Redazione GdA
Leggi i suoi articoliLo storico della letteratura Marc Fumaroli è morto il 24 giugno, a Parigi, all’età di 88 anni. Accademico, saggista e ricercatore di fama internazionale, aveva denunciato le minacce che riteneva gravassero sulla cultura causate dalla dissoluzione dell'elitarismo.
Fumaroli era stato eletto al Collège de France nel 1986 e all'Académie Française nel 1995, dove era succeduto a Eugène Ionesco, e all'Académie des Inscriptions et Belles Lettres nel 1998. Aveva accumulato molti onori, tra cui la presidenza della Società degli Amici del Louvre nel 1996, e in Italia aveva ricevuto la laurea Honoris Causa dalle Università di Napoli nel 1994, di Bologna nel 1999 e di Genova nel 2004.
Nato a Marsiglia il 10 giugno 1932 da una famiglia corsa, Fumaroli era cresciuto a Fez, in Marocco, dove suo padre, Jean, era un funzionario pubblico e sua madre, un’insegnante, la quale gli insegnò a leggere e scrivere e gli trasmise l'amore per il libro che circoscriverà il suo universo per tutta la vita.
Il saggio Lo Stato culturale, una religione moderna pubblicato nel 1991 da Fallois in Francia e in Italia da Adelphi, lo aveva fatto conoscere ad un vasto pubblico: una feroce denuncia contro gli eventi culturali di massa promossi dai ministri André Malraux prima e Jack Lang poi, che riteneva una deviazione disonorevole dalla nozione di cultura e un abbassamento dello spirito a scapito della conoscenza.
Il Giornale dell'Arte ha pubblicato in diverse occasioni i testi di Fumaroli. Lo ricordiamo con l'articolo «Per Italia e Francia i beni culturali sono un business di Stato» pubblicato nel numero di novembre 2010.
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