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Le strepitose maioliche italiane di Vienna

Il catalogo del MAK curato da Tim Wilson ci permette di scoprire finalmente una delle più importanti collezioni al mondo

Cristina Maritano

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Preceduto da una mostra, è uscito lo scorso autunno il catalogo The MAK Collection in its Wider Context, curato da Timothy Wilson, professore emerito dell’Università di Oxford, tra i massimi esperti di storia della maiolica italiana del Rinascimento, con Lilli Hollein e Rainald Franz, rispettivamente direttrice del MAK e curatore della collezione di Ceramiche e Vetri del museo, cui si aggiungono i contributi di altri studiosi. Come evidenzia Wilson, la collezione di maioliche italiane del museo viennese era la più importante al mondo a non essere stata ancora pubblicata.

Formatasi fin dagli inizi della storia del Museo Austriaco di Arte Industria, l’odierno MAK, fondato nel 1863 con lo scopo di promuovere lo studio delle arti applicate del passato a beneficio dell’educazione artistica e della riproduzione industriale, la collezione si è arricchita nel tempo grazie a varie acquisizioni (importante quella dall’Abbazia di Neukloster), a donazioni della casa imperiale austriaca, a scambi con il Kunsthistorisches Museum (la collezione Obizzi-Este). Di particolare interesse il nucleo già parte della Kunstkammer imperiale, ricco di splendidi esempi di istoriati delle botteghe di Urbino e di Venezia.

Il volume include, oltre a 233 schede raggruppate per temi, saggi sulla storia della collezione, su recenti ritrovamenti archeologici di maioliche italiane in territorio austriaco, sulle famiglie della nobiltà austriaca committenti o destinatarie di maioliche italiane, identificate grazie agli stemmi sugli oggetti. I curatori hanno scelto di non limitare il catalogo alle raccolte del MAK, ma di comprendervi esemplari di altre raccolte viennesi, tra cui il Kunsthistorisches Museum e la Gemäldegalerie dell’Akademie der bildenden Künste a Vienna, e austriache, come il Johanneum di Graz e l’Oberösterreichisches Landesmuseum di Linz.

Sono state inoltre incluse opere della celebre raccolta privata tedesca di Bernd ed Eva Hockemeyer, pubblicata nel 1998 e nel 2012 da John Mallet e dallo stesso Wilson. Il risultato è una strepitosa rassegna dell’evoluzione della maiolica italiana attraverso più di tre secoli, che restituisce tutta la ricchezza semantica e la bellezza di questa forma d’arte, vanto del Rinascimento.
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Tin-Glaze and Image Culture. The MAK Maiolica Collection in its Wider Context,
a cura di Lilli Hollein, Rainald Franz e Timothy Wilson, 288 pp., 530 ill., lingua inglese, Arnoldsche, Vienna-Stoccarda 2022, € 48

Cristina Maritano è conservatrice di Palazzo Madama, Torino

Cristina Maritano, 30 marzo 2023 | © Riproduzione riservata

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