Carmela Sanguedolce
Fondazione Sanguedolce
Sede: Crotone
Anno di fondazione: 2022
Presidente e fondatrice: Carmela Sanguedolce (Crotone, 1958), imprenditrice
Collezione: sì
Apertura al pubblico: sede attualmente in fase di ristrutturazione
Principali progetti: sviluppo della collezione quasi interamente incentrata sulla figura femminile, che conta oggi oltre 450 opere di fotografia, arti visive, pittoriche, scultoree e installazioni di artiste di fama internazionale ed emergenti, tra cui Roni Horn, Martha Rosler, Meret Oppenheim, Lisetta Carmi, Letizia Battaglia, Jitka Hanzlová, Maria Mulas, Rebecca Horn, Mario Cresci, Kiki Smith, Enrico Baj, Gian Paolo Barbieri, Marisa Caichiolo, Jana Sterbak, Agostino Ferrari, Yael Bartana.
1. La scelta è da ricondurre a valori emotivi e personali, per lo più legati alla mia visione dell’arte contemporanea quale espressione di passione, felicità individuale e alla profonda attrazione che provo sempre di fronte all’esperienza estetica. A spingermi verso la creazione di una collezione è stata poi la volontà di condividere la mia passione con altri. Credo nel potenziale dell’arte come fattore di gioia, di scambio, di crescita collettiva e anche di investimento economico. Ma il fattore scatenante è stato senza dubbio la centralità rivestita dalla figura femminile nella mia esperienza di vita e dalla parità di ruolo. L’obiettivo è quello di valorizzare la donna, e l’universo femminile, quale protagonista della creazione artistica e, in misura minore, come soggetto di rappresentazioni e sguardi nati e concepiti per valorizzarne bellezza, importanza, significati sociali e culturali.
Non da meno, consistente risulta l’attenzione della Fondazione verso i giovani e, in particolare, verso coloro che per nascita o circostanze varie sono lontani dalle possibilità offerte dalla cultura. Col tempo, gli interventi non hanno più carattere solamente episodico ma strategico, dove gli ambiti di intervento risultano meno disparati e la scelta degli artisti sempre più distinta. Un percorso che, grazie alla curatela di Martina Corgnati, ha generato la nascita della Fondazione per gestire e valorizzare la collezione.
2. La Fondazione, nel prossimo triennio, insieme a un intenso programma di eventi espositivi, sarà impegnata nel completamento dei lavori di ristrutturazione di un palazzo nel centro storico di Crotone da dedicare a mostre, residenze di artisti e allo sviluppo di servizi di digitalizzazione del patrimonio culturale. Pubblicheremo il nostro primo prodotto editoriale sulla collezione curato da Martina Corgnati e rafforzeremo le relazioni di cooperazione europea e internazionale, già positivamente sperimentate lo scorso anno con la mostra «Omaggio a Meret Oppenheim», ospitata dall’Istituto Italiano di Cultura di New York in concomitanza con la grande retrospettiva dedicatale dal MoMA. Rafforzeremo infine l’azione di orientamento della nostra collezione su talenti emergenti capaci di interpretare e offrire chiavi di lettura delle complesse trasformazioni che stanno investendo la nostra società, stimolando la presa di coscienza su tematiche quali i diritti, l’identità di genere, l’ecologia e il digitale.
3. La normativa italiana è molto limitata in merito agli incentivi e sgravi riservati al mecenatismo. L’ArtBonus riguarda soltanto interventi economici privati a favore di collezioni pubbliche e non favorisce in alcun modo lo sviluppo di collezioni con opere di artisti contemporanei. Gran parte delle politiche di intervento a sostegno dell’arte s’inquadrano nei programmi dell’Unione Europea, in particolare attraverso il Programma «Europa Creativa». L’autofinanziamento e le elargizioni da terzi rappresentano al momento gli strumenti principali di sostegno alla Fondazione, in ragione di uno degli indirizzi strategici seguiti dalle aziende del gruppo Sanguedolce di accompagnare il fare impresa con la promozione della cultura.
4. Rispetto al resto d’Europa, gli operatori privati italiani risultano più penalizzati. Ad esempio in Italia, attualmente, la cessione di beni d’arte è soggetta a un’aliquota del 22 per cento, percentuale massima in Europa. Sarebbe importante stabilire un credito d’imposta del 25 per cento per l’acquisto di opere di giovani artisti viventi e residenti in Italia a favore di collezionisti privati (persone fisiche e aziende) e sarebbe prioritario incentivare il mercato interno attraverso un abbassamento dell’aliquota sulle transazioni all’interno del territorio italiano. Sul modello di altri Paesi europei, l’Italia dovrebbe promuovere quindi una riforma dell’imposizione fiscale, una semplificazione degli iter burocratici, un rinnovato impegno a creare un sistema europeo di norme comuni. Un’esperienza interessante da richiamare potrebbe essere quella dei Frac (Fonds régionaux d’art contemporain), fondi istituiti diversi anni fa in Francia grazie ai quali le opere sono libere di circolare nella regione, permettendo di diffondere e rendere accessibile l’arte contemporanea anche nei piccoli centri.
5. La Fondazione è stata costituita, insieme ai miei due figli, con l’obiettivo di garantire, attraverso le generazioni a venire, la sopravvivenza, la trasmissione e la valorizzazione della collezione. Il profilo identitario verrà garantito attraverso il coinvolgimento continuo dei miei figli nelle scelte artistiche, nella gestione dei rapporti con la curatela, gli autori, le gallerie d’arte e il Comitato Scientifico della Fondazione composto da esponenti primari del mondo dell’arte e della cultura.
Beatrice Trussardi
Fondazione Trussardi
Sede: Milano
Anno di fondazione: 1996
Presidente: Beatrice Trussardi (Milano, 1971), imprenditrice culturale
Collezione propria: no
Apertura al pubblico: no. Info: fondazionenicolatrussardi.com
Principali progetti: tra i progetti più identitari, le mostre «Dramoletti» di Diego Marcon (Teatro Gerolamo, Milano, 2023); «La Grande Madre» (Palazzo Reale, Milano, 2015); «Short Cut» di Elmgreen & Dragset (Ottagono, Galleria Vittorio Emanuele, Milano, 2003)
1. Da quando sono diventata presidente della Fondazione Nicola Trussardi, nel 1999, ho sempre pensato che la Fondazione dovesse esercitare una funzione pubblica, pur essendo un’istituzione privata. È per questo che dal 2003, con la direzione artistica di Massimiliano Gioni, portiamo l’arte contemporanea fuori dagli spazi deputati, in luoghi inaspettati, per favorire un incontro anche casuale con il pubblico. Chiamiamo artisti internazionali a confrontarsi con spazi poco conosciuti di Milano, spesso inaccessibili, e diamo vita ogni volta a progetti temporanei che modificano la percezione e l’esperienza della città, che entrano nella vita quotidiana e pubblica arricchendola di nuovi linguaggi e di nuove esperienze. La nostra missione è quella di diffondere la cultura del contemporaneo, avvicinare all’arte un pubblico sempre più numeroso, con l’ambizione di educare i potenziali visitatori di domani. E lo facciamo con una programmazione flessibile, con mostre sempre gratuite e aperte con orari molto ampi.
2. Top secret, come da nostra tradizione. Dopo aver festeggiato i 20 anni come museo mobile nel 2023, torneremo con un nuovo progetto nel 2024.
3. La Fondazione ha una struttura molto agile, senza una sede espositiva e con un team di poche persone. Praticamente tutte le risorse vengono investite nelle attività temporanee che organizziamo a Milano una o due volte all’anno, nella produzione di nuove opere o nella realizzazione di mostre e progetti anche molto ambiziosi, come ricoprire la superficie di una piscina più grande di un campo da calcio con coperte dorate o impacchettare i caselli di Porta Venezia con sacchi di iuta normalmente usati per il commercio del cacao.
Tutte le nostre attività sono accessibili gratuitamente e sono rese possibili grazie a fondi privati provenienti dal sostegno garantito dalle socie fondatrici (io, mia madre e mia sorella) e dalla generosità dei membri del Cerchio della Fondazione Nicola Trussardi, un gruppo di sostenitrici e sostenitori che ne supporta i progetti. Inoltre, il mio compito come presidente è quello di rendere possibili i progetti anche dal punto di vista finanziario, cercando fondi aggiuntivi quando necessario. In vent’anni di attività nomade non abbiamo mai percepito contributi pubblici di nessun tipo, la nostra collaborazione con le istituzioni pubbliche è sempre stata sul piano organizzativo e formale.
4. Credo che in primis le istituzioni dovrebbero riconoscere il ruolo e l’importanza della Fondazione Nicola Trussardi e in generale delle fondazioni private, che sono a tutti gli effetti attori di primo piano nel panorama culturale italiano e internazionale. Consapevole che le risorse pubbliche scarseggiano e spesso non sono sufficienti all’adeguato sostegno dei musei e delle realtà pubbliche, forse un primo passo potrebbe essere quello dell’estensione dell’ArtBonus anche alle fondazioni totalmente private, individuando opportuni criteri di accesso. Altre ipotesi di lavoro potrebbero riguardare la defiscalizzazione delle attività o degli acquisti d’arte per i soggetti non profit quando hanno una rilevanza pubblica, come succede in forme diverse in Francia o negli Stati Uniti, o anche semplicemente la deduzione dell’Iva, che attualmente paghiamo ad aliquota piena e che rappresenta un costo aggiuntivo importante.
5. La Fondazione Nicola Trussardi è intitolata alla memoria di mio padre, che l’ha fondata nel 1996 con il suo spirito visionario e anticipatore. Io sono presidente dal 1999, ho raccolto il testimone alla sua scomparsa e intendo far crescere questo progetto finché mi sarà possibile e le circostanze lo consentiranno, rendendolo solido e auspicabilmente autonomo. Dal punto di vista della governance siamo dotati di un Consiglio di amministrazione di cinque membri (tre Consiglieri vitalizi e due Consiglieri indipendenti) a cui spettano anche le decisioni di questo tipo. Ora però è troppo presto per parlare di futuro, abbiamo appena compiuto vent’anni e siamo pronti a continuare allo stesso modo per almeno altri venti. Ma come da nostra abitudine non siamo abituati ad anticipare nulla, preferiamo svelare le nostre idee un passo alla volta.
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Le donne delle Fondazioni: perché siamo differenti, che cosa vogliamo dare (e ricevere). 1
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