Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliIl terremoto del Centro Italia del 2016 con le scosse del 26 e 30 ottobre arrecò danni ingentissimi, a partire dal tetto crollato, al Duomo di Norcia (Pg), la poderosa Concattedrale di Santa Maria Argentea. A otto anni dal sisma l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo con il Commissario straordinario per ricostruzione Guido Castelli ha avviato il cantiere della chiesa, seconda per importanza nel borgo dopo la vicina Basilica di San Benedetto e affacciata sul lato sud-ovest della piazza omonima: costruita nel secondo ’500, ha avuto rifacimenti nel ’700 e a metà ’800, un portale medievale sul lato sinistro, un bel pavimento in marmo, le opere mobili in restauro. Affidato alla Società edile appalti S.e.a. di Marsciano (Pg), l’intervento costa 7 milioni e 400mila euro provenienti dal fondo sisma 2016 e una durata prevista di 600 giorni fino all’estate 2026.
L’architetto Giancarlo Battista dello Studio Battista Associati fa parte del gruppo di progettazione: «I problemi sono tanti. Il sisma ha avuto ha avuto un effetto distruttivo perché la copertura crollata era stata rifatta in cemento armato negli anni ’60 senza pensare che potesse avere un effetto martellante e dirompente, facendo peraltro cadere parte delle pareti laterali e i pilastri che separavano la navata centrale da quelle laterali». Con quali criteri viene ricostruita Santa Maria Argentea? «La ricostruiamo secondo le linee originarie obliterando interventi posticci come quello in cemento armato. L’aspetto non cambierà. Adottiamo tecniche che assicurano profili di sicurezza e stabilità alla fabbrica e dal punto di vista estetico, soprattutto nell’esterno, faremo una sorta di anastilosi di tipo archeologico: gran parte del materiale è a terra o nel deposito delle opere terremotate al Santo Chiodo a Spoleto». La sagoma esterna, precisa Battista, sarà perfettamente ricostruita. L’interno? «Ci rifaremo alla conformazione originaria della concattedrale, risponde l’architetto, non a quella conseguente agli interventi degli anni ’60 e né ai rifacimenti della pavimentazione e al contenimento dei pilastri fatti dopo il terremoto del 1997 e fino al 2000».
Tra le altre chiese di Norcia in attesa di restauro c’è Sant’Agostino, edificio di pianta medievale rifatto nel XVII secolo. I lavori dovrebbero partire entro un paio di mesi, devono essere perfezionate le carte burocratiche. E come procede la ricostruzione di San Benedetto? «Siamo in linea con il cronoprogramma per finire entro il dicembre 2025, abbiamo concluso la parte architettonico-strutturale», dice l’ingegner Paolo Iannelli, responsabile dei lavori e fino a quattro mesi fa soprintendente speciale del sisma. Nella chiesa simbolo di Norcia «va avanti il restauro dell’interno con la ricostruzione delle volte, degli apparati decorativi, dei lacerti delle paraste, degli altari». La facciata a che punto è? «Tolti i megaponteggi provvisori per consolidarla stiamo restaurando le parti danneggiate, come il rosone, stiamo ricollocando elementi che finora non potevamo ricollocare per ragioni di sicurezza come le statuette e le guglie».
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