Virtus Zallot
Leggi i suoi articoliLa Chiesa di Chora si trova nell’odierna Istanbul, ma il suo luogo storico e culturale è Bisanzio. Dopo essere stata chiesa, moschea e museo, come Santa Sofia nel 2020 è ritornata moschea: ma è e rimane chiesa. È, inoltre, straordinaria testimonianza d’arte, dal 1985 inserita nella Lista del Patrimonio Unesco, dunque Patrimonio dell’Umanità. Emanuela Fogliadini sostiene e intreccia le tre affermazioni, evidenziando il profondo e sapiente legame che i mosaici e gli affreschi di Chora instaurano con l’architettura e con la sua originaria fruizione. Concepiti come teologia per immagini e supporto alla liturgia, essi trovarono fondamento nella tradizione, ma rinvigorita grazie al virtuoso contributo (non solo economico, ma concettuale e progettuale) di Teodoro Metochita, il potente e dottissimo alto funzionario che li commissionò quando, tra il 1315 e il 1321, finanziò e diresse il restauro dell’edificio.
Con puntuale riferimento alle fonti, il volume accompagna a leggere e interpretare le immagini, evidenziando sia il ricorso a schemi ed episodi consueti, che la motivata presenza di interpretazioni originali: per questo può fungere da utile traduttore del significato delle immagini. L’impostazione è rigorosamente saggistica, ma gradevolmente didattica. Integrato al testo, lo splendido inserto fotografico procede, per ciascuna scena, dalla visione d’insieme (che la colloca nel contesto architettonico, iconografico e liturgico) al particolare (che ne documenta i nuclei formali e di significato).
Infine, ma non ultimo, il volume si fa testimone di una commovente bellezza, che Teodoro Metochita definì «una meraviglia da guardare e una gioia per gli occhi»: con l’auspicio che, considerando la rinnovata destinazione a moschea, possa continuare a rifulgere, forse ammutolita, ma perlomeno visibile.
La Chiesa di Chora. L’ultimo tesoro di Bisanzio
di Emanuela Fogliadini, 312 pp., ill. col., Àncora, Milano 2023, € 69
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