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La tavola stratigrafica di una superficie decorata

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La tavola stratigrafica di una superficie decorata

Ora c’è la norma per restaurare le decorazioni

Finalmente estesa a livello europeo l'Architectural Paint Research per promuovere nuove regole alle finiture dell’architettura, in particolare alle superfici dipinte

Simona Sajeva

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La norma europea dedicata alla «conservazione del patrimonio culturale, finiture del patrimonio costruito, indagine e documentazione» (EN 17543:2021) è stata pubblicata al termine di un processo iniziato nel 2016 che ha richiesto impegno costante per poter arrivare a compimento in forma soddisfacente.
Una volta approvata e pubblicata, una norma europea deve essere integrata nella collezione delle norme nazionali dei Paesi membri Comité Européen de Normalisation (Cen), mentre la loro applicazione resta su base volontaria. Così come del resto lo è la proposta dell’oggetto da normare e la partecipazione al processo di sviluppo e stesura. L’obiettivo è definire un quadro di riferimento che fornisca delle linee guida d’interesse generale, beneficiando dell’apporto di specialisti di ambito sia istituzionale sia privato.

Nello specifico questa norma, come riportato dal sito Uni (Ente nazionale italiano di unificazione), «definisce le migliori pratiche per la raccolta dei dati e l’elaborazione dei risultati quando si indagano le finiture del patrimonio costruito, con l’obiettivo di stabilire degli schemi per le situazioni esistenti. Si applica alle finiture decorative e protettive degli edifici e dei loro interni, così come ad altri oggetti del patrimonio costruito». Qual è stata però la necessità che ha portato a proporre ed elaborare una norma sulle finiture? Questo è l’aspetto che, da membro del gruppo di lavoro francese coordinato dall’Afnor (Association Française de Normalisation), mi ha colpito maggiormente.

Il promotore è stata la Svezia che, con il supporto di altri Paesi dell’Europa del Nord, è riuscita a ottenere il numero minimo di Paesi partecipanti per l’avvio del processo di elaborazione della norma. La motivazione era estendere a scala europea una precisa modalità di approccio alle finiture dell’architettura: l’Architectural Paint Research. Genericamente indicata con la sigla Apr, molto sviluppata negli Stati Uniti, in Canada e in Gran Bretagna, nonché nota nel Nord Europa, questa ricerca ha per oggetto principalmente le superfici decorate, nella maggior parte dipinte, all’interno di dimore storiche, tipiche dei Paesi proponenti.

Sebbene lodevole, la volontà di proporre questo approccio a scala europea si è subito scontrata con la diversità, non solo di patrimonio, ma anche di figure professionali, qualifiche, abilitazioni e protezione patrimoniale. Infatti, sin dai primi dibattiti con Paesi che potremmo definire «non Apr», è emerso subito che questo approccio è adattato a uno specifico tipo di finiture e di architetture che non trova riscontro in tutti i Paesi europei. Semplificando all’estremo si potrebbe dire che il più comune impiego dell’Apr è la ricostruzione degli schemi decorativi stratificati in dimore storiche. È subito apparso chiaro che, sebbene la metodologia d’indagine sia interessante, un’acritica estensione di tale approccio agli altri 34 Paesi del Comité Européen de Normalisation semplicemente non era possibile.

A partire da questa consapevolezza, noi tutti partecipanti ci siamo resi conto che ognuno di noi aveva una visione fortemente centrata sul Paese rappresentato e, difficile da ammettere, una conoscenza illusoria delle specificità dei patrimoni, delle problematiche, dei metodi e approcci conservativi degli altri Paesi. Così l’apparente linearità dell’iniziativa ha cominciato a lasciare il posto a una complessità fatta di tutto, di linguaggi, concetti e riferimenti: un imprevisto puzzle.

La circostanza si prestava alla contrapposizione; invece ciò che è successo è stato sorprendente. Fermo restando l’impegno a dar voce agli interessi del Paese rappresentato, ognuno dei partecipanti si è impegnato al confronto, offrendo tutte le informazioni e le spiegazioni necessarie ogni volta che la situazione lo richiedeva. Chi ha familiarità con la natura teorica dell’approccio al patrimonio storico culturale può facilmente immaginare come tale tipo di confronto abbia spesso richiesto approfondimenti al limite del filosofico. Eppure nessuno si è tirato indietro, al contrario.

Queste norme sono così diventate un terreno d’incontro reale tra culture europee, con una profonda presa di coscienza delle reciproche diversità e di come per fare di questa diversità una ricchezza occorra consenso, umiltà, ascolto e reciproco rispetto. La squadra internazionale che si è costituita ha saputo cogliere la sfida che la situazione ha presentato. Iniziata come un travaso di uno specifico approccio culturale, l’Apr, le norme sono diventate un canto corale polifonico.
Occorre prestare attenzione a processi come questi che, sebbene siano su base volontaria, producono comunque un’influenza sul modus operandi.

I Paesi che non partecipano rischiano di vedere atrofizzare la propria rappresentanza, rinunciare a rappresentare i propri interessi, la loro integrazione in un più ampio quadro, oltre che mettere a rischio le proprie tradizioni. La partecipazione alla normazione europea, che è possibile a vari livelli, da parte di ogni Paese Cen è importante, poiché significa sia rappresentare un tassello del mosaico Europa, sia rapportarsi (e quindi conoscere) a tutti gli altri.

L'autrice è ingegnere, specializzata in conservazione e restauro di decorazioni architettoniche

La tavola stratigrafica di una superficie decorata

Simona Sajeva, 10 gennaio 2021 | © Riproduzione riservata

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