Curata da Luca Quattrocchi e promossa nel Complesso Museale Santa Maria della Scala di Siena da Comune, Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala, Fondazione Monte dei Paschi di Siena e dai locali Musei Nazionali e Università, la mostra «Costellazioni. Arte italiana 1915-1960 dalle collezioni Banca Monte dei Paschi di Siena e Cesare Brandi», dal 17 ottobre al 30 marzo 2025, delinea un percorso attraverso l’arte italiana che dal Novecento sarfattiano giunge all’Astrattismo e all’Informale, con un occhio di riguardo al contesto toscano e senese e alle lunghe e tuttora poco indagate vicende collezionistiche del Monte dei Paschi di Siena, segnate da importanti acquisizioni.
«La mostra propone una mappa che si dispiega su mezzo secolo d’arte italiana in cui le “stelle” di maggiore luminosità, da riconoscere sia nei principali centri di produzione sia negli artisti più insigni, sono viste come parte, appunto, di più vaste e complesse costellazioni, scrive Quattrocchi nel catalogo edito da Sillabe. Attualmente quella del Monte dei Paschi è una collezione composita, che spazia dal locale al nazionale (...), con una preminenza qualitativa di opere realizzate tra gli anni Venti e gli anni Cinquanta. Di tutt’altra natura e consistenza è, logicamente, la collezione Brandi: una collezione privata che è come un autoritratto e una biografia critica dell’insigne storico dell’arte, delle sue predilezioni e frequentazioni, dei suoi interventi e delle sue scelte di campo nel mezzo secolo che intercorre tra la fine degli anni Trenta e la sua scomparsa nel 1988. Non a caso la quasi totalità delle opere sono doni offerti dagli stessi artisti».
Le sezioni espositive sono nove, di carattere cronologico-tematico: «Intorno alla Grande Guerra», «Anni Venti: ritorni all’ordine tra Novecento e Déco», «Les Italiens de Paris», «Gli anni Trenta e primi Quaranta: accademie e arcaismi», «Arte per il regime», «Il paesaggio negli anni Trenta e Quaranta tra rappresentazione e metafora», «La linea espressiva tra anni Trenta e Quaranta», «Figurazioni e Realismi del dopoguerra», «Dissoluzione e autonomia della forma: verso l’astrazione». Sono presenti opere dei più grandi maestri del XX secolo italiano, come Ferrazzi, Andreotti, Carrà, Sironi, De Pisis, Severini, Campigli, Morandi, Rosai, Levi, Mafai, Manzù (in mostra con due sculture dalla Collezione Brandi, «Cardinale seduto» e «Ritratto» del grande critico senese), Marini, Guttuso, Afro, Turcato e Burri. Quanto ai toscani, spiccano i dolenti, impareggiabili Lorenzo Viani de «Le Apuane» e Ottone Rosai de «I giocatori di toppa», dipinti entrambi appartenenti alle collezioni del Monte dei Paschi di Siena.