Hannah McGivern
Leggi i suoi articoliDiversi musei in tutta la Gran Bretagna stanno preparando mostre per celebrare il cinquantesimo anniversario del Sexual Offences Act, la legislazione del 1967 che depenalizzò parzialmente l’omosessualità maschile in Inghilterra e Galles (in Scozia soltanto nel 1980).
La National Portrait Gallery di Londra presenterà un allestimento speciale della scena omosessuale della capitale negli anni ’80 («David Gwinnutt: Before We Were Men», apertura prevista per il 9 marzo), mentre alla Tate Britain aprirà la mostra dedicata all’arte inglese omosessuale («Queer British Art 1861-1967», 5 aprile-1 ottobre). Con diverse sezioni dedicate al processo di Oscar Wilde per dichiarata omosessualità nel 1895 e le ingarbugliate relazioni amorose del Bloomsbury Group, la mostra copre circa un secolo di storia, dall’abolizione della pena di morte per sodomia all’approvazione del Sexual Offences Act. La porta della cella dove fu imprigionato Wilde nel Reading Gaol sarà esposta accanto al suo ritratto, venduto dopo che lo scrittore finì in bancarotta per aver pagato le spese processuali.
Il British Museum propone «Desire Love Identity: exploring Lgbtq histories» (11 maggio-15 ottobre). Stando a quanto dichiarato da una portavoce del museo, parte degli oggetti in mostra, provenienti dalla collezione del museo (da una moneta romana con il volto di Antinoo, amante dell’imperatore Adriano, a un mazzo di carte decorato con drag queen giapponesi), rimarrà esposta nelle gallerie in maniera permanente.
A Manchester, il People’s History Museum lavora con nove curatori per documentare i 200 anni di attivismo britannico («Never Going Underground: the Fight for Lgbt+ Rights», 25 febbraio-3 settembre). Nel frattempo, la Walker Art Gallery di Liverpool esaminerà il modo in cui gli artisti hanno reagito alla discriminazione in una mostra coorganizzata con l’Arts Council Collection («Coming Out: Art and Culture 1967-2017», 28 luglio-5 novembre). Il curatore di arte britannica della galleria, Charlotte Keenan, spiega che il museo sta anche lavorando su un progetto di ricerca della durata di due anni, intitolato «Pride and prejudice» che «darà visibilità permanente negli spazi della galleria all’arte omosessuale e alla sua importanza per la storia dell’arte».
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