Gareth Harris
Leggi i suoi articoliDue gallerie libanesi che hanno partecipato a Frieze London affermano che la fiera fornisce una piattaforma importante mentre i loro spazi a Beirut rimangono chiusi a causa del conflitto in corso tra Israele e l’Hezbollah. Andrée Sfeir-Semler, fondatrice della Sfeir-Semler Gallery, ha raccontato: «Ci sono bombardamenti ogni notte, è davvero terrificante. Non è mai stato così grave. In Libano la gente non è libera di guardare l’arte». L’équipe della galleria si è rifugiata sulle montagne vicino alla città, aggiunge, sottolineando anche che spera di riaprire una mostra di opere di Walid Raad a Beirut, che è stata costretta a chiudere. Sfeir-Semler afferma che al momento la galleria sta utilizzando un altro spazio ad Amburgo come deposito. «Le opere non sono al sicuro a Beirut», afferma. L’8 ottobre Israele ha ampliato l’invasione all’interno dei territori del Libano, inviando la quarta divisione dell’esercito nella parte sud-occidentale del Paese. «Tuttavia, non ci piace piangere, ci piace combattere. E io dico sempre che i nostri artisti sono luci nel buio», afferma Sfeir-Semler. La galleria ha presentato a Frieze London opere di artisti come Dineo Seshee Bopape («Raisible dreaming: flowers and light, fiori e luce», 2023) e Khalil Rabah («Relocation: Among other things», 2018-23).
Possiamo solo lasciare testimonianze Sfeir-Semler afferma: «Ogni volta che accade qualcosa del genere, tornano le difficoltà degli anni della guerra [la guerra civile libanese è durata dal 1975 al 1990]. Qualsiasi cosa faccia il mondo dell’arte è benvenuta, anche se non può cambiare le cose. Possiamo solo lasciare testimonianze. Il motivo per cui andiamo alle fiere è mostrare i nostri artisti di cui portiamo la bandiera in fiere come Frieze e Art Basel Paris». Anche Marfa’, una galleria d’arte contemporanea con sede nel quartiere portuale di Beirut, ha partecipato a Frieze London. Joumana Asseily, fondatrice della galleria, ha affermato: «Siamo riusciti a partecipare a Frieze e abbiamo installato uno stand dedicato all’artista libanese Stéphanie Saadé. Frieze è una fiera importante, essendo Londra un hub per grandi gallerie e istituzioni. Ci dà accesso a una vasta gamma di collezionisti e direttori di musei. È anche una piattaforma essenziale per noi per lanciare e presentare alcuni lavori dei nostri artisti per la prima volta in città. La situazione in Libano è molto incerta e spaventosa. Stiamo prendendo decisioni giorno per giorno». Le opere di Saadé comprendono calligrammi, collage e una serie di capi d’abbigliamento con coordinate geografiche. «Questi sono i vestiti che ho indossato durante un periodo in cui ho cambiato paese tre volte e ho cambiato appartamento sei volte; queste sono le coordinate geografiche di questi sei appartamenti, dal mio appartamento a Beirut spazzato via dall’esplosione [nel 2020] al mio attuale spazio a Parigi. I numeri e le lettere sono sparsi sulla superficie dei vestiti, formando una costellazione», spiega Saadé.
Marfa' ha partecipato anche ad Art Basel Paris, esponendo opere degli artisti libanesi Seta Manoukian e Paola Yacoub. Ma Asseily dice di non sapere quando la galleria di Beirut potrà riaprire. «Come abbiamo imparato in Libano nel corso degli anni, saremo chiusi solo fino a quando ci sarà un rischio significativo per i nostri collaboratori. Lavoreremo a distanza e saremo aperti su appuntamento quando la situazione lo permetterà. Il problema della situazione non è mai il presente, ma sempre il potenziale futuro», dice Asseily. «Il presente è abbastanza gestibile, ma le cose possono degenerare molto rapidamente fino a diventare estremamente pericolose e nessuno sa cosa ci riserverà il domani».
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