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«Zeusi dipinge il ritratto di Venere» di Francesco Solimena

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«Zeusi dipinge il ritratto di Venere» di Francesco Solimena

L’arte nei palazzi del potere, tra intrighi, sparizioni e colpi di scena

Ricostruita da Tiziana Ferrari, per anni consigliere culturale al Senato, la storia di un materiale prezioso, bistrattato, mal conservato, quando non sostituito o scomparso, ribadisce la necessità della catalogazione

Federico Castelli Gattinara

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Ha un taglio autobiografico il volume sull’arte nelle istituzioni da poco pubblicato per Skira da Tiziana Ferrari, per anni (2009-14) consigliere culturale e consulente del presidente del Senato. Esperta in valorizzazione del patrimonio culturale, Ferrari al Senato ha ottenuto risultati importanti, non poco contrastati da certa burocrazia che continua ad avvelenare le nostre istituzioni.

La sua ostinata dedizione ha portato a una prima seria e completamente inedita ricognizione del patrimonio artistico dal Quattrocento a Settecento conservato a Palazzo Madama e Palazzo Giustiniani (con la curatela scientifica di Antonio Paolucci, Nicola Spinosa e Rossella Vodret) che si doveva completare in un dittico con un secondo volume dall’Ottocento al contemporaneo, mai nato a causa della sparizione del materiale consegnato da Ferrari all’amministrazione, seguito da un tentativo di screditamento del suo lavoro.

Il resoconto ha dell’incredibile, con intrighi e colpi di scena degni di una spy story: «avrei continuato col mio incarico di consulente, scrive l’autrice amareggiata, ma ero certa che mi avrebbero tolto la quadreria, e soprattutto l’indagine sul censimento delle opere». Il volume, che mette al centro il tema della conservazione e valorizzazione, è «un libro-testimonianza di un sogno incompiuto, ma di una vittoria raggiunta: aver lasciato un segno, anche di riflessione, tra le antiche mura dei palazzi del Senato». Un patrimonio che dal 1871, con Roma capitale, si è disperso nei mille rivoli delle sedi istituzionali per esigenze di rappresentanza e decoro, finendo sepolto, dimenticato, non di rado maltrattato e a rischio di sostituzioni illecite.

Basti citare l’esempio della coppia di oli acquisiti nel 1937 dall’allora presidente del Senato Luigi Federzoni, visti quasi per caso da Spinosa in una sala defilata di Palazzo Madama, riconosciuti come Francesco Solimena, oggi di nuovo svaniti, spostati dopo 85 anni non si sa dove. La testimonianza e il lavoro di Ferrari sono preziosi per ribadire una volta di più la necessità fondamentale di censire e catalogare le opere di musei e gallerie nazionali finite in chissà quali uffici, o seppellite in depositi non sempre adeguati.

Il volume, nato dalla volontà di pubblicare i testi integrali delle due conferenze tenute in Senato nel 2011 e 2014, si conclude con citazioni di Fabrizio Lemme tratte proprio da «Il Giornale dell’Arte» sulla necessità di catalogazione, «non essendo pensabile che si possano amministrare delle entità neppure fisicamente individuate e conosciute», e di Massimo Osanna contro certa mala burocrazia «peggio della pandemia». 

Il 23 marzo il volume verrà presentato a Milano, nella Pinacoteca di Brera.
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L’arte nelle istituzioni. Opere ritrovate nei palazzi del potere,
di Tiziana Ferrari, 192 pp., 24 ill. col., Skira, Milano 2022, € 25,00

Federico Castelli Gattinara, 04 marzo 2023 | © Riproduzione riservata

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