima volta sono presentati al pubblico due libri liturgici acquisiti di recente dalla Bnf: un «Messale» del Quattrocento e un «Rituale» del Cinquecento, entrati nel Fondo Notre-Dame rispettivamente nel 2022 e nel 2023. Sono esposti anche due fogli miniati delle collezioni del Musée de Cluny, cinque registri capitolari che documentano la gestione dei libri della cattedrale e una pianta architettonica della chiesa prestati dagli Archives nationales, oltre a un manoscritto miniato dagli Archives historiques de l’archevêché.

Luana De Micco, 18 novembre 2024 | © Riproduzione riservata

Parlano le pietre di Notre-Dame | Luana De Micco

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